Onore al merito

Qualche post fa me la sono presa con l’Agenzia delle entrate sostenendo che il suo sito è un intrico inestricabile in parte perché non è fatto bene in parte perché la normativa fiscale è una giungla incomprensibile in cui nel tempo si accumulano disposizioni e norme a volte contraddittorie. In effetti la difficoltà sta anche nella predisposizione di strumenti informatici adatti sia a un monoreddito sia a una impresa multinazionale.

Con un tempismo inquietante, quasi ci fosse un mio lettore dentro l’Agenzia, nei giorni seguenti ci sono arrivate due comunicazioni a me e a Lucilla con rilievi formali e sanzioni da liquidare al più presto. (dai giornali scopro che sono 200.000 coloro che hanno ricevuto queste lettere anche se non hanno un blog)

Per Lucilla la cosa era chiara e semplice, nell’F24 avevo sbagliato un codice di una imposta a credito compensata per cui dovevamo rifare il pagamento questa volta senza compensazione e con una penale. Cosa fastidiosa soprattutto perché una banale correzione del codice avrebbe sanato la cosa senza problemi visto che noi avevamo un credito verso l’erario di più di tremila euro e il pagamento erroneamente compensato era di circa 100 euro. Ma tant’è, bisognava versare i 100 euro più la penale di 30 euro lasciando immutata l’ammontare del credito.

Nel mio caso invece una lettera molto gentile e circostanziata mi comunicava che non avevo dichiarato nel 2013 un reddito autonomo di 5.800 euro. Riprendo subito in mano il mio dossier cartaceo della dichiarazione e verifico che avevo dichiarato 5.200 euro nel riquadro del reddito autonomo occasionale … decido di andare all’Agenzia per parlare direttamente, eventualità suggerita con molto garbo nella lettera.

Così ieri invece della passeggiata, vado a piedi all’Agenzia delle entrate che dista una mezz’oretta a piedi da casa mia. Venticello fresco, sole splendente, sano ottimismo del perditempo. Quasi arrivato a destinazione mi viene il dubbio di non aver preso la lettera che mi era arrivata, apro la cartellina in cerca della lettera e non la trovo dove mi aspettavo che fosse, al primo posto della cartellina. Cavolo! devo tornare a casa! Ecco mi tocca fare la solita figura dello sbadato disordinato, chi la sente ora?! Mi tornava alla mente tutte le volte che mia madre rimproverava mio padre per la sua sbadataggine. Arrivato trafelato e sudato devo aver impietosito Lucilla la quale mi ha invece consolato. Cerco freneticamente sulla scrivania e la lettera non c’è. Che fine ha fatto accidenti! riguardo meglio, era con me nella cartellina ma messa ordinatamente all’ultimo posto visto che era il documento pervenuto per ultimo nel dossier. Questa volta torno in macchina e penso che devo essere più umile nel giudicare gli altri e le istituzioni che ci servono.

Sono ormai le 10 e il salone è pieno, almeno 20 persone in fila solo per prendere il numeretto più una folla in attesa, seduta a spiare il monitor con le chiamate dei numeri. Esibisco la mia lettera e l’impiegata mi ordina di mettermi in un’altra fila davanti ad una funzionaria mentre gli altri prendevano rapidamente  numeretti e se ne andavano nel salone a sedersi per aspettare.

Oddio forse mi arrestano! arrivato il mio turno la funzionaria consulta un elenco di telefoni interni, verifica che un impiegato fosse libero mi chiede un documento e mi consegna  un passi elettronico per entrare nel sancta sanctorum degli uffici del primo piano. Altro mondo, aria condizionata ben regolata, corridoi puliti ed ordinati, pochissime persone in giro. Arrivo nell’ufficio in cui il funzionario mi aspettava. Rapidamente mi stampa la distinta dei redditi che non erano in dichiarazione e che invece risultavano all’Agenzia. Due errori si cumulavano: io non avevo dichiarato un reddito di 600 euro e l’agenzia aveva classificato come reddito autonomo  redditi di lavoro autonomo occasionali che io avevo regolarmente dichiarato nel riquadro giusto. Il funzionario capisce perfettamente e mi dice che dovevo comunque  fare una nuova  dichiarazione integrativa e pagare le relative penali. Va benissimo dico io, in circostanze simili un tempo si poteva effettuare la correzione direttamente con il vostro aiuto sottoscrivendo immediatamente una dichiarazione integrativa. Non lo so se fosse così, ma ora ce lo hanno espressamente vietato, non possiamo aiutare, per questo ci sono i CAF a cui rivolgersi. Mi fa parlare con una sua collega più esperta la quale gli raccomanda di inserire una certa informazione nella scheda informativa che aveva attivato nel sistema. Con molta cordialità la cosa finisce lì e me ne torno a casa sapendo che alla peggio dovrò andare al CAF.

Questa mattina dico tra me: un tentativo lo devo fare, non rinuncio alla mia indipendenza. Voglio provare a stilare la dichiarazione integrativa del 2014. Mi chiedo come fare, cerco UNI2014 il programma con cui avevo stilato al dichiarazione all’epoca e che però non ho più istallato perché ho cambiato computer.

Mentre rovisto nel sito dell’Agenzia alla ricerca del programma e nel mio cassetto fiscale per ritrovare i dati che mi servivano si accende sullo schermo un tasto che diventa arancione ‘L’agenzia scrive’. Trovo lì tutto ciò che cercavo, le istruzioni, copia della lettera che mi avevano inviato, gli estremi dei redditi che avrei omesso, il programma UNI2014 e il file precompilato della dichiarazione che dovevo correggere. Non dovevo ridigitare tutto ma solo ciò che doveva essere corretto. Alla fine il programma di calcolo ha stampato un F24 analitico con tasse e sanzioni per un totale di 129 euro. Ho pagato on line e inviato la nuova dichiarazione ed ora vi sto raccontando l’accaduto.

Intendiamoci, non è facilissimo, il tutto potrebbe essere fatto meglio ma questo robot informatico che ti controlla ed assiste mi ha positivamente sorpreso. Temo che l’ottimo impiegato che mi ha servito ieri non fosse del tutto consapevole delle modalità seguite dal programma per intervenire su questi casi altrimenti mi avrebbe incoraggiato a seguire le istruzioni che mi sarebbero arrivate sulla rete.

Forse ciò che mi appare spesso come una confusione inaccettabile è la complessità che diventa il contesto in cui molto spesso ci troviamo immersi.

Comunque onore al merito, molte cose nella pubblica amministrazione funzionano molto meglio di quanto siamo disposti ad ammettere noi lagnosi insoddisfatti.



Categorie:Economia e finanza, Onore a, Politica

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