Equivoci

Nei sistemi complessi, nei processi con troppe variabili interagenti gli ossimori, le contraddizioni, le sorprese sono all’ordine del giorno. Per non parlare degli equivoci spesso utilizzati intenzionalmente per raggiungere scopi non confessabili.

Dare da intendere una cosa per un’altra è il gioco preferito del potere che gestisce la comunicazione pubblica.

Condono o pace fiscale?

Ma insomma la cancellazione di milioni di cartelle erariali è un condono o no? Draghi ha dovuto ammettere che di condono si tratta ma è un piccolo peccato veniale inevitabile visto che lo Stato è così inefficiente da consentire a cittadini infedeli di fare spallucce per vent’anni senza conseguenze. Parola di Beato! Altri sostengono che si tratta di un doveroso aiuto a chi non può pagare a causa della pandemia, è per ciò che questa provvidenza sta nel decreto sostegni! Infatti la pandemia ci perseguita da vent’anni, no? Altri ingoiano il rospo perché sanno che quando si cancellano con un Delete milioni di cartelle fiscali qualche centinaio o migliaia di votanti forse potrebbero essere riconoscenti. E poi, si sa, il fisco è antipatico e un governo che lo tiene a bada non può che essere simpatico. Scusate il mio sarcasmo ma sono infuriato e deluso, deluso dal Beato che credevo fosse più deciso nella gestione di questa fase difficile della cosa pubblica, tanto valeva tenersi Conte e Zingaretti.

L’equivoco sta nel far ritenere che il beneficio complessivo in termini di sconto fiscale va a favore di tutti i cittadini e in maggior misura ai meno abbienti. E’ ovvio che il beneficio non è uniforme ed è proporzionale al grado di infedeltà o disordine del singolo cittadino che se ne è fregato di sistemare la propria posizione fiscale. E se si abbuonano piccole somme l’effetto non sarà quello di stimolare l’economia distribuendo soldi ma di deprimerla incentivando l’infedeltà fiscale.

Caro Bolletta come avresti fatto tu nei panni del Beato Mario da Francoforte? Semplice avrei deciso

  • che non sono dovuti interessi di mora per il periodo che va dall’inizio dell’epidemia,
  • che l’Agenzia delle Entrate congela quelle cartelle e le archivia ma ne fa un albo elettronico unico nazionale a cui qualsiasi ente erogatore di soldi pubblici deve poter attingere prima di erogare una qualsivoglia somma di danaro. Ciò, soprattutto per quanto riguarda, tutti i vari ristori ed aiuti che in questo momento tutti reclamano dallo Stato come fosse lui il responsabile della epidemia, ovviamente gli aiuti saranno decurtati dell’ammontare dovuto dal beneficiato,
  • che lo Stato, quale creditore primario, si riserva di prelevare le somme dovute in sede di donazione, compravendita e successione nel caso di persone fisiche e di liquidazione nel caso di società.

Insomma condoniamo le multe di 20 anni fa e pensiamo di governare la diffusione del virus con nuove multe salate comminate a giovani senza lavoro e senza patrimonio … spuntiamo le armi repressive che dovremmo usare se volessimo veramente chiudere questa fase.

Variante inglese

Altro esempio di uso equivoco delle parole è la questione delle varianti. E’ tradizione assegnare alle mutazione il nome del paese in cui per la prima volta ciascuna è stato codificata. Nessuno ci ha chiarito bene (almeno io non l’ho capito bene) se la diffusione di tali mutazioni sia effetto dei contagi provocati dagli spostamenti degli umani infettati a partire dal paese d’origine, oppure, vista la vastità della diffusione di tali varianti, non sia dovuto al processo di replicazioni che prima o poi porta alla selezione di tali mutazioni in modo diffuso anche in regioni molto lontane. Quale che sia il meccanismo di diffusione, sembra che il riaccendersi del contagio coincida con la presenza di varie mutazioni che adattandosi all’ospite e mitigando la propria virulenza e letalità sono capaci di infettare più efficacemente molti individui poiché allunga la sua fase di latenza in soggetti paucisintomatici. Ma parlare di variante inglese conduce all’equivoco di pensare che se non ci sono stati in giro turisti ed ospiti inglesi si possa stare tranquilli. Equivoco rinforzato anche dal linguaggio: si parla di circolazione del virus e non di trasmissione del virus. Nella prima accezione il virus sembra avere le gambe o le ali e si propaga da solo mentre nella seconda accezione la propagazione dipende dai contatti tra umani, gli umani sono le gambe e le ali del virus.

Piccole sfumature semantiche? Forse, ma pensate alle implicazioni sulle scelte dei comportamenti da vietare: vietare gli spostamenti tra regioni o vietare gli assembramenti nel bar sotto casa o nelle piazze o nei viali dello struscio? Sono più pericolosi i contatti tra amici e coetanei in giornate vuote di impegni o una attività scolastica ben organizzata con spostamenti a piedi o in macchina con i genitori?

Insistere nel dire che la terza ondata dipende da una variante inglese o sudafricana rischia di mettere in sordina la ragione principale e cioè la stanchezza delle persone, la sicumera di chi è certo che non ci sono rischi se si sta tra i soliti amici e parenti ma in tanti, lo scetticismo di chi si è abituato agli annunci terroristici della stampa.

Ma nell’uso insistente della connotazione geografica della mutazione si provoca anche una mutazione del nostro atteggiamento che scatena sentimenti di astio nei confronti degli stranieri. E’ di queste ore la polemica tra l’Unione Europea e il Regno Unito circa l’esportazione dei vaccini prodotti nei rispettivi territori. L’equivoco comunicativo è: gli inglesi ci hanno infettato ed ora ci sottraggono i vaccini che sono prodotti dagli europei … perfida Albione …

Insomma si gioca molto sulle parole ma la situazione peggiora.



Categorie:Coronavirus, Politica

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