Anche se i miei amici mi raccomandano di rilassarmi, ormai questo sfogo mattutino è diventato una specie di pillola per la pressione a cui puntualmente si deve ricorrere.
Ieri, 24 ore dopo l’annuncio dei due comitati di saggi da parte del Presidente, i partiti aveva già preso le distanze, in modo più o meno marcato creando i presupposti per effetti disastrosi di questa scelta sulla borsa e sull’economia, effetti che domani sembra che tutti sperino di riscontrare. Ormai la politica del tanto peggio tanto meglio sembra essere comune a tutti, a Bersani compreso.
Anch’io sono rimasto deluso e sconcertato dalla soluzione adottata ma riflettendoci su mi sembra che in effetti fosse ingenua la mia speranza nella scelta di Boldrini come toccasana, come sorpresa pasquale in grado di risparmiarci altri dolori.
La realtà è che non c’è nessuno al di sopra delle parti che goda di una leadership così forte da superare quella dei tre generali asserragliati nelle tre trincee in cui il parlamento è diviso. L’esercizio dialettico delle lunghe ore di dibattiti politici che i vari soloni e opinionisti sviluppano con brillante intelligenza serve solo a banalizzare e rendere inconsistente qualsiasi opzione si presenti come possibile. Per questo l’idea di costituire queste commissioni non ci entusiasma perché ci immaginiamo che diventino una replica di Ballarò, con opposti schieramenti che si confrontano all’infinito.
Ma Napolitano non poteva fare altrimenti se doveva, come il maggior partito gli aveva chiesto, varare un suo governo al di sopra delle parti che si presentasse in parlamento.
Perché non aveva nominato gli esperti nel caso del governo Monti e fece il governo in mezza giornata? Perché il programma di governo era già scritto nel dettaglio, erano i punti concordati dal governo Berlusconi con la commissione europea che il governo di destra non riusciva ad approvare perché la maggioranza parlamentare di cui disponeva si era sfaldata. Il programma, dunque c’era e l’uomo fu presentato su un piatto d’argento dal Corriere, un supertecnico conosciutissimo in Europa che aveva formulato una semplice ma seducente teoria: nel programma europeo ci sono coppie di provvedimenti che se adottati contemporaneamente possono scontentare simmetricamente i due schieramenti opposti. (Effetto collaterale non valutato: sviluppo di una reazione populistica al centro)
La situazione era allora così grave e la strada da percorrere così univoca che il PD che poteva stravincere le elezioni, sapendo di dover prendere quelle stesse amare medicine dopo la vittoria, preferì affidare il potere al chirurgo super partes.
Ora Monti si è bruciato, non ci sono idee magiche risolutive per cui prima di scegliere una persona adatta occorre scrivere uno straccio di programma che un personaggio, politico o no, sia in grado di presentare e difendere in parlamento.
Cioè si tira a campare fino alle elezioni del nuovo presidente della Repubblica. Poi si vedrà.
In queste ore vedremo se Bersani ha la stoffa del politico o è solo lo zio Bersani non in grado di insediarsi ed assumere il ruolo di vero padre capofamiglia.
Se Bersani pensa che Grillo e il suo movimento siano un pericolo reale per la democrazia deve allearsi con il diavolo e fare quel governo di coalizione proposto da Berlusconi che faccia tre cose in vista di elezioni che superino questo parlamento tripartito. Se pensa che il diavolo sia così pericoloso che vada assolutamente evitato e vuole una vera fase di cambiamento, contratti veramente con M5S, magari facendo un viaggetto a Genova. Da un governo del presidente, il PD ha solo da perdere. Il debole vantaggio che ha in parlamento lo deve giocare rischiando di suo altrimenti lo perderà inesorabilmente come i primi sondaggi dimostrano a favore di Berlusconi.
Oggettivamente le grillinate e le prime scelte dei pentastellati in parlamento portano voti a Berlusconi.
E, buona pasquetta, ma questa mattina anche il clima meteorologico non contribuisce a vedere i colori della primavera!
Categorie:CinqueStelle, Politica
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