Italia varia ed avariata 7

Quando ho iniziato questo racconto non pensavo sarebbe stato così lungo. E’ il difetto dei blog, non hai un editore che ti limita le righe e conta i caratteri, hai solo la schiena che a volte si lamenta e la voglia di prendere aria fresca fuori. Ma più invecchio e più vedo che i ricordi evaporano, mi piace lasciare delle tracce per me se potrò rileggermi o per altri se avranno altrettanto tempo da sciupare. 

 

Torno un attimo indietro alla mattinata passata nella scuola romana a piazza Bologna. E’ a quel punto che ho pensato al titolo di questo racconto, al gioco di parole tra Variata e Avariata.  Proprio sulla piazza c’è un bel bar, molto spazioso, modernamente arredato, non convenzionale, ricco e trendy. Osservavo quell’arredo pensando che c’era la mano di un buon architetto arredatore quando alzo gli occhi e vedo che la stigliatura  finiva ad una certa altezza e che oltre ai tre metri era come se i lavori si fossero interrotti e così rimaneva a vista il rustico della demolizione dell’ambiente  precedente.

Guardando meglio mi accorgo che alcune colonne in cemento armato rimanevano  scoperte con intonaci solo in parte eliminati, insomma alzando gli occhi sembrava che il bar fosse stato ricostruito  con arredi molto ricchi su una parte di una struttura che era un residuato bellico di un bombardamento. Questa vista, unita al pensiero che mi stavo incamminando verso un funerale mi ha messo di malumore, ecco ora ci divertiamo a sottolineare e a marcare il declino verticale di questa città. Un mondo avariato. E uscito fuori, nel prendere la Metro B, questa spiacevole sensazione era rinforzata dalle lamiere dipinte di blu ormai arrugginite e scrostate che un tempo erano l’arredo simbolo della metro B e che ora ricordavano al passeggero solo la vetustà di una struttura scarsamente manutenuta.

Così finiva il mio primo giro, Roma, Milano, Livorno, Roma, la settimana successiva dovevo andare a Napoli e poi a Pisa. Il percorso piuttosto irrazionale dipendeva dal fatto che ogni scuola decideva in autonomia la data della somministrazione del test ed io mi dovevo adattare.

Smetto di raccontare in sequenza e mi soffermo su alcuni episodi. Da Caivano (NA) a Pisa ero andato nello stesso giorno in parte in macchina fino a Roma e in parte in treno da Roma fino a Pisa. Per minimizzare le spese di pernottamento ero partito alle 5 da Roma in macchina per arrivare per le 8 a Caivano e appena finita la somministrazione del test ero tornato in macchina a casa a Roma per andare quindi in stazione e ripartire per Pisa. Una sfida, quasi una scommessa temeraria di un 70-enne che non si rassegna. A Pisa avevo prenotato un B&B proprio di fronte alla stazione

Forme di apartheid

Di fronte alla stazione di Pisa ci sono due palazzoni, credo di epoca fascista, quasi gemelli con bei portici di marmo, l’uno occupato da un hotel di lusso e l’altro da un condominio signorile in cui era il mio B&B. Il portico del condominio era quasi affollato di giovani, qualcuno con la bicicletta, forse studenti, molti ragazzi di colore, molti seduti sui gradini, tanti con la bottiglia di birra in mano o con la sigaretta.  Davanti all’hotel vuoto assoluto, nessun assembramento. Penso:  certo, qui c’è un bar e un altro localetto.

 

Mi registro al B&B trovando conferma delle buone recensioni che avevo letto. La ragazza che mi accoglie è molto precisa e professionale e mi chiede se ero mai stato in un B&B, dapprima dico che non avevo grande esperienza ma poi parlando mi rendo conto che non per niente sono un recensore di tripadvisor con un buon rating. Così comincio a raccontare il mio viaggio in Irlanda in cui scelsi esclusivamente B&B decantandone le caratteristiche uniche: dimore spesso antiche, comunque ricche di tradizioni famigliari visibili negli arredi, nelle stoviglie, nello stesso cibo preparato e cucinato ad hoc dalla padrona di casa. E qui faccio la mia gaffe di turno, scusabile solo perché ero abbastanza stanco: qui in Italia spesso si tratta di appartamenti adattati in modo sommario che riflettono situazioni di disagio economico di giovani che così cercano di avere un po di integrazione di reddito con i beni di famiglia. In effetti  pur essendo un ottimo B&B si trattava di una parte di un appartamento di prestigio molto grande in cui quattro stanze erano state adattate a stanze da letto con un solo bagno piccolino, ex di servizio, in comune, e la cucina rimasta identica a quella di famiglia con un arredo anni 80, le camere erano arredate  con mobili simil Ikea molto semplici e spartani, intendiamoci, il costo del pernottamento era coerente con il servizio ma appunto non era un B&B come quelli che si possono trovare nell’Europa del nord. 

