Narcisismi

Mi rendo conto che la sezione di politica di questo blog si è immiserita come la mia voglia di scrivere e commentare, atteggiamento che riflette anche la mia presenza su FaceBook, sono sempre meno capace di interloquire in contesti rigidamente ideologizzati o prevenuti. Insomma mi sembra inutile dire la mia, serve a poco. Tuttavia un blog personale è un modo per tenere memoria per se stessi di eventi che rapidamente evolvono verso realtà imprevedibili.

Di questi giorni lo scontro titanico tra Grillo e Conte. Non si parla d’altro, almeno nei contesti informativi che frequento. Sarebbe un battibecco tra isteriche comari se i media non gli dedicassero una attenzione quasi morbosa e se non ci fosse di mezzo la solidità della maggioranza parlamentare che sorregge il governo e che dovrebbe eleggere a breve un presidente della Repubblica per il prossimo decennio.

Allora vorrei dire la mia cercando di non seguire troppo la vulgata prevalente.

Conte è caduto nella stessa trappola mediatica in cui caddero molti altri politici irretiti dal successo nei sondaggi e che fecero scelte imprudenti non commisurate alle proprie forze. L’ultimo della lista fu proprio Salvini che in un delirio di onnipotenza fece cadere quel governo di cui era potentissimo vicepresidente. Conte, nel suo secondo governo, diede prova di notevole caparbietà e dedizione ottenendo ciò che all’inizio della pandemia poteva essere considerato un miracolo. I media ingigantirono quei risultati creando un’immagine vincente che impensierì altri competitori; questi temevano che potesse diventare un asso piglia tutto. Fu semplice farlo cadere con quella maggioranza risicata che si andava riducendo per la diaspora grillina. Di Maio stava facendo la corte a Draghi, il barone di Arcore faceva l’occhiolino a Mattia il gradasso per rimettere in riga Matteo il pio, insomma Conte non si rese conto che stavano erodendo le fondamenta del suo castello mentre tutti lo osannavano. L’eccesso di correttezza dei DEM, che, nel chiudere il Conte 2, promettevano un futuro di alleanze comuni, lo illuse che potesse essere al centro di nuovi equilibri per cui quando l’Elevato lo chiamò e lo investi del compito di redimere e di radunare l’esercito disperso dei pentastellati non ebbe alcuna esitazione ed accettò la nuova avventura. Pensò forse che redigere il testo di un nuovo statuto di partito fosse la stessa cosa che formalizzare la contrattualistica di grandi banche e di multinazionali.

Quando tutti capirono e dissero che l’avvocato Conte stava scrivendo uno statuto per se stesso, manco fosse Carlo Alberto, il padre e padrone che gli aveva conferito l’incarico ebbe un sussulto e disse: non ci siamo capiti, il movimento è mio, me lo gestisco come voglio io, tu dammi la tua proposta e ti saprò dire.

Il malcapitato si rese conto del trabocchetto e cercò di reagire ma era troppo tardi, il buon Zingaretti aveva dato forfait, i soldi europei erano ormai in mano al nuovo governo, l’armata pentastellata era in fuga, non aveva finanziatori, i media cominciavano a fare a meno delle sue interviste, l’elevato lo prendeva a pesci in faccia …

Ma raccontata così questa vicenda è troppo centrata sulle vicende personali, rimane da esaminare il contesto mediatico che la sta gestendo. I problemi della strutturazione del movimento e della caduta verticale dei consensi sono assimilati ai problemi del Partito Democratico: se cadono i 5 stelle cade parallelamente anche il Partito Democratico e salvare Conte serve a salvare anche i DEM. L’immagine mediatica che si va diffondendo è quella di un’area di centrosinistra radicalmente in crisi in tutte le sue componenti in cui prevale la disgregazione, la lite, la debolezza delle leadership. Sottolineare la lite tra Grillo e Conte significa indebolire tutto ciò che non è di destra.

Cosa succederà? I tanti piccoli e grandi narcisi di cui è popolato il Parlamento, in particolare quelli che senza grandi meriti solo perché sono saliti al momento giusto su un carro trainato da Grillo e Casaleggio, dovranno smettere di rispecchiarsi nella lucente immagine di sé diffusa dagli schermi televisivi e fare i conti con la propria realtà perché la festa sta per finire soprattutto se cadessero nella trappola della opposizione al governo Draghi.

Credo che sarà un passaggio duro per i singoli protagonisti per potersi liberarsi da immagini riflesse fallaci, l’istinto di morte del fondatore del movimento è evidente ma nel frattempo il popolo degli elettori ha sperimentato cosa comporta intravedere l’apocalisse e forse è meno disposto di un tempo a fare scelte avventate e avventuristiche del tanto peggio tanto meglio.

Già da alcuni giorni la mascherina non è obbligatoria ma in giro chi la indossava all’aperto continua ad indossarla … la gente non sembra passivamente rassegnata ma più determinata a cogliere le nuove opportunità della ripartenza. Sarà forse l’effetto degli europei di calcio?

segue



Categorie:Politica

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1 reply

  1. Giuste riflessioni come sempre e per me fai bene a continuare a scrivere su questo sito. Anch’io ho più difficoltà su fb e stavo anche per chiudere il mio blog che, per altro, ho da dieci anni, poi ci ho ripensato e devo dire che nei momenti più difficili del secondo lookdwn (ma anche del primo) ho sentito la presenza di tante persone, compreso te, con le quali ho potuto comunicare e, anche se in modo virtuale, non è stato per questo meno vero.
    Il blog, rispetto a fb – che col tempo ha fagogitato tutto – è più discreto, devono venire a cercarlo. Ciao 🌹

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