Siamo uno strano popolo. Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori è scritto sul travertino del Colosseo quadrato dell’Eur.
Ma in questi ultimi tempi la lapide dovrebbe riportare anche un popolo di conigli mannari e di pesci rossi.
Di conigli mannari parla un bell’articolo di Federico Marcangeli dal titolo Il terremoto, l’Italia che resiste e i ‘conigli mannari’.
Ieri nel pieno di una tragedia epocale, tre terremoti forti in un solo giorno e una slavina che sotterra 30 turisti, si è scatenato feroce il risentimento, la rabbia, lo sciacallaggio di tutti coloro che al caldo degli studi televisivi e della propria postazione internet sanno come si doveva fare, battono i piedi stizziti perché questo Stato non è in grado di fare miracoli, è fragile e impotente contro la forza spietata della natura. Naturalmente la colpa è dell’Europa, dell’Euro e degli immigrati.
Ma in giro si vedono tanti, tantissimi pesci rossi, i quali pare siano contraddistinti dalla capacità di dimenticare quasi immediatamente ciò che hanno fatto poco prima. Noi italiani abbiamo la memoria corta: ad esempio non ci ricordiamo che sono vent’anni che preferiamo i politici che ci promettono meno tasse, ci dimentichiamo che volevamo tagliare le mani a chi approfittava delle emergenze per non rispettare le leggi e per rubare, che abbiamo applaudito all’idea di sciogliere le province. Ora ci accorgiamo che nell’emergenza le procedure formali sono un impiccio, scopriamo che le province tenevano aperte e funzionanti le strade di montagna, ci accorgiamo che i sindaci non hanno mezzi a sufficienza … naturalmente la colpa è tutta e sola della classe politica; giornalisti, esperti, intellettuali, opinion maker sono del tutto vergini ed innocenti, ma certo, è ovvio, loro avrebbero fatto diversamente, certamente meglio e certi errori non li avrebbero fatti.
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