Legge maggioritaria, il vero pericolo

La vicenda di Roma e della formazione della giunta Raggi mette in evidenza il problema della  legge che regola i comuni e che andrebbe al più presto rivista. Non solo riduce il consiglio a mera funzione di supporto al sindaco pena lo scioglimento e nuove elezioni ma lascia al sindaco il potere illimitato di scegliersi i consiglieri di sua fiducia. Insomma noi cittadini andiamo due volte a votare senza poter dir nulla sulla giunta.

Gli assessori sono allora o dei politici potenti che supportano/ricattano il sindaco o dei tecnici spesso presi dalle burocrazie amministrative e giudiziarie che operano senza un preciso mandato se il programma politico del sindaco vincente non è sufficientemente chiaro ed operativo.

Insomma un tipo di democrazia che non assicura la competenza ma solo l’equilibrio dei poteri e degli interessi in gioco. E’ per questo che la Raggi vacilla perché è senza un chiaro programma operativo e senza una base elettorale personale.  E’ destinata ad obbedire ai dictat del partito e ai gruppi di opinione e ai poteri  che l’hanno eletta, come in fondo aveva già promesso di fare prima delle elezioni sottoscrivendo un contratto (illegale) con la ditta privata Casaleggio &C che prevede una penale di 150.000 euro se non si conforma alle linee del movimento.

L’esito delle votazioni a Roma dovrebbe farci riflettere, il maggioritario drogato da premi di maggioranza esagerati è un rischio troppo grave per tutti.

La Raggi sbandiera il suo 67% di voti al ballottaggio ma dimentica che più del 40% dei romani aventi diritto al voto non ha votato.

Nella prima tornata  elettorale il M5S ha raccolto il consenso del 20% reale dei cittadini, tutte le altre forze stanno sotto al 15 reale, la sinistra vera raccoglie il 3% vero, i fascisti circa il 12% ….

La Raggi è stata temeraria ad andare al ballottaggio, sola contro tutti, avere sin dall’inizio contro l’80% della popolazione, 80% di scettici, di indifferenti, di contrari o addirittura di loschi figuri.

Questo è stato vero a Roma ed ora ne paghiamo lentamente le conseguenze ma è vero in tutto l’occidente, il lento superamento del bipolarismo destra e sinistra genera forze nuove  che impediscono la vecchia alternanza tra due forze principali che oscillano intorno al 50%

Due sole sono le strade possibili:

  1. il proporzionale puro e l’esistenza di una democrazia assembleare che crea nel dibattito le maggioranze necessarie alla soluzione dei problemi man a mano che questi si prospettano,
  2. premi di maggioranza tipo quelli previsti dall’italicum con tutti i rischi che questo comporta, potere eccessivo ad una sola piccola parte troppo minoritaria e facilmente manipolabile dai poteri forti. Infatti in un sistema tripartito con tante forze residuali piccolissime, bastano piccoli spostamenti di voti per ribaltare radicalmente la situazione. Di qui la grande forza dei mass media che non hanno bisogno di spostare grandi masse ma solo di gestire piccoli gruppi di opinione magari con internet.

Il caso spagnolo è emblematico, lo stallo determinato dal potere di interdizione di Podemos non sappiamo se e come si risolverà, non possiamo escludere che alla lunga non possa determinare il definitivo sgretolamento della Spagna come stato nazionale, d’altra parte una terribile guerra civile è storicamente recente.

Più ci penso e più mi convinco che i premi di maggioranza se sono una necessità pratica per decidere e operare dovrebbero essere a tempo, ad esempio 2 anni su 5 di mandato. In pratica gli eletti con premio di maggioranza decadono comunque dopo 2 anni, se nel frattempo nell’assemblea si forma una nuova maggioranza, quella continua a legiferare e tener in piedi il governo altrimenti si torna a votare.

L’altro estremo è il modello della democrazia diretta tramite click elettronico secondo il modello 5S. Naturalmente se venisse adottata realmente la Raggi camperebbe poche settimane perché la plebaglia che aspetta l’autobus o la metropolitana o subisce lo schizzo della pozzanghera su cui sfreccia la macchina del riccastro di turno tornata a casa si attaccherebbe al proprio personal e invierebbe un click di censura senza remissione. Sarebbe il trionfo di un giacobinismo sistematico.

Molti dei dibattiti sulla rete in queste ore hanno proprio il sapore del giacobinismo classico, l’idea che se un rappresentante non funziona lo si cambia. Non è così, Raggi l’abbiamo votata ed ora ce la teniamo a meno che non faccia qualche illegalità e allora ci penserebbe la magistratura. Ricordiamocelo quando votiamo con leggerezza o per dispetto senza valutare a fondo il valore dei nostri eletti.



Categorie:Legge elettorale, Politica

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1 reply

  1. Lo so dal 1992 cioè da mani pulite che si volevano prendere il paese vorrei dire i fascisti ma in realtà la confindustria che sono fascisti travestiti da liberisti. Non a caso è l’unico partito rimasto in piedi.

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