Idiosincrasia per …. 2

Come promesso vado avanti nell’elenco delle mie idiosincrasie, quelle confessabili! Effettivamente chi segue questo blog sa che la categoria da me più stigmatizzata è quella dei giornalisti, o meglio, quella dei giornalisti che sono star mediatici, come i virologi di cui ho parlato, e che detengono un grande potere gestito in modo sempre più autoreferenziale.

Notizia di oggi è che Giletti lascia la 7 e che forse sta contrattando un suo rientro nella RAI, più o meno come i calciatori …

Naturalmente la personalizzazione delle posizioni di potere porta a scontri più o meno palesi, a polemiche divistiche che nulla hanno a che fare con la qualità dell’informazione veicolata ma piuttosto con l’audience o la tiratura dei propri libri.

Gruber, Formigli, Floris, Merlino, Mentana, Giletti tanto per fare nomi solo della 7, Vesta, Annunziata, Berlinguer, Fazio per la RAI, sono personaggi che occupano delle caselle stabili nella programmazione e che gradualmente hanno assunto il piglio del giudice, dell’opinionista su tutto, del tuttologo esperto, del fico che anima uno spettacolo con la sua dialettica e la sua immagine gradevole.

Al loro cospetto i politici, i ministri, gli esperti, i personaggi in cerca di audience e di lettori si devono prostrare, stare ai loro ritmi, accettare silenziosamente di essere interrotti anche se stanno per rispondere efficacemente alla domanda loro posta.

Si sono consolidate nel tempo almeno tre circostanze che fanno dei giornalisti televisivi una autentica e potente casta di divi:

  • il monopolio legalmente riconosciuto ai giornalisti di diffondere informazioni. Se il ministro del tesoro deve comunicare una notizia o parlare con i cittadini deve ricorrere alla mediazione di un giornalista, in genere il capo ufficio stampa, non può convocare una conferenza stampa se non c’è un giornalista a presenziare …
  • la possibilità di gestire direttamente l’informazione sui canali televisivi e radiofonici con ritorni immediati di consenso o dissenso e quindi la possibilità di gestire gli umori politici ed elettorali di grandi masse,
  • la spettacolarizzazione dei talk show che sono la soluzione più economica e più vantaggiosa per l’editore per occupare il tempo delle trasmissioni e la fidelizzazione a personaggi che bucano lo schermo e che riescono a animare uno spettacolo serale.

Ebbene, questi personaggi con questo tipo di giornalismo sono sempre più insopportabili non sono un presidio della democrazia, della libertà di parola e di stampa ma il risultato della concentrazione di potere in pochissime mani.

Chi ha segnato un trentennio avendo capito per primo la potenza dei media nella gestione degli umori dei cittadini è stato Berlusconi che ha investito i proventi della sua attività di costruttore nel possesso di case editrici, di TV e di squadre sportive in un agglomerato in cui cultura, informazione e divertimento hanno sedotto e aggregato una larga fetta della popolazione. Se studiassimo le carriere dei giornalisti televisivi più influenti ora scopriremmo che la dialettica pro o contro il berlusconismo ha impresso in ciascuno un marchio indelebile.

Altri terremoti politici hanno segnato la vita dei giornalisti più impegnati, il principale è la stagione della nascita e sviluppo del M5S.

Segue



Categorie:Social e massmedia

1 reply

  1. Spero che il suddetto de La7 non rientri in Rai. Non perché gli altri che hai nominato siano migliori, lo sappiamo, ma perché la sua falsità è veramente insopportabile!

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