Nel dibattito su Marino si cerca spesso l’assassino ed è facile fare un lungo elenco di cospiratori o di complottisti. La grande stampa, i grandi interessi economici, il Vaticano, Renzi. Raramente viene evocato il popolo romano, la gente comune.
La città è sporca. Gli spazzini non puliscono bene, le gente sporca oltre ogni misura. I giovani scrivono ovunque, rovinano i vetri dei mezzi pubblici, spaccano i sedili, la gente indaffarata sputa la gomma ovunque, piscia dietro ogni angolo, i vecchi lasciano la spazzatura fuori del cassonetto. La gente parcheggia come capita, in seconda e terza fila … I media con a capo il Corriere che si è inventato la Casta, rassicurano e giustificano questo popolo cialtrone dicendo che la colpa è tutta dei politici che rubano, non è parso vero trovare che il grande Marino si è forse approfittato di qualche cena …
In realtà il popolo cialtrone, scusate, il popolo sovrano ha avuto un ruolo decisivo in questa storia. Immediatamente dopo l’insediamento di Marino la città divenne più sporca e disordinata, le gente più e meno consapevolmente sabotava la nuova amministrazione con il proprio sacchetto dell’immondizia lasciato nel posto sbagliato, i vigili sono spariti dalle strade o se capitava di trovarli erano più sgarbati e indisponibili del solito. Non parliamo dei tranvieri o degli impiegati agli sportelli, tutti vittime dell’inefficienza di piani alti, tutti rancorosi e aggressivi. Atti ‘politici’ di disubbidienza ad un nuovo ordine inaccettabile.
Marino ha la responsabilità di aver sottovalutato l’ostilità che troppe persone avevano nei suoi confronti. Ha fatto errori che nessun preside (ricordo che ho fatto questa esperienza) farebbe: inimicarsi i suoi collaboratori e gli addetti comunali con minacce e prese di posizione che non sortivano a nulla.
Questa vicenda, il modo in cui è stata gestita anche da coloro in cui abbiamo sperato è un altro passo in giù, un’altra picconata alla civiltà della nostra città, il degrado civile sembra essere inarrestabile.
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