La preparazione del cibo.
Questa mattina cucinando per le feste mi è tornata alla mente mia madre che non c’è più.
Per lei le feste, in particolare il Natale era un’occasione per imbandire riccamente la tavola di cose buone e belle. La preparazione era lieta, per certi versi ripetitiva e tradizionale per altri innovativa, sempre con qualcosa in più che segnava il fatto che le cose andavano bene, che ce lo potevamo permettere, la tavola imbandita era la celebrazione del successo della propria famiglia, la gioia di poterlo fare con le proprie mani. Forse per questo mi ostino a preparare il panettone non perché sia più buono o più sano ma perché l’ho fatto io e lo dono a chi vuole condividere questa gioia. Così è lo stesso per il rito dei cappelletti o di tutti quei piatti la cui preparazione è lunga ed attenta e alla fine faticosa.
Sì perché fa piacere ricordarsi che alla fin fine le cose vanno bene, che hai fatto quello che potevi con cura e amore, che te lo puoi permettere di fare qualche dono. E il momento è quello più adatto, finito l’autunno le giornate tornano ad allungarsi e si ricomincia con una prospettiva positiva.
Pauperismo depressivo
Due sere fa attraversando Roma in macchina, cosa che mi capita ormai molto di rado, abbiamo osservato che la città era buia e triste come se il Natale non ci fosse, qualche scintillio ma isolato. Sulla rete ho letto molte riflessioni sul perché e naturalmente le spiegazioni sono sempre di parte, la mia, vedendo in giro sporcizia e trasando è che noi romani siamo in piena depressione di chi ha poche ambizioni e poche opportunità. Certo, chi non ha lavoro non è affatto allegro ma il guaio è che non è allegro nemmeno chi il lavoro ce l’ha ma invidia chi sta meglio e teme chi sta peggio perché potrebbe togliergli il suo. Da troppi anni siamo martellati dai veri ricchi che predicano ai poveri che non si può consumare, non si deve sciupare, che è imminente l’apocalisse, che l’agnello non si può abbattere per festeggiare.
Così ieri la nostra giovane rumena che ci aiuta a tenere in ordine la casa ci ha portato i suoi regali, era felice di comprare su Amazon con il mio aiuto oggetti per quando tornerà a casa e avrà finito l’avventura italiana. Lei è giovane e ha forza e determinazione non è affatto depressa anche se fa una vita bestiale perché attende un futuro migliore che sta costruendo a 10 euro l’ora.
Che la festa inizi e che sia allegra perché anche a Betlemme alla fine si è festeggiato con ricchi doni.
E speriamo che Roma torni ad accendere le proprie luci, soprattutto quelle degli sguardi e dei sorrisi.
Buon Natale
Categorie:Riflessioni personali
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