Il narcisismo di tanti protagonisti della vicenda politica attuale forse spiega l’accelerazione dei processi di disgregazione del movimento 5S che occupa nel Parlamento attuale un terzo dei seggi e che è stato il perno di tre diverse maggioranze; ma non è sufficiente per capire la complessità in cui ci troviamo.

Premetto per chiarezza nei confronti del lettore che spero vivamente che la caduta delle stelle sia rapida e di poterne vedere la fine quanto prima. Ad esempio sogno il momento in cui a Roma ci liberemo dell’inettitudine della Raggi.
Questa bolla ormai decennale del grillismo ha tante spiegazioni, l’abilità di una guitto che intercetta e orienta una tensione sociale sotterranea, l’efficacia di tecniche di convincimento subliminale gestito dalla piattaforma di Casaleggio e dalle reti mediatiche amiche, la pianificazione berlusconiana per creare una forza politica indipendente che assorbisse parte dell’elettorato di sinistra cosicché la sinistra non potesse vincere in un sistema elettorale maggioritario. Personalmente penso ad esempio che il terzo fattore, l’interesse berlusconiano di fermare la sinistra, sia prevalente sui primi due fattori. Tuttavia nessuno sarebbe riuscito a convincere il 33% dei votanti se non ci fosse stato latente e non rappresentato un disagio diffuso di cui il sonoro VAFFA grillino gridato nelle piazze ha determinato il coagulo.
Ebbene, se la macchina mediatica Grillo – Casaleggio – Berlusconi, negli ultimi tempi gestita da la 7, Travaglio & C, si sta rivelando alla lunga insufficiente a reggere il terribile inganno, la base sociale di coloro che votarono 5 stelle non è cambiata molto, è invecchiata, ovviamente, è un po’ impoverita, è certamente delusa degli eletti e forse più arrabbiata. Però la pandemia ha introdotto una novità: la gente ha sperimentato la paura vera, non quella indotta dai video apocalittici di Casaleggio padre che imperversavano anni fa sulla rete. La gente ha sperimentato che se il pericolo è vero e tremendo ti devi affidare non al primo venuto ma a chi sa quel che fa e dice. Nessuno lo ammette con chiarezza ma l’apprezzamento sociale della vera competenza è aumentata, Draghi ne è l’emblema come anche il suo governo e gli organi dello Stato che stanno recuperando credibilità.
Mi sono fatto questa idea osservando molta gente dopo la fine dell’obbligatorietà della mascherina all’esterno. I commenti sono pacati, prudenti, l’osservanza del distanziamento reciproco ricordata capillarmente, almeno in tutti i negozi e supermarket che ho visitato in questi giorni. Siamo meno guasconi e intolleranti, almeno nel mio quartiere e nella mia cerchia.
Grillo forse non ha capito i mutamenti intervenuti nel suo elettorato meno disposto a votare a scatola chiusa avendo come criterio solo l’onestà e la decrescita felice. Il rigore e la purezza dei principi, casomai ce ne fossero stati nelle ultime elezioni con candidati scelti più o meno a caso con procedure informatiche sulla base di un video di presentazione ben confezionato, non sono spendibili su vaste popolazioni se non su nicchie residuali dell’estrema sinistra. Non sappiamo quale sia la vera strategia di Conte, non basta dire che si è moderati e molto educati nei modi, ma certamente la sua proposta di partito di centro potrebbe essere una via d’uscita per limitare il danno.
L’impatto di questa caduta al momento è imprevedibile, gli attuali parlamentari grillini difficilmente accetteranno di andare alle elezioni prima del necessario e tutte le altre forze che vedono il loro peso elettorale oscillare a volte assottigliandosi tranne quello della estrema destra che comunque non potrà sbancare oltre un certo limite, hanno trovato in Draghi un paracadute che rallenta tutti i processi e dà tempo per ricomporre le fila dei propri gruppi. In un quadro formalmente stabilizzato dalle scadenze e della emergenze il potere mediatico continua a giocare una suo ruolo destabilizzante che non consente a nessuno soste per riprendere fiato: chi è più esposto a tali pressioni è il partito democratico reo comunque a prescindere in particolare agli occhi di tutti gli ex. Ciò che non bisogna consentire è che i voti fuoriusciti verso i cinque stelle possano tornare ai DEM, occorre che il fallimento dell’avventura grillina si riverberi sull’immagine del PD lasciando il centro destra del tutto libero di attribuirsi i meriti di quanto in una legislatura arruffata e disordinata come questa è stato fatto.
Non invidio Letta, questa pioggia di stelle cadenti potrebbe travolgerlo.
Poi noi a Roma abbiamo un motivo di speranza: la candidatura di Gualtieri potrebbe essere decisiva per tamponare questo scenario potenzialmente rovinoso. Di lui ho scritto in post precedenti, non ho dubbi che possa essere una personalità capace di ridare una prospettiva alla città ed essere così un modello di coesione politica tra forze diverse del centro sinistra che ci salvi dalla prospettiva del governo Meloni Salvini nella prossima legislatura.
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