Signori, la corte!

Quando entra la corte ci si alza in piedi. Una delle poche cerimonie sopravvissute in questo Stato slabbrato.

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Alziamoci in piedi di fronte alla corte costituzionale. Con un colpo di spugna ha cancellato il porcellum e riportato il sistema parlamentare al proporzionale puro. Finite le velleità decisioniste, autoritarie, stabilizzatrici, efficientiste, moralizzatrici che dal referendum Segni, dal decisionismo di Craxi, dal volemose bene Berlusconiano, dal maggioritario per bene Veltroniano fino alla carica disordinata di Grillo, all’OPA mediatica di Renzi ci hanno condotto fin qui.

Ora questo Parlamento per come è composto non potrà decidere una nuova legge con un premio di maggioranza che possa eliminare dal gioco uno dei tre contendenti, il PD, la destra e M5S. La posizione extraparlamentare di Berlusconi impedisce quell’accordo che era possibile nel governo delle larghe intese, che avrebbe consentito qualche meccanismo atto a frenare l’ascesa del grillismo. Sarebbe numericamente possibile un accordo PD M5S ma sarebbe contro la destra e costerebbe ai due compari una perdita di consenso verticale. Quindi un accordo non è possibile.

Che succede se non trovano un accordo? Non sono un competente, penso che si torni alle leggi che furono annullate dalla legge abrogata, sostanzialmente al proporzionale della prima Repubblica.

L’effetto è imprevedibile, o meglio, è certa una sola cosa: nessuno può sperare ora di stravincere, di sfondare, di avere la maggioranza assoluta in Parlamento. Nessun plebiscito, nessuna investitura carismatica, nessun unto del Signore a salvare la patria. Si deve tornare a parlamentare, a discutere, a confrontarsi, a coalizzarsi tra forze diverse ed indipendenti. In fondo l’Italia è cresciuta, e cresciuta tanto, con un governo all’anno, nella prima Repubblica.

Renzi non potrà alzare la voce con nessuno non potrà dettare l’agenda perché il suo partito potrà al massimo arrivare al 30%, le elezioni di primavera evaporano magicamente e forse anche la sua travolgente vittoria domenica prossima, gli conviene restare a comandare a Firenze. Grillo dovrà tornare ad organizzare il suo tour di spettacoli, quelli veri, se ancora ha un pubblico disposto a ridere. Il suo movimento o vince nelle piazze come tentò di fare il movimento studentesco, qualche movimento sindacale, la sinistra e la destra terrorista, oppure è inchiodato al suo 20%, la gente sarà pure disperata ma non è scema e i sinostrorsi intellettual borghesi che leggono il Fatto prima o poi apriranno gli occhi. Berlusconi potrà agitarsi quanto vuole ma senza la magia del porcellum anche i leghisti saranno meno interessati ai suoi giochi di potere, torneranno a fare politica autonoma in parlamento.

Io sono contento. C’è un giudice anche a Roma non solo a Berlino o a Milano.



Categorie:CinqueStelle, Legge elettorale, Politica

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2 replies

  1. La tua rapida e lucida analisi mi ha chiarito la situazione così creatasi. Ed eliminato i dubbi residui sulle primarie di domenica prossima…

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  2. bene, mi ritrovo: in fondo Renzi è l’ultimo berlusconiano rimasto sulla piazza… 😉

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