La casta dei pennivendoli si è mobilitata a difesa di un direttore di giornale che tre gradi di giudizio hanno condannato al carcere. Anche se ora sappiamo il nome dell’infame, come ha giustamente detto Mentana, che ha materialmente scritto la diffamazione a mezzo stampa, ciò non diminuisce la responsabilità di Sallusti che già all’epoca avrebbe avuto il modo di ovviare ad un eventuale errore. Saremmo un paese più civile se anche un direttore di giornale varcasse la porta di un carcere, non solo i disgraziati, gli immigrati, i drogati e qualche politico.
Categorie:Politica
In carcere vanno anche gli assassini, i ladri, i mafiosi , gli strozzini, i pedofili, quelli che picchiano le donne le persone che sono pericolose per la società e vanno allontanate. Nel caso di diffamazione secondo me si devono calcolare pesantemente i danni morali e materiali e farli pagare. Il carcere per diffamazione a mezzo stampa comporta il rischio di essere usato come un utile strumento dei regimi per tenere in carcere persone scomode salvo poi chiedere tante scuse e comunque come deterrente per tenere sotto controllo l’informazione. Forse è meglio una notizia falsa in più (che può sempre essere smentita) che una notizia vera tenuta nascosta. Questo è il mio punto di vista. Aspetto di leggere gli altri. Grazie per aver aperto questo dibattito
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Ovviamente sono d’accordo con la tua precisazione ma ti chiedo: perché in 50 anni di regime democratico ci poniamo solo ora il problema della revisione di una legge fascista per difendere un personaggio mediaticamente molto presente? e questo non è forse l’epilogo di una fase in cui proprio la stampa è stata brandita come un randello da un regime liberal populista per distruggere o intimorire gli avversari? la casta che ci manipola serata dopo serata inserendo tarli nella nostra mente e nei nostri cuori ti ha compiutamente informata del fatto di cui si parla? con tutti i casini che abbiamo, re Giorgio, persona a cui voglio bene come a un padre, poteva starsene zitto lasciando alle forze politiche l’onere di prendere posizione, magari per l’abolizione della norma che prevede il carcere? Ma smettiamola di rovesciare il tavolo tutte le volte che il gioco non ci favorisce per cui ora si difende un principio sacrosanto dietro un vessillo ributtante .
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Hai ragione ma è l’eterno dilemma tra il principio e la realtà. Rosanna
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