Questa mattina la lettura del post giornaliero di Phastidio rimanda ad un bell’articolo di Francesco Daveri. Consiglio di leggerli attentamente.
Mi permetto una sottolineatura, esattamente ciò che ho capito di nuovo rispetto alle rimasticature giornalistiche ed ideologiche di questi giorni in merito alla finanziaria.
Occorre aver chiaro che cosa è una clausola di salvaguardia, un artificio contabile/legislativo che permette di aggiustare i conti pubblici dicendo che se le cose non andranno esattamente come previsto, in una certa data scatterà una maggiorazione di una imposta esistente (IVA o accise) per cui comunque il bilancio rispetterà i parametri compatibili con le regole di Maastricht e i successivi trattati adottati per fermare le speculazioni finanziarie sui debiti pubblici europei.
Da anni vengono adottate clausole di salvaguardia che spostano di pochi mesi, in genere di un anno una parte del deficit. Il trucchetto viene adottato anche in prossimità delle elezioni perché così il nuovo governo che verrà dovrà far fronte ad un aumento delle imposte indirette, cosa che non è mai gradevole.
Nella tabella di Daveri emerge che sul 2016 grava già un aumento delle imposte indirette pari a circa 16 miliardi di euro per effetto di clausole di salvaguardia decise da precedenti finanziarie di Renzi. La finanziaria del 2016 che si sta discutendo vuole allora non solo evitare questo aumento ma concedere anche altri sgravi come ad esempio quello sulla prima casa per un totale di circa 23 miliardi, una bella cifra, una diminuzione ‘storica’ che dovrebbe, nella visione illusionistica del premier, sollecitare significativamente i consumi interni aumentando quel PIL che si muove a fatica. Ma attenzione, qui sta il trucco, non sono 23 miliardi di tasse in meno rispetto alla pressione fiscale a cui siamo abituati ma sono solo 7 in meno. Sono questi 7 che dovrebbero convincere gli italiani a consumare di più rispetto al budget famigliare a cui sono abituati.
L’altro intervento illusionistico è la cosiddetta flessibilità di Bruxelles che nella tabella della finanziaria appare come se fosse una entrata di risorse vere, soldi freschi che vengono magicamente da Bruxelles a finanziare i nostri investimenti. Tutt’altro, è la sperata autorizzazione europea, in deroga ai patti internazionali, a far maggior debito per una ammontare di quasi 15 miliardi.
Ecco il coniglio che esce dal cappello del grande illusionista: i sedici miliardi che in base a vecchie finanziarie ci eravamo impegnati a finanziarie con maggiori imposte vengono consolidati come nuovo debito da aggiungere a quello esistente. Naturalmente anche questa finanziaria avrà le sue clausole che sposteranno verso il futuro non solo il risarcimento del debito ma anche dei ‘paghero’ che non vengono contabilizzati per ora nello stock del debito. Come nascondere la polvere sotto il tappeto, si diceva così ai tempi di Tremonti.
Negli articoli citati le cose sono spiegate meglio ma spero che i miei ‘conti della serva’ possano servire agli amici che mi leggono.
C’è poco da stare tranquilli con un illusionista al governo.
Categorie:Economia e finanza, Politica
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