Oggi vorrei fare un commento sui commenti alle primarie del centrosinistra.
Ho seguito lo speciale di Mentana sulla 7. Il meglio del giornalismo italiano, commentatori autorevoli, ben schierati nella politica italiana. Il regista ha mostrato sul doppio schermo i due discorsi dei candidati in sincrono con il primo piano di un giornalista alla volta il quale seguiva ammiccando con gli altri giornalisti, esprimendo silenziosamente con l’espressione del viso apprezzamento, delusione, meraviglia, noia a seconda dei casi. In particolare la prima parte, quella dedicata a Renzi, ha presentato quasi un disagio da parte dei giornalisti visibilmente spiazzati da una discorso ben costruito, saggio, certamente nuovo rispetto al cliché del rottamatore rompiballe. Era chiaro che si aspettavano nuove polemiche e non si rassegnavano all’idea che Renzi disciplinatamente rientrasse nei ranghi della sua attività di militante e di sindaco. E siccome i giornalisti conoscono la verità vera e siccome convengono tra loro delle analisi assunte come ipotesi da verificare, mai da smentire, si ostinavano a dire che era impossibile che Renzi abbandonasse il campo rinunciando a un suo partito o alla costituzione di una corrente molto forte. E se diceva il contrario diceva una bugia. Stessa operazione è stata fatta con l’intervento di Bersani e dei rottamandi del PD. Gli autorevoli giornalisti si sono comportati come esponenti politici che interpretavano i fatti curvandoli alle proprie convinzioni.
Poveri politici! sono caduti così in basso che per governare è stato deciso di prendere il rettore della Bocconi e altri tecnici, rigorosamente non politici, per comunicare con la gente devono prezzolare dei giornalisti (scandalo regione Emilia Romagna), non possono nemmeno commentare gli eventi più significativi della politica.
Non era meglio commentare i risultati del centrosinistra con un panel di politici ad esempio con anche i tre competitori esclusi dalla prima tornata e con qualche politico della destra che ha preso posizione sulle primarie?
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