I grullosconi

Sembra quasi che ci sia una attenta regia nella successione degli eventi. Finita la kermesse democratica delle primarie del PD, si diffondono disordini e violenze di cui è difficile percepire interamente la gravità. Naturalmente non è dato conoscerne la reale entità, cioè non sappiamo quanti facinorosi stiano bloccando le strade e le scuole, quale sia il sentimento reale di coloro che subiscono questi disagi, cosa stia pensando quella maggioranza silenziosa che non va a votare nemmeno nelle politiche. Ciò che più mi preoccupa è l’irrazionalità delle posizioni. Ci sono parole d’ordine  di cui tutti si beano a tutti i livelli: meno tasse, così ripartono i consumi, così si torna a produrre, così tutti lavorano. Ce lo ripetono almeno da vent’anni. Nessuno ha il coraggio di contrastare questo assunto, nessuno ricorda che questa scelta  adottato nelle società occidentali da Reagan in poi ci ha portato alla situazione attuale.

batman

Così i giovani precari senza lavoro e con poche speranze di averlo nel prossimo futuro gridano nelle piazze: meno tasse! Dimenticano che loro non le pagano affatto e che la cosa interessa solo coloro che hanno redditi e proprietà.

Mi sconcerta il precario, il nullatenente che va dietro al capo dei forconi che arriva in jaguar alla manifestazione. I precari hanno qualche speranza di lavorare solo se i ricchi decideranno di investire i loro  soldi intraprendendo (ma sono troppo ricchi da rischiare preferiscono la rendita finanziaria e le ville sontuose) oppure i ricchi si rassegnano a pagare i servizi che ricevono pagando tutte le tasse che sono necessarie in proposrzione alla capacità contributiva.

L’operazione mediatica partita dai libri sulla casta del Corriere della Sera ha ottenuto il suo scopo. Tutti i politici vecchi e nuovi sono colpevoli, ora secondo i forconi anche i 5 stelle, il povero Berlusconi è una vittima dei politici che lo hanno raggirato, facciamo piazza pulita dei politici, dello Stato, di tutto, così vivremo felici e contenti. (conversazione carpita facendo la fila alla posta di un vecchio bilioso e rabbioso che teorizzava i bei tempi andati quando era giovane, quando i treni arrivavano in orario, regnava l’ordine e l’onestà, perché Lui scopava ma non rubava).

L’odio per il pubblico è diffuso e sistematico, ogni regola è un impaccio odioso e inaccettabile, fare una fila è un sacrificio impossibile anche se sei pensionato e non sai come occupare il tempo. I giovani hanno una visione magica della realtà, è scontato che l’acqua deve arrivare molto calda quando si apre il rubinetto della doccia!|Ma se ne ignora la provenienza, forse sottoterra c’è una falda d’acqua termale, non si sa che l’acquedotto forse costruito dai Romani va manutenuto, ammodernato, dotato di pompe, di sterilizzatori, si ignora che un acquedotto è mantenuto funzionante da una sistema pubblico, si ignora che il metano arriva da paesi lontani con i quali i pagamenti vanno fatti in valuta … al fondo di molti atteggiamenti c’è banalmente un’abissale ignoranza o piuttosto una adolescenziale indifferenza di chi crede che questa vita da ricchi, sì da ricchi rispetto ai poveracci veri che approdano alle nostre coste e che ci infastidiscono, questa vita da ricchi è un diritto riservato alla razza italica bianca autoctona.

Ciò che mi preoccupa è la confusione per cui tutti si lamentano e inveiscono anche se sono stati i primi a segare il ramo dell’albero su cui erano seduti. Ad esempio, i negozianti che si sono arricchiti con un cambio in euro fasullo a 1000 lire quando i dipendenti  prendevano un stipendio in euro con un cambio a 2000, con la connivenza compiaciuta del governo Berlusconi che predicava l’arricchimento individuale come panacea di tutti i mali. Ma, a forza di pascolare indisturbati, hanno esaurito i pascoli ed ora anche loro si lamentano che non hanno abbastanza clienti. Chiudono o minacciano di chiudere così potranno avere nuovi sconti, facilitazioni, mutui, finanziamenti per ricominciare a guadagnare come nei tempi felici.

A forza di demolire le regole e lo Stato, le categorie forti si sono consolidate imponendo le loro regole e i loro dazi: i padroncini del trasporto privato scesi in piazza brandendo un forcone, i dipendenti sindacalizzati del trasporto pubblico bloccando le città tutti i venerdì, i professionisti autonomi a cui sono state devolute molte competenze dei controlli esercitate dal pubblico imponendo tariffe di fantasia, i detentori delle rendite pensionistiche o finanziarie spostando i loro soldi senza alcun riguardo per l’interesse collettivo e se possono evadendo.

Una nuova specie di cittadino si va materializzando il grulloscone una mutazione lenta ma preoccupante di chi, affetto di berlusconite, cioè di una sindrome che vede nell’individualismo liberista  la strategia vincente, è colpito da una virus contrario la grillinite pentastellata che determina un sussulto di buoni sentimenti positivi, l’onestà, il rispetto della natura, la democrazia diretta, la modernità tecnologica. Ma se la grillinite attacca un individuo già sofferente di berlusconite sviluppa una complicanza terribile che determina sentimenti di odio, aggressività, turpiloquio, manie di pauperismo apparente, una specie di Alzheimer, per capirci.  Circola anche un altro virus che determina la fascite che se invece di prendere ai piedi prende alle mani determina un irrigidimento della mano destra e una irresistibile voglia di alzare il braccio come per salutare. Se prende alla mano si chiama fascismo. Ebbene, in assenza di cure valide, un cittadino normale muta in una specie sempre più diffusa chiamata appunto grulloscone.

Scusate, quando scrivo di cose troppo serie, evado verso la metafora grottesca e mi rifugio nella antica storia della cittadella assediata in cui stavano clonando il grullosconus.



Categorie:La cittadella assediata, Politica

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