Ieri sera ero al concerto di Santa Cecilia. Tutti armeggiavamo in attesa dell’inizio con i telefonini, chi per spegnerlo, chi per comunicare qualche ultimo accordo per la serata. All’interno della sala la rete telefonica è inattiva ma ci sono due reti Wi-Fi una riservata agli artisti ed una ai dipendenti. Il mio vicino tenta di accedere ma la rete chiede le credenziali.
Incomincia sotto voce a brontolare contro l’organizzazione, vedi questi dicono che c’è la rete è poi chiedono la password … delinquenti, se ne approfittano …. Non resisto e osservo che è la Legge che prevede che gli accessi debbano essere identificati, non possono essere anonimi. Il mio vicino ritorna in sé e ammette che nessuno aveva promesso in sala il Wi-Fi free, gratuito. Con dieci minuti di ritardo sull’orario previsto, il presidente dell’Accademia Dell’Ongaro annuncia dal palco che il direttore è stato colpito da influenza, sarà sostituito da un giovane assistente. Da una balconata, prima ancora dell’annuncio, uno spettatore apostrofa Dell’Ongaro con un sonoro ‘cambia mestiere’. Il maestro risponde con eleganza e leggerezza, la sala lo applaude.
L’orchestra di Santa Cecilia, a volte un po’ indolente e fiacca, mostra questa volta il suo vero carattere fiero ed orgoglioso e dà il meglio di sé sotto la direzione del giovane sostituto che gradualmente si impone con gesti sicuri e mirabilmente fusi con il ritmo e le sonorità dei pieni dell’orchestra. Mentre mi godevo la musica non potevo dimenticare il brontolio del signore che mi stava accanto perché non c’era internet gratuita in sala, il villano che aveva contestato il presidente e la situazione inattesa di un giovane sostituto che debutta alla direzione di una grande e prestigiosa orchestra.
Sempre ascoltando musica dal vivo mi accade di pensare a Fellini e alla sua ‘prova di orchestra’ come metafora della situazione politica, ho pensato a Gentiloni che diventa primo ministro e che dirigendo con umiltà e discrezione il governo si è fatto spazio come un politico di lungo corso al quale si guarda anche per il futuro. Chissà, anche questo giovane direttore potrebbe iniziare stasera una luminosa carriera.
Ma la riflessione che occupa più spazio nei miei pensieri è legata all’idea i tarlo, quell’animaletto che lentamente corrode il legno, se lo mangia pian piano fin quando un mobile di pregio non si deve buttare perché non resiste al suo peso.
Ebbene, forse il tarlo nascosto che sta consumando le nostre istituzioni, la qualità della nostra convivenza è la gratuità, è la possibilità di ricevere qualcosa senza un corrispettivo, è l’idea piuttosto infantile che se papà e mamma ci hanno messo al mondo dovranno certamente provvedere a noi, è un loro dovere e dovranno farlo al meglio.
Venticinque anni fa, dopo che Mani Pulite fece emergere che nessuno fa nulla per nulla, che politici ed amministratori chiedevano compensi extra per i loro servizi, scese in campo un signore che promise che ciò non sarebbe più accaduto perchè lui era ricco e non rubava e, gioite gioite! i ludi circensi saranno gratis … ops! volevo dire che la TV sarà gratis senza canone. Così iniziò un quarto di secolo felice, tante cose gratis o a sconto, prezzi bassi con merci e materie prime a basso costo da paesi dell’estremo oriente, servizi pubblici a poco prezzo finanziati a debito, manodopera con stipendi da fame con i disperati che scappavano da guerre, crisi politiche, catastrofi ambientali.
Ogni tanto qualcuno iniettava medicine antitarlo, sì quelle puzzolenti e untuose che per qualche giorno rendono inservibile la sedia su cui si iniettano, ma appena si poteva si tornava al tarlo della gratuità e della vita facile.
Dopo il medico severo che aveva tanti legami con i tedeschi e con il nord calvinista, nuovi politici ottennero consensi con la promessa di una politica a basso costo. Il gradasso chiese l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, un comico genovese fece un accordo con una premiata ditta di Milano e riuscì addirittura a guadagnarci su, una politica a basso costo perché ridotta a pochi click da effettuare sul proprio computer.
Sindachesse vicevano le elezioni promettendo che con una intelligente ristrutturazione del debito avrebbero realizzato economie e nuovi investimenti favolosi senza sacrifici per nessuno.
Tutti i nuovi leader promettono l’abbattimento delle tasse senza ridurre qualità e quantità dei servizi pubblici: il bengodi continua basterà allontanare tutti questi musi neri che hanno invaso le nostre strade e a volte i nostri letti. E non ultima la promessa di stipendi dignitosi per tutti i cittadini, senza lavorare, con il solo vincolo di consumare e di non risparmiare …
Tutto ciò nasce dal tarlo della TV gratis senza canone? Dai Bolletta non esagerare, fantasie un po’ cupe di un anziano all’ascolto di un concerto. Smettila! anche ora stai usando un mezzo quasi gratuito che ti permette di comunicare con il mondo, cosa vuoi di più? Sarà, ma questo tarlo è più invasivo e pervasivo di quanto sembra guardando le cose in superficie: venghino signori venghino tutto a poco prezzo, offerte speciali, tutte le cose pubbliche sono gratis, non si paga nulla nemmeno per proprie colpe.
Categorie:Elezioni politiche 2018, Riflessioni personali
Un incrocio del tarlo della gratuità con quelli veri dei mobili potrebbe liberarci di molte teste di legno e sarebbe già un bel passo avanti. Comunque molto arguto e divertente.
"Mi piace""Mi piace"