In questi giorni affannosi in cui la vera catastrofe si avvicina, quella della disgregazione dell’ideale europeo con la vittoria dei particolarismi, dei tribalismi, degli egoismi delle invidie dei vincenti verso i perdenti, c’è una piccola cosa che mi chiedo e che mi fa riflettere.
L’economia, la finanza, la borsa, i mercati possono essere rappresentati come delle battaglie, dei giochi in cui dei competitori cercano il proprio vantaggio a scapito degli avversari. In qualsiasi battaglia campale lo schieramento e le strategie sono segretissimi perché il nemico potrebbe avvantaggiarsi della conoscenza delle mosse nemiche. Per questo una volta c’erano le spie. Ci sono ancora ma in questa guerra non servono.
In questa battaglia in cui il punto debole da spolpare è l’Europa, i suoi Stati, prima quelli più deboli che sono rimasti indietro nella fuga, poi quelli più forti che rimarranno soli quando i più deboli sono stati annientati, in questa battaglia in cui vige il si salvi chi può per cui il singolo cittadino, la singola comunità cittadina, la singola valle, la singola isola, la singola regione, il singolo partito, si isola dal gruppo e si batte solitariamente pensando di salvarsi, i generali europei, i nostri generali, pubblicano con editti dettagliati gli schieramenti, le strategie, le mosse e contromosse fornendo al nemico tutte le informazioni necessarie per colpire nei punti deboli dove e come vorrà. Qualche generale pensa bene di indicare al nemico quale armata, non la sua, potrebbe essere colpita per prima promettendo anche qualche forma di supporto così potrà trattare una pace separata conveniente.
In questi giorni abbiamo avuto la riprova di questa situazione: non appena è stato tecnicamente certo il salvataggio delle banche spagnole è ripresa la battaglia con una virulenza inaspettata. Il nemico ha avuto una informazione decisiva sugli schieramenti e sta colpendo dove ora sa di poter colpire. L’Europa ha deciso di salvare le proprie banche utilizzando i fondi che servivano a salvare gli Stati, gli Stati devono farsi carico di questo salvataggio, gli Stati non hanno un prestatore di ultima istanza (banca nazionale o federale che stampa moneta alla bisogna), un fornitore efficiente e rapido che fornisca munizioni quindi la speculazione riprende ad azzannare più furiosamente gli stati nazionali più deboli.
Una volta, gli interventi sull’economia e sulla finanza venivano adottati per decreto legge a borsa chiusa alle 11 di sera e la mattina erano già legge vigente. Ora i provvedimenti europei sono annunciati, discussi, adottati approvati e dopo due o tre mesi diventano operativi: c’è veramente modo di diventare super ricchi!
L’unica cosa seria che ho letto in questi giorni è stata la risposta di Draghi a una giornalista che chiedeva cosa farà la BCE in caso di aggravamento della situazione. ‘Vedremo’ è stata la risposta, la più saggia che un Governatore può dare. Il nemico non deve sapere dove, come e quando la BCE potrà far fuoco.
Quindi cari politici/tecnici, ‘Silenzio, il nemico ti ascolta!’
NB. Il nemico in questa guerra non sta al di là della trincea ma sta di qua, tra noi. E’ la signora che mi siede accanto nel borsino della banca e che disinveste presa dal panico, è la finanziaria che lancia con un pubblicità a tutta pagina (Repubblica del 24/7/12) certificati di deposito in valuta non euro (dollari e sterline), è l’italiano che, senza capire bene perché, compra Bund a reddito negativo, sono i giornali nazionali che nelle rubriche specializzate alla domanda ‘come salvarsi’ rispondono ‘diversificare in valuta’ e che pompano l’odio/invidia per la Germania. L’elenco è molto lungo.
Categorie:Economia e finanza, Politica
Commento me stesso. Questo post è stato scritto prima della presa di posizione ufficiale di Londra del governatore Mario Draghi che ha invertito la deriva negativa delle borse europee. Anche in questo caso non ha spiegato bene che cosa farà ma ha detto che farà tutto quello che potrà. La mossa è stata efficace.
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