Il tempo passa rapidamente per noi anziani e già sono venti giorni che non mi faccio vivo su questo blog.
Si avvicina per me il giorno della seconda dose del vaccino e il giro dei nostri amici coetanei è tutto immunizzato. Anche i più giovani hanno accesso al vaccino se non aspettano quello più costoso e più comodo vicino casa. Nel Lazio le dosi di AstraZeneca meno richieste hanno consentito di organizzare degli open day riservati a tutti gli over 35. Insomma ormai intere famiglie sono protette e la rete dei rapporti si va ricostituendo anche se con molte precauzioni, si è più sereni ma manca la spensieratezza di un tempo. La precarietà fisica ed economica che abbiamo sperimentato così a lungo lascia un segno e il modo con cui immaginiamo il futuro è meno positivo di quanto potremmo prevedere razionalmente.

Per una copertura vaccinale quasi completa è solo questione di settimane, i tamponi sono a disposizione di tutti e se si vorrà qualsiasi nuovo focolaio potrà essere circoscritto e domato. Le procedure, i protocolli sono ormai conosciuti e rispettati in modo capillare, basterà consolidarli e tenerli pronti se l’epidemia dovesse riaccendersi, insomma non c’è in vista un’apocalisse incontrollabile ma un percorso duro e impegnativo che abbiamo però imparato ad affrontare.
Ma per il momento non c’è allegria e spensieratezza perché il lento ritorno alla normalità ci riporta ai problemi di sempre, spesso aggravati.
Mentre scrivevo questo breve post ben tre amici si sono fatti vivi due per telefono e uno con un messaggio su facebook per chiedere perché avevo interrotto le pubblicazioni. Ho la prova che nel mio giro di lettori una ventina di giorni di silenzio sono troppi e di questi tempi possono preoccupare. Sono stati 20 giorni bellissimi ma per quella prudenza contadina che teme l’invidia del fato non lo posso gridare al vento. Con la famiglia di mio figlio maggiore siamo andati in Toscana e lì per la seconda volta da quando è scoppiata la pandemia ci siamo concessi un ristorante all’aperto dopo una bella passeggiata nei boschi. Abbiamo incrociato sul sentiero molte famigliole come noi che, lasciata la macchina, andavano a consumare un picnic ben distanziati dagli assembramenti.
Venerdì sono andato a prelevare mio nipote di 4 anni a scuola, o meglio a villa Carpegna dove una volta a settimana la classe passa l’intera giornata all’aperto con attività tematiche interessanti. Venerdì era la volta dell’orto in cassetta. I bimbi sono attrezzati per razzolare nei prati anche sotto la pioggia ma il tempo era bello e i colori delle loro tute splendenti. Serenità vuol dire che ora che siamo vaccinati noi anziani possiamo accompagnare i nipoti a scuola senza troppi rischi, serenità vuol dire che diversamente dal solito l’intera classe aspettava genitori e accompagnatori all’aperto schierati su una grande incerata blu. La maestra mi riconosce da lontano e dà l’avviso a Pietro di prendere la sua sacca e di prepararsi. Pochi istanti e io ero solo a 4 o 5 metri dal gruppo di bambini tutti rivolti verso di me e verso il punto da cui potevano spuntare i genitori. Non ho resistito e alzando la mano in segno di saluto ho detto ‘ciao bimbi tutto bene?’ Sono rimasti al loro posto ma tutti hanno risposto al saluto con allegria. Quattro o cinque amichetti di Pietro sono usciti dai ranghi, sono venuti a salutarlo abbracciandolo. Un vero spettacolo, a me Pietro sembra a volte una persona adulta con i suoi pregi e i suoi difetti, raramente mi relaziono con lui stando in piedi ma quasi sempre i nostri occhi si trovano alla stessa altezza. Lì ho visto dall’alto il bimbo di quattro anno con i suoi amichetti simili a lui felice di presentarmi i suoi amici di cui stavo chiedendo i nomi. E tu come ti chiami chiede uno, io sono nonno Raimondo, e allora ciao nonno Raimondo! Felicità pura che ha illuminato tutto il ritorno a piedi in cui Pietro ha conticchiato più del solito. Le maestre attente e vigili non si sono allarmate hanno consentito questa piccola deroga alla procedura senza alcun irrigidimento.
Categorie:Riflessioni personali, Vaccini
Che bel racconto!! Un abbraccio a tutti i nonni che possono godersi i nipoti.
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E’ veramente bello per i bambini – e per i nonni – vivere un’esperienza cosi!
Quando ho scelto le sedi delle mie scuole ho preferito sempre quelle con i giardini anche se, a volte, erano più distanti da casa!
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