Oggi sono incerto sul post da scrivere, ho due possibilità una lieta e positiva, l’altra cupa e pessimista. Fossi per caso ciclotimico!
Comincio a raccontare il fatto negativo.
Recentemente la linea di shuttle che collega gli aeroporti al centro di Roma ha previsto una fermata anche nel mio quartiere, l’Aurelio, fermata vicina alla metro e a molte strutture ricettive che gravitano intorno al Vaticano, una periferia con un gran via vai di turisti.
Per noi un vera manna perché ora Fiumicino si raggiunge in mezz’ora comodamente e a poco prezzo.
Se esistesse una amministrazione comunale, se funzionasse una amministrazione del municipio, questa fermata in cui transita un pullman ogni quarto d’ora circa sarebbe provvista di chiare indicazioni, orari, pensiline e perché no gabbiotti per attendere in modo confortevole e protetto. Cosa fattibile perché nel punto prescelto il marciapiede è molto largo e il tutto sarebbe realizzabile semplicemente e a poco prezzo. Nemmeno a parlarne, una striminzita tabella illeggibile, cinque cassoni dell’immondizia normalmente debordanti e sporchi, un grande banco di un fruttarolo, macchine disordinatamente posteggiate.
Dei ragazzotti con distintivo, quasi sempre non italiani, sono lì ad assistere gli ignari ed increduli turisti dicendo che sì, è proprio lì che fermerà l’autobus per Fiumicino. Nessun cartello indica la stazione della metro, non lontana ma non visibile direttamente.
Da molti giorni volevo scrivere qualcosa sul mio blog ma l’inutilità di queste lamentele mi ha sempre frenato, in fondo sembra che a Roma le cose procedano bene e in giro non si vedono più cittadini arrabbiati che si lamentavano di tutto perché nulla funzionava e tutti rubavano.
Poi questa mattina verso le 8,30, mentre ero diretto a Villa Pamphili per la mia passeggiata da pensionato perditempo, sentendo il fetore ripugnante dei cassoni della spazzatura, scorgendo l’assembramento delle signore che sceglievano a due passi la frutta e la verdura, udendo lo strombazzamento delle macchine che non riuscivano a passare perché lo shuttle era fermo in doppia fila, perché sulla sua piazzola sostava un camion per un trasloco di masserizie, sentendo l’autista che ad alta voce imprecava dicendo ‘ma che cazzo me frega a me, se volete salì salite perché io tra poco me ne vado’ a poveri turisti che faticosamente caricavano enormi valigioni sul bagagliaio, ho capito una cosa molto semplice: tra noi romani, tra noi italiani, sta prevalendo un cupio dissolvi, una specie di suicidio collettivo per cui le piccole e grandi opportunità che la buona sorte comunque ci riserva non vengono colte, anzi sono rifiutate.
Roma sta precipitano in un burrone, e la gente dietro felice e contenta, dietro a quattro sciamannati che non sanno di cosa parlano ma pretendono di risolvere loro tutti i problemi con l’honestà.
Il racconto positivo alla prossima.
Categorie:Riflessioni personali
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