Oggi si parla di ius soli sulla scia della presa di posizione di Grillo. La questione sta diventando prioritaria. Alcuni si stanno meravigliando, come tante anime belle, che il nostro demiurgo, che ormai cala a Roma come fosse il nuovo padrone della volontà popolare, abbia affermato che il Parlamento non potrebbe modificare nulla in proposito senza un referendum popolare. Grillo dimentica che non siamo in Svizzera e che i referendum da noi sono solo abrogativi e che il popolo può proporre le leggi ma è il Parlamento che le fa.
Ma le anime belle che ora si meravigliano scoprendo una punta xenofoba nell’ideologia del nuovo leader rimangono delusi dopo che si sono entusiasmati all’idea di una nuova moralità pubblica dettata dall’esempio preclaro dei nuovi rappresentanti della ggente ispirato dal padre nobile Stefano Rodotà.
Il movimento 5S, nella sua furia iconoclasta, propugna il referendum sull’euro e sull’Europa (senza specificare chiaramente come voterebbe, così i destri e i sinistri possono convivere nel M5S), sostiene che con la liretta potremmo vivere bene se adottassimo una politica protezionistica, ergo il protezionismo xenofobo era già stato evocato più di una volta. Le anime belle di sinistra si sveglino prima che sia troppo tardi.
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