Pochi giorni fa ho letto una riflessione del dott. Pregliasco sul paradosso della prevenzione. Le misure che sono state prese per arginare la diffusione del virus sono state variamente ostacolate da tutti coloro che le hanno ritenute esagerate ed eccessive, sono state criticate da coloro che le hanno giudicate tardive e approssimative, sono state irrise dei benaltristi che pensano sempre che tutto si può fare meglio.
Il virologo osserva che, man a mano che gli effetti delle misure hanno prodotto risultati, tutti gli oppositori si sono rinforzati nell’idea che il sacrificio sia stato eccessivo rispetto alla posta in gioco, tanto, morto più morto meno, si fa presto a dimenticare. Gia ora che l’epidemia non è ancora finita le ragioni per rimuovere ogni precauzione, tanto sono eccessive rispetto al pericolo, si rafforzano di giorno in giorno. E, passata la bufera, perché si disporrà di un vaccino o di cure adeguate, si arriverà a osteggiare la stessa vaccinazione come è successo nel recente passato per vaccinazioni che ci proteggerebbero da pericoli ugualmente letali e che ancora incombono anche se in modo meno vistoso. Basti pensare alla vaccinazione antinfluenzale, anti polmonite, anti morbillo.
Insomma il paradosso sta nel fatto che la prevenzione se funziona appare inutile se non funziona viene maledetta … in entrambi i casi non ha successo.
Come il socialismo, se funziona molti diventano più ricchi e smettono di solidarizzare con i compagni di classe dando la maggioranza alla destra, se non funziona il popolo si ribella e si schiera contro. In ogni caso è destinato all’insuccesso.
Categorie:Coronavirus, Vaccini
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