Brutto spettacolo da parte delle province che invece di dire se e come sia possibile razionalizzare le spesa per realizzare la spending review prendono in ostaggio i cittadini minacciando la chiusura delle scuole anticipata a Natale per assenza di riscaldamento.

Forse è una giusta reazione da parte di istituzioni che sono nel mirino del dileggio mediatico secondo cui le province sono enti inutili. Effettivamente si possono razionalizzare e rendere più economiche ma chi gestirà gli edifici scolastici di tante scuole superiori, chi farà la manutenzione delle strade provinciali e di tante altre cosette, di cui i cittadini non si rendono nemmeno conto perché sono abituati a disporne automaticamente?
Anch’io quando facevo il preside ho detto tante volte alle famiglie che si lamentavano di qualche carenza strutturale del mio istituto: ‘cara signora, nelle ultime elezioni i cittadini hanno votato per ottenere una riduzione delle tasse e, meno tasse meno servizi, e il peggio deve ancora arrivare!’ ma non ho mai ridotto intenzionalmente un servizio per amplificare il disagio dell’utenza.
La mia sensazione, ora, è che la casta politica ancora insediata, l’alta burocrazia che si sente minacciata dal clima di rigore, le corporazioni pseudosindacali che vivacchiano al caldo delle strutture pubbliche possano fare fronte comune contro uno stato nazionale i cui conti sono sotto mirino delle agenzie di rating, delle banche, delle borse, degli investitori, dell’UE. Uno stato che dovrà fare scelte dolorose, qualsiasi sia la maggioranza politica o tecnocratica che succederà all’attuale governo. Ed ovviamente sarebbe eversione pura amplificare il disagio dei cittadini bloccando intenzionalmente i servizi quasi fosse uno sciopero di una categoria di prestatori d’opera.
Categorie:Economia e finanza, Politica
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