Il governo accelera in agosto quando siamo più distratti o perché affaticati o annoiati o euforici. Così ogni giorno il governo e il parlamento a ruota sfornano leggi e decreti che a detta loro dovrebbero rivoluzionare alle basi il sistema socio economico. Mi riferisco soprattutto alla delega fiscale ma anche a quella miriade di nuove disposizioni che stanno cambiando tanti dettagli di un sistema che da tempo ha perso solidi e riconoscibili connotati.

All’attivismo della maggioranza si contrappone la disgregazione delle forze della minoranza che non solo non riescono a convergere su linee comuni ma che vistosamente litigano al proprio interno anche sulle risposte da dare alle decisioni della maggioranza di destra.
Il tutto è condito dall’offensiva mediatica che è ormai un monopolio di centro destra fatte salve alcune piccoli reti che difficilmente possono costituire un controcanto se anche i giornali sono schierati come un sol uomo a difendere la sensatezza delle decisioni governative. Ma proprio sulla 7, che considero una rete ancora relativamente indipendente, ho constatato che non c’è speranza, la qualità del giornalismo è così decaduta che anche su una legge così importante come la riforma delle tasse non riesce a far capire al volgo i veri termini della faccenda limitandosi a ironizzare e fare battute pur di sottolineare la propria indipendenza dai padroni del vapore.
Avrei troppe cose da scrivere ma francamente ho sempre meno voglia di farlo se non fosse per la necessità di tenere in esercizio la mente e per potermi sfogare un po’.
Tutti i partiti hanno promesso di ridurre le tasse. Tutti hanno mentito perché la promessa era condizionata al verificarsi di alcune condizioni effettive (aumento del PIL, aumento del debito, o diminuzione dell’evasione) o sottintendeva che la diminuzione era solo per alcuni è avrebbe premiato coloro che facevano parte di una classe sociale e che erano blanditi a livello elettorale da quel determinato partito.
Chi meglio di tutti ha cavalcato questa frode è stata la Lega che ha sposato l’idea della Flat tax ben sapendo che non era applicabile ne ora ne mai all’universo dei contribuenti e che poteva essere annullata dall’alta corte perché incostituzionale. Ma il paese è pieno di gente che crede che la terra sia piatta, che i virus si possano sconfiggere con diete che le scie chimiche provocano le alluvioni e quindi crede anche che la leva fiscale sia un optional perché l’economia migliora se si consuma di più e si lavora di meno.
Così il governo Conte 1 ha bilanciato la distribuzione delle sue risorse da un lato con il reddito di cittadinanza per i miseri e dall’altro con i prepensionamenti per i garantiti e la flat tax per le partite IVA. Chi timidamente poneva un problema di compatibilità finanziaria ha dovuto ammettere che la cosa era fattibile anche perché la pandemia prima e la guerra poi hanno scardinato ogni regola economica e finanziaria e reso quei provvedimenti economicamente compatibili.
In realtà il sistema aveva già introdotto da tempo delle imposte piatte, imposte che avevano una sola aliquota uguale per tutti. E’ il caso delle rendite finanziarie che se non ricordo male sono tassate al 21% o quello della cedolare secca sugli affitti tassati al 21% o al 10% a seconda dei casi tutti redditi che non si sommano al reddito della persona fisica su cui si applica l’IRPEF. Nell’ultima finanziaria l’aliquota del 15% di tassazione è applicata alle partite IVA fino al un reddito di 85.000 euro a apprendo solo ora (confesso la mia crassa ignoranza) che una leggina del 29 dicembre 2022 ha esteso il beneficio della flat tax anche a coloro che superano la soglia degli 85.000 euro: per questi viene tassato con il 15 % la differenza tra il reddito accertato nel 2023 il valore più grande tra i redditi del ’20 e ’21 per questo si chiama incrementale. Quando ieri sera su In Onda sulla 7 il leghista sciorinava particolari sulla flat tax incrementale i due conduttori apparivano del tutto incapaci di porre un freno ai suoi fuochi d’artificio, con dati puntuali che un comune cittadino come me potesse capire veramente.
Perché la flat tax leghista non potrà mai essere estesa a tutti? Banalmente perché il prelievo fiscale complessivo delle imposte dirette supera il 15% della somma di tutti i redditi anche se fosse eliminata del tutto l’evasione. Ad esempio il mio reddito lo scorso anno ha subìto un prelievo del 30%. Pensionati e dipendenti dovrebbero tutti votare lega e ottenere la flat tax anche loro. Una vera pacchia.
Tra le le tante promesse del leghista c’era ad esempio la promessa che nella nuova riforma sarà abolito l’acconto di novembre perché sarebbe un anticipo indebito del dovuto. I dipendenti e i pensionati che hanno il prelievo alla fonte pagano mese per mese l’irpef e l’anno dopo in giugno fanno un conguaglio che è in genere a proprio favore cioè pagano in anticipo mentre gli autonomi pagano il dovuto solo in due rate una a giugno e la seconda a novembre e quindi con un ritardo medio di 3 mesi e un eventuale conguaglio nel giugno successivo. Insomma non sono affatto penalizzati sui tempi ma vedrete questa è la litania che ripeteranno per propagandare questa riforma ‘ pagare solo a consuntivo e non in anticipo’.
Categorie:Economia e finanza
Non vendete 3
Popolo bue?
Riformare, riordinare, destrutturare
Operazione reddito di cittadinanza
Lascia un commento