Ieri Renzi ha indossato l’abito scuro e la cravatta da cerimonia per andare al Quirinale. Cosa si saranno detti? A me è venuto in mente che re Giorgio abbia messo il ragazzotto toscano di fronte alle sue responsabilità: attento a giocare con le istituzioni, attento a destabilizzare, attento a fare proposte vuote che sono solo titoli schematici e allusi. Ormai caro ragazzo i tuoi seguaci ti hanno scelto e ti hanno affidato una grande responsabilità. Se fai cadere Letta, ed Henry conte di Read è imprevedibile, pensa, ha osato sfidare il barone di Arcore, il primo che chiamerò per fare il nuovo governo sarai tu, puoi venire anche con questo vestito nella mia reggia per il giuramento, e se non riesci dove non è riuscito lo zio Bersani né il prode Henry, io, come avevo preannunciato, mi dimetterò senza sciogliere questo Parlamento. Ora vai, mettete giudizio, l’epoca dei giochi televisivi è finita, avrai a che fare con i guru della borsa.
Ovviamente è tutto falso e la mia fantasia distorta torna sempre alla vicenda della cittadella assediata, della quale continuo a cercare documenti per capire come è andata a finire. Allora Mattia il gradasso si ficcò in un terribile impiccio, voleva il comando della città, Henry faceva quello che poteva ma il nemico non era più esterno, non erano i creditori assedianti ma era interno, la mutazione dovuta alla grillinite pentastellata combinata con l’epidemia della berlusconite che aveva generato un nuova specie di cittadini, i grulloscones che si mostravano sempre più ingovernabili.
Renzi, il Mattia dei giorni nostri, dopo la giornata intensissima di ieri, alla fine sembra che non abbia rilasciato nemmeno una frasetta all’orda di cameramen in attesa all’uscita del Nazareno, ha incominciato forse a capire che ora che è stato investito di una grande responsabilità, come fai sbagli, come parli sei equivocato. Allora prudenza e bocche cucite. Forse deve averlo detto anche ai suoi più stretti discepoli dopo varie figuracce qua e là nei talk show.
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