Questa mattina mi sono svegliato con queste parole in testa. Stavo riflettendo sull’intervista di Salvini da Floris alla fine della quale ho esclamato: ha ragione! e me ne sono vergognato.
Floris, forse sopravvalutando le sue capacità dialettica e la sua cultura, ha tentato di mostrare la contraddizione e il sostanziale razzismo dell’idea di radere al suolo con la ruspa i campi rom. Ha costruito una improbabile intervista in cui un rom macchietta che impersonava i peggiori vizi di quella comunità. Ha così offerto su un piatto d’argento l’opportunità a Salvini di mostrarsi ragionevole, razionale, equo, europeista, moderato, efficiente. Salvini è riuscito a mostrare che non era affetto da nemmeno un punta di razzismo perché lo stesso trattamento avrebbe applicato anche agli italiani che si fossero arrischiati a montare una baracca in una proprietà privata o in un luogo pubblico. Tutti uguali perché noi siamo stufi di questi che mangiano a sbafo di chi paga le tasse.
Capisci Lucilla perché ha avuto tutti questi voti? perché la gente per bene l’ha votato senza alcun senso di colpa? perché i ricchi sono stufi dei poveri, sono stufi dei poveri che quando lavorano vogliono essere tutelati e rispettati, sono stufi di vedere che i figli degli immigrati sono eccellenti a scuola e i loro sono svogliati, sono stufi di sentire discorsi complicati e sfumati, sono stufi di aspettare, vogliono che qualcuno assicuri che il loro benessere e la loro quiete non siano turbati dalla delinquenza.
Anche il mio cuore si è indurito se penso che Salvini ha ragione.
Così ho pensato che forse nel nostro cuore indurito è morta la pietà.
Pietà l’è morta risuona nella mia mente con le note del Ponte di Perati una canzone partigiana presa dagli alpini della Julia che combattevano ai confini tra l’Albania e la Grecia.
Deposuit superbos risuonano ora nella mia mente con le note del Magnificat di Bach.
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