Porcate varie

Noi gufi rosiconi che abbiamo votato No al referendum non siamo mai soddisfatti, neanche questo proporzionale in salsa tedesca ci va bene. Povero Mattia il gradasso, lui cerca di accontentare il popolo, ora ha anche il consenso dei populisti e della destra e tuttavia questi vecchiacci che non vogliono farsi rottamare continuano a lamentarsi.

La cronaca di queste ore è ricca di spunti per capire la china pericolosa in cui ci siamo incamminati da tempo e le ragioni del fallimento del renzismo.

Decisionismo e colpi di mano

Sono passati mesi ed anni, il problema della legge elettorale è diventato centrale per gli equilibri della Repubblica, dibattiti infiniti, tempi morti in attesa di questo e di quello e poi all’improvviso in pochi giorni esce un coniglio dal cappello, figlio di nessuno ma delle circostanze e della contingenza. Una telefonata a Silvio, barone di Arcore, contatti segreti con la setta del gran giullare e voilà la nuova legge elettorale di cui tutti parlano senza avere il testo, che cambia di ora in ora in tutto e in parte serbando solo qualche piccolo titolo per gli allocchi che si sentono grandi esperti: sistema alla tedesca quasi fosse una mercedes o una lavatrice. Decisionismo e colpi di mano sono stati all’o.d.g. del governo Renzi, tanto da rendere i suoi accoliti spesso spiazzati e impreparati davanti ai teleschermi.

Slogan fuorvianti

Aboliamo il senato! poi te lo ritrovi con una miriade di nuove e complesse competenze senza poterne votare i membri. Siamo europeisti, ma l’Europa è la responsabile dei nostri mali e ci affama. L’elenco potrebbe essere molto lungo. L’elenco delle contraddizioni, si dice una cosa e si fa il contrario, sarebbe molto lungo. L’ultima presa in giro è di ieri sera: accordo per l’abolizione delle liste bloccate, pardon, dei capilista. Evviva ora i cittadini possono scegliere il loro candidato di collegio …. continui ad ascoltare con interesse e con speranza. Poi apprendi che si riduce il numero dei collegi elettorali e che quindi il numero degli eletti nei collegi si abbassa al 40% del totale mentre il resto proviene con il proporzionale puro dalle liste bloccate sulle quali non si può esprimere una preferenza a singoli candidati. Rimane l’impossibilità di voto disgiunto per cui all’elettore non è consentito fare scelte sulle persone.

Superficialità

La prèscia renziana, la necessità di decidere in fretta e furia provoca superficialità e pressappochismo. I cittadini hanno bisogno di capire, di riflettere, non si può cambiare proposta ogni settimana senza chiarire pacatamente le ragioni pro e contro di ciascuna proposta. La stessa modalità di circolazione delle informazioni televisive ridotte a pillole di dichiarazioni rese dai portavoce e presentate in rapida sequenza giocando sulle parole e sulle interpunzioni provoca nel cittadino medio, anche in quello che avrebbe gli strumenti culturali per capire, una forma di rifiuto per cui si aspetta passivamente che abbiano deciso così non ci si pensa più.

In effetti gli attori della pantomima non si rendono conto della posta in gioco. Si sta andando in modo affrettato verso una china molto rischiosa: si interviene sulle regole del gioco senza un chiaro e condiviso criterio in uno stato di necessità. I contraenti dell’accordo giocano al ribasso con la riserva mentale che se le cose non andranno bene la colpa sarà degli altri o della sorte o dell’Europa o dei gufi del No che a loro dire hanno bocciato l’Italicum. In una settimana o due in sessioni notturne per assecondare la smania di elezioni anticipate si stendono leggi che rimarranno in vigore per decenni e determineranno la composizione dei governi futuri.

La selezione della classe dirigente

Dopo Mani pulite la scoperta della corruzione della classe politica ha prodotto tante ipotesi e tanti tentativi di soluzione più o meno sinceri: l’abolizione delle preferenze in quanto fonte di corruttela e di privilegio per i più abbienti che potevano fare campagne elettorali personali, il maggioritario come sistema di facile alternanza poiché consente di controllare meglio l’avversario. Dopo 25 anni la classe politica non è migliore, è solo più incompetente, meno ideologizzata e preparata al dialogo politico, meno corrotta solo perché gran parte della gestione dei soldi è passata in mano alle burocrazie dei dirigenti, che però sono manovrati, scelti e compensati dal personale politico.

Proprio attraverso leggi elettorali maggioritarie senza preferenze è stato possibile mandare nel consiglio delle regioni  personaggi improbabili come anche nel parlamento decine di giovani che non avevano superato alcun concorso nel pubblico o nel privato.

Chi mi legge sa che per me la madre di tutte le storture è la legge elettorale dei comuni che Renzi avrebbe voluto a modello anche per quella nazionale. Nei comuni aver privilegiato la governabilità e la stabilità ha voluto dire consentire che piccole forze con il ballottaggio abbiano avuto il sindaco e la maggioranza nel consiglio che viene sciolto se il sindaco va in minoranza. Cosa vuol dire? che i consiglieri dei municipi e dei comuni sono condannati a sottoscrivere acriticamente tutto ciò che fa il sindaco e la sua giunta (una specie di segreteria tecnica non eletta dal popolo), i consiglieri della minoranza aspettano il prossimo turno senza sbraitare troppo perché nessuno se ne accorgerebbe. Direte voi. E allora che c’è di male? Migliaia di consiglieri comunali o regionali sono educati all’opportunismo, alla compiacenza, al silenzio, alla gestione del piccolo potere personale finalizzato alla futura carriera politica.

In questo contesto, senza una legge che regola la vita democratica all’interno dei partiti, le liste bloccate sono un grave, gravissimo schiaffo alla democrazia: vuoi fare il politico magari perché non trovi lavoro? mettiti al servizio di un potente, allineato e coperto, obbediente servizievole così prima o poi qualcuno ti metterà in lista. E’ il chiaro ricatto di Grillo ai suoi: su questa operazione che dovrà andare a termine state  zitti non criticate, ricordate che la ricanditatura è tutta da vedere, ci penserà la rete che voi non controllate, di cui solo noi della C&A abbiamo le password.

Roma si ripete

Il giovane gradasso è in un vicolo cieco. Se non si fa nulla, se non passa una legge elettorale nuova, l’attuale normativa produrrà due camere senza maggioranze. Le maggioranze dovranno essere costruite con pazienza e grande abilità magari in vista di nuove elezioni. Matteo non è un politico paziente, deve ribaltare i tavoli decidere ad effetto. Meglio far cadere Gentiloni, andare alle elezioni all’esercizio provvisorio risuscitare Berlusconi, fare un governo di salute pubblica, alla peggio vinceranno i 5 stelle, poco male così gli italiani vedranno e si vaccineranno.

Lo schema tattico è quello adottato per Roma. Gentiloni come Marino potrebbe crescere troppo e far ombra, rompiamo gli equilibri e poi si vedrà. Noi romani stiamo vedendo i risultati con molta amarezza. E’ per questo che Grillo ha rinunciato alla sua proposta originaria di legge elettorale e approverà questo pasticcio in salsa tedesca. Avrà solo da guadagnare sia se vince sia se perde.

Caro Raimondo, è il potere, cosa ne vuoi sapere tu?



Categorie:CinqueStelle, Legge elettorale, Politica, Riflessioni personali

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1 replies

  1. Bravo condivido. Prepariamoci al peggio. Contemporaneamente cerchiamo di aggregare la sinistra su posizioni che guardano al futuro e non a vecchie logiche ormai sorpassate e incrociamo le dita.

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