Chi ha fatto in vita sua qualche passeggiata in montagna sa bene che si sale con fatica verso il punto più alto, che non sempre lo si vede direttamente, ma quando ci si avvicina sembra a portata di mano proprio dietro a quel costone ma poi si scopre una nuova valletta e la cima sembra allontanarsi e si sente di più la fatica nelle gambe. Occorre tenacia e nei tempi previsti dalla guida di solito si arriva a destinazione.
Ci siamo tutti dentro in questa lunga ascesa verso un picco, la nostra guida ha detto chiaro e tondo che non sa quanto ancora ci sia da camminare perché è la prima volta che esplora quella montagna e la tentazione di lasciar tutto e di tornare indietro è molto forte.

Se avete fatto attenzione ai grafici che giornalmente sto pubblicando sulla colonna di destra (per chi legge il mio blog con un desktop) avrete notato che di picchi se ne vedono pochi, ieri ho provato ad immaginare come potrebbe evolvere la situazione e a rappresentare il picco tanto atteso.

Non vi offenderete se sarò didascalico ma ho verificato nelle mie numerose chiacchiere telefoniche che si fa fatica a capire la natura delle variabili che ci sono comunicate.
Nel Graf. 1 le curve fino a ieri riportano dati accertati mentre gli andamenti colorati successivi sono tracciati da me arbitrariamente giusto per poter intuire gli andamenti futuri.
La curva blu riporta il totale dei contagiati positivi. Questa curva non diminuirà mai ma nella migliore delle ipotesi si stabilizzerà lentamente man a mano che i nuovi contagi diminuiscono e vanno a zero. In questa curva non ci sarà un picco ma un plateau, una stabilizzazione progressiva.
La curva verde rappresenta i positivi, i malati, alcuni dei quali sono a casa, altri in ospedale per essere curati. Questa è la curva che prima o poi deve andare a zero se non ci sono più nuovi contagi e gradualmente le persone guariscono sconfiggendo il virus o muoiono. Nel mio disegno non ho tracciato un picco ma un massimo un po’ arrotondato poiché purtroppo abbiamo verificato che non siamo capaci di arrestare completamente il contagio da un giorno all’altro, troppa gente, conoscendo poco i meccanismi subdoli con cui il virus si propaga, con una certa superficialità si sottopone alle norme del confinamento.
La curva gialla rappresenta l’andamento dei guariti, prudentemente ho confermato l’andamento sin qui osservato, auspicabilmente la velocità di crescita potrebbe salire per poi stabilizzarsi sotto il grafico blu.
La curva rossa spero proprio sia smentita dai dati, anch’essa dovrebbe crescere sempre più lentamente e stabilizzarsi su un massimo non troppo alto ma è abbastanza probabile che con questi andamenti il numero totale dei decessi potrebbe raddoppiare.
Per la verità da molti giorni sto pubblicando due grafici in cui un picco si intravvede ma non è il picco di cui si parla in genere.

Graf. 2

I due grafici riportano le differenze tra un giorno e l’altro, finché sono positive le due variabili contagi e decessi cresceranno.
Nel Graf. 2 si vede che questi valori si dispongono in una nuvola un pò dispersa che però suggerisce che tali differenze tendono a diminuire ma con alcune incertezze. La tendenza rappresentata dalla curva continua suggerisce che una inversione di tendenza c’è stata ma per il momento questo vuol dire solo che la velocità di crescita è diminuita, ma sempre crescita è.
Nei provvedimenti di chiusura delle attività ci sono state due falle evidenti che spiegano perché la crescita dei contagi non si è arrestata subito. La fuga di notizie sui provvedimenti di blocco che ha determinato la partenza scomposta e disordinata con i treni della notte da Milano verso sud e successivamente analogo esodo quando si è deciso, pochi giorni dopo, la chiusura di molte attività produttive non essenziali. Questi movimenti hanno acceso nuovi piccoli e grandi focolai in zone quasi immuni che continuano a sottovalutare il rischio perché credono che sia tutto concentrano nel nord.
Analoghi commenti si possono fare per il Graf. 3 che riporta gli incrementi giornalieri dei decessi, i valori assoluti sono ancora molto alti, circa 700 al giorno, ci vuol poco a capire che la strada sarà molto lunga e penosa se la diminuzione della velocità di crescita non sarà decisamente più forte.
Un ultimo grafico che non ci consola ma ci preoccupa. Un grafico che però ci aiuta ad apprezzare di più i vantaggi di vivere in Europa.

La curva grigia si riferisce agli USA, il suo andamento chiaramente esponenziale è potenzialmente fuori controllo. Le nostre curve in Europa sembrano aver moderato la velocità di crescita per effetto delle misure di contenimento, però ancora in parte inefficaci. Ovviamente l’impatto sociale di questi valori assoluti dipende molto dal rapporto con il totale della popolazione. La specificità del caso italiano è la concentrazione su una parte del paese e su alcune città ma la velocità con cui l’infezione si diffonde ovunque deve mobilitarci tutti anche nelle zone in cui i casi sono poche decine.
Categorie:Coronavirus, Immuni
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