Continuo a cercare documenti nella mia antica cantina per ricostruire la storia della cittadella assediata. Ho ritrovato una cronaca per la verità un po’ troppo romanzata, temo sia un po’ troppo fantasiosa, sarà stata scritta da qualche malevolo facitore di opinione. La riporto tal quale, vedremo se collima con altri documenti dell’epoca.
Henry palle d’acciaio faticava molto a tenere unito il suo esercito a difesa della città. Nessuno credeva più alla storia dell’assedio, si era già persa memoria delle paure tremende di solo due anni prima in cui la città stava per soccombere sotto l’urto degli assalti delle forze avversarie che volevano riprendersi quanto avevano prestato negli anni, quanto aveva assicurato alla città una certa agiatezza. L’impero di mezzo quello che ha sede a Brucsellia era inflessibile e aveva imposto che il debito fosse restituito a piccole rate in 20 anni ma non era più consentito di folleggiare a debito, bisognava guadagnarsi ciò che si mangiava. Nella città tutto era più difficile, i giovani educati allo sfarzo e alla facilità dei costumi mal si adattavano all’idea di curvare la schiena sotto il giogo dei creditori impietosi.
Nella fazione a cui apparteneva lo stesso conte Henry, i DEM, era stato organizzato una torneo cavalleresco tra tre cavalieri, Mattia il gradasso, Civa da Mediolanum, e Joannes Kuperl proveniente dalle ventose terre del nord.
Mattia era dato per sicuro vincitore, nelle osterie si scommetteva su di lui vincitore al 70%, i facitori di opinioni diffondevano sistematicamente la previsione che avrebbe vinto e lui ci stava credendo e si atteggiava a nuovo padrone della città, prometteva di far rigare dritta la sua fazione e che l’esercito di Henry avrebbe fatto a passo di trotto tutto ciò che serviva per rendere la città un po’ più felice. Se Henry non fosse stato all’altezza sarebbe stato rieletta l’assemblea dei maggiorenti della città e Mattia il gradasso avrebbe preso anche il comando dell’esercito.
Ma in modo imprevisto l’Alta Corte, un ristrettissimo gruppo di vecchissimi giudici che per la loro saggezza e autorevolezza possono annullare le leggi, decise di annullare la legge elettorale dell’assemblea dei maggiorenti. Questa scelta portò scompiglio nei reggitori della città, le nuove regole, tutte da definire e concordare anche con gli avversari, non consentivano di fare previsioni certe e il progetto di Mattia di scalare il potere arrivando a disarcionare il conte di Read, stava andando in fumo, o meglio diventava troppo rischioso, qualcuno aveva ricordato al giovane Mattia il gradasso che vigeva la regola ‘guai ai vinti’ e i facitori di opinioni, sempre attivi nelle osterie, nel breve volgere di un giorno potevano irrimediabilmente girarti le spalle. Meglio essere prudenti ed aspettare.
Mattia inviò allora messaggeri in gran segreto a Civa promettendo un patto, passo a te i miei consensi se tu convinci il nostro padre nobile Romanus, antico reggitore della città e professor emeritus alla alma università di Bologna a partecipare alla singolar tenzone dell’8 dicembre. Se vinci tu caro Civa io appoggerò il tuo intento di destituire rapidamente Henry e sono certo che il re Giorgio a quel punto perderà la pazienza come aveva avvertito nel discorso di investitura per il secondo mandato e si dimetterà. Tu caro Civa sei in grado di ottenere i voti della fazione del giullare Gryllus dalle cinque stelle e allora sarà un gioco da ragazzi eleggere Romanus a nuovo re ed approvare una nuova legge elettorale. Io, Mattia il gradasso sarò allora pronto a guidare l’esercito ed Henry andrà a difendere il castello in cui si sarà ritirato in esilio il re Giorgio.
A tre giorni dalla singola tenzone Romanus annunciò che avrebbe assistito alla tenzone ma non disse per chi si sarebbe schierato. La fazione dei DEM esultò. Ma una parte, un centinaio di maggiorenti che avevano colpe passate da espiare non erano per niente tranquilli, la singolar tenzone rischiava di diventar una generale tenzone.
Nella tesa vigilia della tenzone del giorno dell’Immacolata molti popolani avevano ancora le idee confuse, erano tentati di starsene a casa senza schierarsi non sapevano che c’era un altro patto segreto: Silvius aveva ricevuto nel suo feudo di Arcore in gran segreto un importante consigliere del capopopolo Gryllus dalle cinque stelle e si erano piaciuti. Stavano lavorando con alchimisti e streghe a generare un nuovo clone che affascinasse il popolino sempre più disorientato, un clone dal nome Grullosconus in grado di sbaragliare i prodi della fazione DEM.
Mattia si preparò alla tenzone con la sua solita passione, il giovane e bello Civa aveva ormai sedotto soprattutto le donzelle di tutte le età ed era certo della benedizione del professor Romanus, Johannes si confermava bello e democratico e avrebbe conservato i suoi fedelissimi. Passarono la notte insonne a pregare nelle loro spoglie camere, lo scontro sarebbe stato all’ultimo sangue.
Qui il documento si interrompe. Continuo a scartabellare nella mia cantina.
Categorie:La cittadella assediata, Legge elettorale, Politica
Meraviglioso. Me lo sento già recitato da Dario Fo. Chapeau per la creatività…
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Ancora non so se andrò a votare alle primarie… Tra 2 ore si aprono i seggi (il mio nell’antico palazzo dei conti Da Lisca), e di solito vado a quell’ora, per non far fila. Per chi votare, avrei le idee chiare: per questo motivo, ho deciso ora, uscirò nel gelo di quassù al Nord (ora -2,8•, vento 1 NNE), camminando lungo il fiume in quasi secca, perché l’acqua delle piogge cadute è trattenuta dai ghiacciai e nei nevai dei monti circostanti, e darò una piccola mano alla fazione che mi appare più valorosa, quella che mi sembra avere le armi e i piani giusti per difendere la città, assediata dall’esterno e illusa all’interno da cantastorie al soldo dei maggiorenti, che nelle guerre guadagnano sempre, e da cavalieri della città stessa, in lotta tra loro, per strapparsi terre, castelli e servitori della gleba, il cui unico sollievo dalle fatiche dei campi e delle manifatture, è riunirsi nei loro dormitori, la sera, a sentire le historie, i lazzi, i giochi cretinotti, le sciocche canzoni e vedere giovani, discinte ballerini/e attraverso l’incanto di una scatola magica, luminosa e opalescente, che il barone Silvius regala a tutti gli abitanti del Castello, e di tutti i castelli delle contrade del regno, per consolarli delle dure fatiche del giorno e, anche, per promettere a tutti che saranno in grado costruirsi nella vera libertà dai nemici del popolo (giudici e comunisti), un futuro ricco, sereno, pieno di gioie materiali e familiari come il suo, che col suo lavoro si è comprato una calda casa, dove vive vicino ad una dolce Penelope partenopea e al fido Argo/Dudú, così tenero che con il cagnetto gioca anche il potente zar della Grande Madre Russia.
Allora uscirò, appena albeggerà dietro le colline illuminate dallla “aurora dalle dita rosate (Omero, Iliade, canto (?), vv (??)). Il mio contributo alla difesa dell’assedio del Castello sarà: VOTARE (il giusto cavaliere).
Ci sarà stasera un banditore che, nella notte, proclamerà i risultati?
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