Europa parafulmini foglia di fico

L’Europa non va di moda ma gli antieuropeisti sono additati come pericolosi disfattisti antisistema proprio da quel Renzi che non fa altro che parlarne malefogliafico

Premetto che sono profondamente europeista e osservo con preoccupazione la disgregazione di quel clima solidale e costruttivo che per molti decenni ha segnato noi europei.

In questi giorni ci viene annunciata la legge di bilancio, il documento che è alla base dell’economia pubblica dei prossimi anni.

In omaggio allo stile decisionista e dinamico della gestione del governo, stile che dovrebbe essere la cifra del futuro assetto della nuova costituzione boscorenziana, in pochi giorni i cittadini sono informati di un sacco di novità, quasi tutte belle, meno tasse e più servizi e benefit, un nuovo libro dei sogni che però cambia di ora in ora, dopo ogni incontro che il presidente del consiglio ha con questo e quello. Il parlamento attende il documento, il documento non viene bollinato da una struttura tecnica parlamentare che dovrebbe verificarne la coerenza economica e finanziaria, ma si deve fare in fretta, non c’è tempo, scadono i termini di presentazione al vaglio di quei rompi… di Bruxelles.

I cittadini seguono distrattamente, sono attenti solo alle conseguenze dirette sulla propria famiglia, la nonna avrà gli 80 euro? lo zio va in pensione prima? l’IVA aumenterà? ci dicono  che i soldi per realizzare le tante promesse verranno da Bruxelles, i cittadini capiscono che il mancato sviluppo dipende dalla taccagneria dei tedeschi e dalla Commissione europea, pensano che la flessibilità sia una virtù italica che ci consente di cavarcela comunque perché siamo bravi e belli.

Il risultato di questa situazione è che non c’è alcun dibattito serio sulla legge fondamentale per la gestione del più grande imprenditore nazionale, che la gente non capisce che flessibilità significa autorizzazione a contrarre nuovo debito, significa continuare a pensare che il debito pubblico è stato contratto nella prima e seconda repubblica e che nella terza siamo così virtuosi e produttivi che i tassi di interesse sono a zero, il nostro debito è affidabilissimo.

L’Europa secondo il racconto renziano e di tutta la stampa attuale è una gigantesca foglia di fico che nasconde le nostre debolezze  e le nostre falle nella gestione nazionale dello stato e dell’economia perché in ultima analisti i problemi derivano sempre dalle politiche e dai vincoli europei.

Ma l’Europa è un autentico parafulmini perché gradualmente con atti assunti in risposta alle continue emergenze economiche e finanziarie sorte a livello globale, la BCE è diventata la banca centrale che stampa moneta senza limiti per finanziare i deficit degli stati membri esattamente come fanno le banche nazioni degli USA, del Regno Unito, del Giappone o della Cina. Ci para dai fulmini della speculazione finanziaria comprando sul mercato sistematicamente i titoli di debito che i vari stati europei del circuito dell’euro emettono per coprire i deficit annuali.

Fino a quando potremo consentirci questa finanza allegra per pagare il nostro benessere? Fino a quando lo potremo fare truccando le carte del malcontento popolare e indirizzandolo contro l’Europa?



Categorie:Economia e finanza, Politica

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