Movimenti tellurici

La cronaca di questi giorni ci tiene svegli. Anche se ci gingilliamo con il totopresidente, il mondo va avanti con accelerazioni caotiche imprevedibili. Movimenti tellurici si intravvedono nel mercato delle monete, lascia attoniti vedere che, senza che siano stati scoperti nuovi giacimenti, il prezzo del petrolio si dimezza, che il rublo perde valore e l’economia russa dall’essere quel paradiso di riccastri in grado di animare le nostre spiagge, diventa una landa desolata in cui gli scienziati propongono i salami fatti con gli scarti di pesce per alimentare la popolazione. Ora anche la solida e stabile svizzera, faro per tutti coloro che si vogliono assicurare un futuro felice, ha deciso di dare uno scossone mettendo la propria moneta sul mercato libero.

Stare sul social network mi consente di seguire queste vicende e di accedere a commenti e informazioni che mi aiutano a capire. E’ successo nel caso del Franco svizzero con Antonio, amico e antico studente del Ruiz, che ha risposto con un commento circostanziato ad una mia domanda su Facebook.

COME FARSI DEL MALE DA SOLI
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Mossa a sorpresa della Banca centrale svizzera, che ha abolito il tasso di cambio minimo di 1,20 franchi per 1 euro e parallelamente ha abbassato di 0,5 punti il tasso d’interesse di riferimento a -0,75%. Si tratta di una mossa “rischiosa” da parte della Svizzera, anche in considerazione degli studi che legano alla variazione di “una figura, cioè il passaggio da 1,2 a 1,19 nel cambio, a una perdita di 4mila posti di lavoro”, in ragione della minor competitivtà dell’export elvetico in presenza di una moneta rafforzata. Se ciò fosse confermato, la mossa odierna potrebbe voler dire 60 o 80mila posti in meno, considerando la sola variabile valutaria. In futuro il franco forte potrà rappresentare un problema: “Senza più il segreto bancario e con l’export penalizzato, dovranno dare risposta a nuovi interrogativi”.

  • Raimondo Bolletta perché allora l’hanno fatto?
  •   Antonio Deriu   Per diversi motivi. Primo: cambio non più sostenibile. L’acquisto massiccio di euro o di obbligazioni quotate in euro non era più sostenibile visto il continuo deprezzamento della moneta. L’imminente annuncio del QE da parte di Draghi che indebolirà almeno nel breve ancor più l’euro avrebbe reso più costosa l’operazione. Secondo : hanno deciso cosa fare da grandi ossia privilegiare la loro vocazione finanziaria. Il franco forte diventa bene rifugio ed attira così in “chiaro” tutti quelli capitali che si sono defilati in “black”. Terzo: spiegare alla UE che certe posizioni oltranziste sul segreto bancario costano, e quindi era ora di dividere i costi (le banche europee hanno subito perdite per milioni di euro e molti broker sono letteralmente falliti). Quarto: il problema delle esportazioni nel breve, ritengono sarà marginale, nel medio inesistente visto che il compratore estero svizzero è sempre più russo e asiatico, quindi soggetti a cui del cambio EUR-CHF importa assai poco. Inoltre la BNS ha ben chiaro lo scenario macro economico. Nei prossimi due mesi l’europa si gioca il suo futuro. Se passa il QE e le verifiche di marzo diventano un’occasione per fare il salto di qualità l’euro non sarà mai più messo in discussione e si andrà verso ripresa e normalizzazione dei mercati, i cambi EUR-USD si stabilizzeranno intorno alla parità ma saranno molto più deboli del CHF, in caso contrario gli scenari sono da film dell’orrore e imprevedibili tranne il fatto che il franco diventerebbe ancor più una moneta di riferimento. Per farla breve, hanno la convinzione che comunque vadano le cose, cadranno in piedi. Si tratta comunque di una mossa azzardata, dove il costo in credibilità della BNS è stato altissimo, mossa che non è piaciuta ai cittadini, agli esportatori ed alle banche private svizzere.
  • Ticinonline  sugli effetti della decisione sui fondi pensione

Da leggere un articolo sul Giornale che connette questi movimenti tellurici anche al terrorismo dando un quadro inquietante ma convincente.



Categorie:Economia e finanza, Politica

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2 replies

  1. ciao, buona domenica.

    l’articolo del Giornale che citi da ultimo e` un interessante stimolo culturale, ma contiene una bufala grande come una casa, quando dice che l’Iran e` il retroterra del terrorismo islamista.

    al contrario l’Iran sciita e` uno dei nemici dei fondamentalisti e non sarebbe male allearsi con lui, oltre che con la Russia, allo scopo di creare uno schieramento internazionale assolutamente shciacciante contro lo Stato Islamico, che dovremmo piuttosto abituarci a chiamare Islamista.

    se ci siamo abituati a chiamare nazisati i nazionalsocialisti, perche` il socialismo non fosse neppure sfiorato da questa asserita continuita`, cosi` anche linguisticamente dovremmo trovare un modo di differenziare il fondamentalismo islamista dall’islam.

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    • Grazie della precisazione. Avevo notato anch’io il punto sull’Iran e la testata a cui appartiene l’articolo non è la mia preferita tuttavia ho ritenuto opportuno citarlo come da leggere perché è un punto di vista non allineato alla vulgata prevalente. Peraltro tu hai ragione a dire che ora l’Iran è chiaramente schierato contro lo stato islamista ma non posso dimenticare altre epoche in cui l’Iran sembrava diverso. Giulietto Chiesa sostiene che dietro l’ISIS ci sono gli americani …. Certo è che tutto tiene e la ricostruzione del Giornale fa pensare e ci stimola a tenere gli occhi aperti.

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