Forse sono troppo ignorante per poter parlare dei referendum ma ormai la competenza non è più un requisito indispensabile, noi blogger siamo liberi di parlare di tutto. Continuo allora a raccontare le mie riflessioni forse contraddittorio ed incerte per averle disponibili in futuro e verificare così la validità delle mie riflessione.

Ieri la Corte ha bocciato la prima richiesta di referendum che avrebbe dovuto nelle intenzioni introdurre l’eutanasia nel nostro ordinamento. Essendo i referendum abrogativi delle leggi e non propositivi, ciò in base alla nostra Costituzione repubblicana che non prevede la democrazia diretta ma solo quella rappresentativa, il referendum proponeva la cancellazione di una norma generale che impediva il suicidio assistito perché tale assistenza è penalmente rilevante. Abolendo la responsabilità penale di chi facilita o assiste un altro cittadino che vuole suicidarsi perché la vita gli è ormai insopportabile sarebbe stata possibile l’eutanasia, bastava avere la collaborazione di un medico o di un farmacista o di un infermiere in grado di fare una puntura intramuscolare. La Corte nel comunicato di ieri sera ha eccepito che tale abolizione della responsabilità penale di chi facilita la morte di un altro avrebbe esposto tutti i cittadini più deboli a una minore protezione della vita. Insomma non è questa la strada per introdurre nell’ordinamento la pratica dell’eutanasia. Dovrà occuparsene il Parlamento in termini propositivi interpretando il volere maggioritario dei cittadini, se questo volere veramente esiste.
Peraltro va detto che una forma di eutanasia esiste già per i malati terminali aggrediti da dolori insopportabili: ormai negli ospice sono applicati precisi protocolli che garantiscono un finale accettabile. Ho raccontato la vicenda della mia amica che ha finito la sua vita all’Antea: persa la battaglia con il cancro ebbe modo di salutare serenamente i compagni della sua vita e quando il dolore fu insopportabile la dose di antidolorifico che andava aumentando le procurò un lungo sonno e poi la morte forse accelerata dai farmaci. Ma ovviamente il problema non riguarda solo i malati terminali, riguarda una vastissima gamma di persone che in seguito a traumi psichici e fisici, a malattie degenerative hanno una vita non più degna di essere vissuta. La giurisprudenza ha già enucleato dei criteri di accettabilità di interventi risolutori ma il quadro è troppo incerto e contraddittorio perché si possa andare avanti così. Occorre un quadro normativo che rifletta un sentire comune coerente con lo spirito e con la lettera della Costituzione.
Quindi la Corte ha fatto benissimo, a mio giudizio, a bloccare la proposta.
Per il resto dei referendum vedremo forse oggi. Io non ne ho firmato nessuno per un motivo molto semplice, erano portati avanti dalla destra e tanto mi basta per tenermene alla larga. Anche nel caso della giustizia sforbiciare questa o quella norma non risolve l’equilibrio di un edificio abbastanza precario ma aumenta solo l’inefficienza e la confusione di un potere dello Stato che troppe forze oscure vorrebbero azzittire. Credo che li faranno passare ben sapendo che non sarà raggiunto il quorum.
Categorie:Politica
Rispondi