Con le unghie!

Ho seguito come tanti la diretta dell’incontro tra Bersani e i rappresentanti di Grillo. E’ stata una sofferenza vedere quanto si dovesse contenere Bersani per non sbottare, per non mandare affanculo quelle facce di impuniti. Avete visto alla fine la faccia soddisfatta e gaudente della Lombardi che assume sempre più le espressioni della strega di Biancaneve?

Sbollita la rabbia e la delusione, ho cercato di riflettere sulla situazione durante la mia passeggiata da pensionato.

Dunque, Bersani non può fare il governo a cui aveva pensato, non vuole allearsi con Berlusconi per non dimostrare plasticamente il teorema di Grillo, deve fare qualcosa.

Primo. La smetta di fare la persona per bene, tiri fuori le unghie perché ora è in trincea a dovrà scavare con le unghie. (per inciso sto rileggendo tanto per tirarmi su Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu).

Secondo, analizziamo i rapporti di forza. Ci sono tre forze tra loro incompatibili, nessuna può governare da sola e si deve tornare alle elezioni. Se si torna alle elezioni è ovvio che il PD perde il misero vantaggio attuale a favore di uno degli altri due. Intanto mettere a frutto il vantaggio attuale con la presidenza della repubblica. Mancano solo 3 voti al PD e al centrosinistra, occorre avere il coraggio di un nome non di apparato ma affidabile e competente. Io vedo due nomi, ma non sono un esperto: Rodotà che farebbe l’occhiolino alla sinistra non rappresentata in parlamento e potrebbe attirare un residuo di coerenza in qualche grillino, oppure Zagrebeski, liberale, competente, colto che è sceso in piazza contro Berlusconi. Nessuna mediazione o accordo. Fermezza contro la sfacciataggine di chi ha il coraggio di candidarsi alla massima magistratura dello Stato con le pendenze penali che ha tuttora in corso.

Bersani deve chiedere a Napolitano di anticipare le sue dimissioni, se veramente vuol salvare il salvabile.

Bersani deve rovesciare il tavolo, o meglio, ruotare il tavolo scambiando i ruoli.

Finora il vantaggio dei voti e la maggioranza netta in una camera è stata vista come una responsabilità, un mandato che ti mette sulla graticola mentre gli altri si divertono a soffiare sul fuoco con il potere di interdizione.

Dopo questo primo giro fallimentare, Bersani deve interpretare il suo vantaggio come un vero potere di interdizione. Accettare che le altre due forze siano incaricate di fare il governo, attendere che nuovi presidenti incaricati, nell’ordine del PDL e se non riesce il M5S, presentino uomini e programmi e dire sì se vale la pena o dire no in modo motivato. Ad esempio i leghisti non vogliono la legge sulla cittadinanza, il PD avrà facile gioco a precisare quali aspetti del programma PDL non sono accettabili e quali programmi sono gravemente mancanti. Facile prevedere che Berlusconi non accetterà un governo monocolore con appoggio esterno.

La mano passerà a M5S, vedremo uomini e programmi e il PD deciderà se dare fiducia oppure no, in modo motivato. A quel punto il PD dovrà però dare quella fiducia che ora chiede al M5S selezionando priorità e contenuti che forse saranno uguali ai famosi 8 punti.

Follia? Sto impazzendo? forse, anzi, cari amici se pensate che questo sta diventando un chiodo fisso, anticamera della depressione avvertitemi in tempo che mi curo!

Il mio ragionamento si fonda sulla battuta di Bersani: date ‘sta fiducia, una fiducia come si dà così si toglie, ma così cominciamo. Vale il ragionamento simmetrico: Bersani dacci ‘sta fiducia, una fiducia come si dà così si toglie, ma così cominciamo.

Nulla di nuovo rispetto a quanto scrivevo immediatamente dopo il voto.



Categorie:CinqueStelle, Economia e finanza, Politica

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