Chiedo consiglio su dove trovare una pizza non troppo lontano e mi consiglia esattamente quello che avevo individuato con le ricerche di tripadvisor. Avevo solo fame ed ero stanco non cercavo nulla di speciale. 

Invece trovo un buon locale che serve anche pizza a taglio ma che nel retro ha una saletta e serve pizze ed alcuni piatti del giorno indicati in una lavagna. Mi accomodo e sono servito celermente e cortesemente da due camerieri giovani e scattanti.

Mi guardo in giro. Il locale è semplice ma arredato con cura, elegante e fresco, molto spazio tra i tavoli profumi tenui ma invitanti. Mi rilasso e mi trovo bene, sono a mio agio, tutti gli addetti del locale, quelli che servono al banco che dà sull’esterno, quelli che sono in  cucina, quelli che si  muovono nella sala sono italiani, nessun extracomunitario, almeno a stare al colore della pelle. Nel menu non c’era nessuna concessione all’esotico, tutte pizze con nomi italiani o toscani, piatti della tradizioni. Penso che quella pizzeria farebbe la felicità di Salvini. 

Bolletta non pensi ad altro! sei monomaniaco! forse. Ma se siete arrivati a leggere sin qui avrete capito che sto girando intorno a questa domanda: ma come si spiega che il 60% del popolo italiano approvi questo governo DiMaioSalvini? Come siamo? Come siamo diventati? Se apriamo gli occhi, usciamo dalle nostre case e dalle nostre nicchie informatiche riusciremo a capire che sta succedendo, cosa è successo. Sono stato sempre attento e curioso ma ora aprirsi alla realtà è vitale.

Quindi mi trovavo in un locale popolare italiano di livello medio, non misero né di lusso, quel livello di coloro che per lavoro o per diletto si concedono una buona pizza. Dietro di me due anziani come me che discutono sulle pasticche che devono prendere prima e dopo i pasti l’uno che si sentiva il badante dell’altra e viceversa. Un gruppo di 8 straniere con abiti eleganti, forse troppo per il tipo di locale, straniere dell’est, probabilmente partecipanti a qualche seminario universitario, un corpulento napoletano forse un autista, un famiglia di pisani abituè del posto. Non eravamo pochi tuttavia la spaziosità del luogo e l’arredo attutivano il rumore e il fastidio degli ambienti affollati. Riesco a carpire molti discorsi tra i quali il fatto che un cameriere fosse uno studente dell’alberghiero. Quando ritorna al mio tavolo gli chiedo se avevo capito bene e lui conferma. Così mi presento come ex preside di un alberghiero a Roma e gli auguro di andar bene alla maturità visto che pensavo fosse iscritto al quinto. Lui irrigidito sugli attenti e con un leggero inchino mi dice che era solo al secondo anno. Non è possibile sembri un adulto, infatti sono stato bocciato due volte nella scuola media e poi al superiore ma poi ho cambiato indirizzo ed ora all’alberghiero mi trovo bene e riesco anche a lavorare la sera. Allora auguri per tutto ed in gamba, sei molto bravo ai tavoli. Lui ringrazia e prosegue il lavoro. 

Finita la cena vado alla cassa e lì capisco perché tutti trottavano: un signore alla cassa, forse il padrone, dai modi spicci fa un cazziatone proprio al mio cameriere per una disattenzione e gli strappa di mano in malo modo la mia comanda per fare il conto. Il ragazzo si incurva vergognandosi e si gira dall’altra parte, un’altra cameriera anziana cerca di consolarlo in disparte. Dietro quella luminosa ed efficiente atmosfera forse c’era una durezza di rapporti tutt’altro che familiari.  

Tornando, passo nel portico del hotel di lusso, deserto anche a quell’ora, guardo meglio e scopro la ragione: una elegante targhetta di marmo incollata su una colonna con lo stemma del comune ricorda una serie di possibili sanzioni previste per chi si comportava male in pubblico. Meglio stazionare di fronte  sotto il portico del condominio dove la  stessa targhetta non era appesa.

Una piccola innocente apartheid i cui effetti si potevano osservare da lontano.

Il racconto continua

Per tornare all’inizio

 



Categorie:Riflessioni personali

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