Costruire un profilo

Come scrivevo prima di Natale, sono convinto che gran parte della manfrina della destra sul candidato Berlusconi alla presidenza della Repubblica sia un pretesto per sgretolare una istituzione che ha dato prova in passato di essere un punto fermo rispetto alle giravolte della politica gestita dai media e da individualità a volte paranoiche.

Tutti sappiamo che questo Parlamento, quello reale non quello delineato da Mentana il lunedì con i suoi sondaggi, non ha una maggioranza qualificata né una coesione traversale che, dopo tre anni anni con tre governi diversi, possa esprimere una larga scelta maggioritaria se non quella di Draghi, scelta che determinerebbe però la caduta della coesione governativa attuale. Ovviamente il dilagare di Omicron potrebbe costringere Mattarella ad accettare un rinnovo sino alla scadenza naturale del parlamento per consolidare l’accoppiata attuale che continua ad essere la migliore possibile agli occhi sia dei cittadini sia delle forze politiche che hanno comunque bisogno di altro tempo.

Ma trascuriamo per un momento queste prime considerazioni a ragioniamo come se si dovesse effettivamente scegliere una persona da eleggere al Quirinale diversa da Draghi.

In passato la scelta cadeva in modo alternato su personalità super partes che comunque appartenevano ad uno dei due schieramenti da un lato la sinistra e dall’altro la Democrazia Cristiana. Lo schema fu superato con il siluramento di Prodi da parte dei franchi tiratori del suo schieramento. Fu scelta una personalità che si caratterizzava sopratutto per l’alto profilo morale messo alla prova da scelte di campo rigorose e dolorose. Il rigore morale, allora molto di moda, è ancora una caratteristica fondamentale per l’individuazione di un candidato? Sembrerebbe proprio di no visto che senza ritegno la destra propone un personaggio politico che ha subìto condanne per frode fiscale e la cui vicenda personale non ispira i migliori sentimenti. Ma anche la seconda ipotesi che emerge in queste ore, la Casellati, non sarebbe proponibile già solo per il fatto che appoggiò la risoluzione parlamentare che avvalorava la balla che Ruby fosse la nipote di Mubarack. Coerenza, correttezza, onestà non sono più merce spendibile, nella migliore delle ipotesi è la competenza giuridica e costituzionale, l’immagine internazionale, la duttilità nei rapporti con le forze politiche … e qui torniamo a Draghi che comunque vanta anche un profilo moralmente ineccepibile.

Super partes è la caratteristica che viene sempre più spesso evocata, ma quali parti: destra e sinistra? I due schieramenti non ci sono più come aggregazioni potenzialmente maggioritarie.

Quasi 10 anni fa mi ero avventurato nella ricerca di caratteristiche che riflettessero le dicotomie in cui il nostro mondo era diviso.

Avevo provato a declinare una serie di attributi di qualsiasi cittadino e ora sarebbe interessante posizionare ogni futuro candidato rispetto a ciascuna coppia di opposti.

  • progressista reazionario
  • pacifista  guerrafondaio
  • liberista statalista
  • conservatore innovatore
  • autoritario liberale
  • moralista libertario
  • ateo credente
  • egoista altruista
  • capitalista comunista
  • democratico autoritario
  • laico bigotto
  • tollerante intollerante
  • dialogante assolutista
  • moderato estremista
  • ottimista pessimista
  • solidale egoista
  • relativista  integralista

Ognuna delle precedenti caratteristiche si declina anche in ciascuno di noi con una intensità che si attesta tra i due opposti su una scala continua tale da poter dire che Pinco è abbastanza progressista ma meno di Caio. Insomma di ciascuno potremmo stilare un profilo con un punteggio ad esempio da 1 a 10 per ogni scala. Provate a applicare queste scale alla personalità di Berlusconi di cui sappiamo moltissimo e provate poi e chiedervi se e quanto gli assomigliate. Potreste scoprire le ragioni del suo successo …

Voglio però lasciar da parte questo gioco che mi serviva però a introdurre meglio il concetto di profilo. Sono queste le dimensioni utili per descrivere il miglior candidato, un candidato realmente super partes? pensate che ectoplasma sarebbe se per ogni dimensione la personalità prescelta si trovasse al centro dei due opposti!

Ci serve evidenziare allora una caratteristica del candidato/a che sia realmente discriminante dal punto di vista politico, che trascenda l’attuale contingenza e che sia adeguata ad affrontare le sfide del prossimo settennato.

Ma se analizziamo questo trentennio così segnato da Berlusconi e dalla sua politica, quale caratteristica divide il mondo in due oltre quelle da me già elencate? La cosa è apparsa più evidente in questa legislatura se analizziamo gli accordi che hanno consentito di formare i tre governi. Il tratto comune ai tre governi è la decisione di accontentare tutti, di dare a tutti i cittadini quanto si poteva e qualcosa di più del consentito facendo debito, si è partiti con il Conte 1 con quota cento e il reddito ci cittadinanza, con il Conte 2 con i ristori a pioggia e le vaccinazioni gratuite, con il governo Draghi con il piano di resilienza che è percepito dalla cittadinanza come un cornucopia regalata da mamma Commissione europea. Prima di questa la precedente legislatura era stata segnata dalla reazione alle cure drastiche del Governo Monti che aveva rimediato al rischio gravissimo del default finanziario del 2011 imponendo restrizioni severe per ridurre le spese, vent’anni prima il governo Amato aveva messo le mani nelle tasche degli italiani per bloccare una speculazione sulla lira che poteva portare a un disastro economico da repubblica delle banane.

Forse il discrimine vero riguarda il senso di responsabilità istituzionale, la visione dei diritti e dei doveri, la coerenza delle scelte economiche rispetto agli effetti e ai vantaggi collettivi: lo Stato, la Repubblica per alcuni sono la vacca da mungere, il prato da brucare senza badare agli effetti, per altri sono la vacca da accudire, il prato da proteggere perché il pascolo non inaridisca. Lo Stato, la Repubblica non sono il luogo della vanagloria e del potere ma quello del servizio e della realizzazione di sé, sono la comunità in cui ci si identifica e che si difende con la forza di cui si dispone, sono le istituzioni di cui ci si sente responsabili. E’ questa dimensione etica, non moralistica, che dovrebbe essere ricercata in chi dovrà rappresentare tutti.

Tenendo quindi conto di questa ultima dimensione credo che alla lista dei nomi sin qui circolati occorrerebbe aggiungere Amato e Monti, entrambi uniscono alla grande competenza rispettivamente giuridica ed economica il servizio quali presidenti del Consiglio in due momenti molto difficili avendo raccolto a suo tempo il consenso di una larga maggioranza parlamentare. Aggiungerei alla lista dei papabili la ministra Cartabia la quale, essendo stata la prima presidente donna della Corte Costituzionale, ha servito le istituzioni al di fuori dei giochi di potere politico e sta mostrando in questa esperienza di governo equilibrio e sensibilità sociale.

Omicron permettendo. La tempesta della pandemia potrebbe peggiorare e potrebbero decidere di non cambiare nulla inducendo ad un ulteriore sacrificio il presidente Mattarella.

segue



Categorie:Politica

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