Il prezzo del gas e la guerra

In un commento all’articolo precedente mio cugino mi pone il seguente quesito: non riesco a vedere chiaro l’argomento gas e petrolio per i quali l’UE vuole sanzionare la Russia e addirittura imporre un prezzo massimo. Non so se sono io in confusione o è una politica per confondere il popolo. Siamo noi a non volerlo il gas di Putin e nello stesso momento piangiamo perché Putin non ce lo dà? Raimondo cerca di illuminarmi visto che ti reputo capace di farlo.

Ci provo a dare una risposta premettendo che, come ho spesso ripetuto, sappiamo troppo poco per avere opinioni realmente fondate. Tuttavia, scambiarci delle opinioni serve per capire e per seguire meglio il dibattito politico che ci sta coinvolgendo in questa fase elettorale.

Inflazione da eccesso di moneta

In Acceleratore freno volante sostenevo che l’inflazione era partita prima della invasione dell’Ucraina ed era la conseguenza di due circostanze:

  • l’euforia generale per l’uscita dalla fase critica della pandemia e
  • la disponibilità di molta moneta stampata e distribuita in molti paesi come aiuti a imprese e famiglie danneggiate dal fermo delle attività.

La crescita impetuosa e contemporanea dei PIL nazionali ha portato alla penuria di alcune materie prime e di alcuni semilavorati, come ad esempio i microchip, e quindi al rialzo dei loro prezzi. In questo quadro, la guerra e le sanzioni hanno solo aggravato le spinte inflazionistiche già in atto ovunque.

La resistenza ucraina

La guerra che doveva essere breve e chirurgica ha incontrato una resistenza imprevista sia della popolazione ucraina sia dell’Occidente che sin dai primi mesi ha assunto una posizione compatta e risoluta.

Però, come Putin pensava di risolvere il problema entro maggio o agosto così l’Occidente ha ritenuto che le sanzioni sarebbero state tanto efficaci da piegare rapidamente la Russia e il suo despota. Dopo il fallito tentativo di colpo di stato contro Zelensky le truppe russe hanno capito che la conquista dell’intero paese era impossibile e si sono concentrate nel Donbass e da lì hanno continuato con la strategia del gatto con il topo : una lunga guerra di logoramento fatta di crudeltà e di provocazioni come le tante guerre aperte in giro per il mondo con cui siamo abituati a convivere. In questa strategia chiudere e aprire i rubinetti del gas condizionando i prezzi dell’energia elettrica intende rompere il fronte dei paesi che si oppongono all’invasione dell’Ucraina.

Iniziative italiane

Il governo Draghi ha da tempo avanzato due proposte fondamentali:

  • un piano di pace che prevedeva l’auto determinazione o almeno l’autonomia del Donbass in un negoziato di pace che poteva comprendere anche la fine immediata delle sanzioni e
  • una politica europea di contenimento del prezzo del gas tramite il coordinamento degli acquisti dei vari paesi.

Il piano di pace non ha trovato sponsor in Occidente ed è stato rifiutato da entrambi i contendenti perché non ipotizzava l’esistenza di un vincitore. La proposta del tetto al prezzo del gas ha incontrato l’ostilità di coloro che credono nel libero mercato e non vogliono che misure dirigiste prendano piede in Europa. Peraltro le istituzioni europee non avevano competenza su questa materia non prevista dai Trattati per cui occorreva seguire una procedura complicata che richiede l’approvazione del consiglio europeo dei capi di stato e di governo in cui vige la regola dell’unanimità. Insomma la Commissione non può decidere nulla sul prezzo del gas se tutti i singoli stati nazionali non sono d’accordo. Immediatamente ogni nazione ha ritenuto di poter procedere in ordine sparso come ad esempio l’Ungheria di Orban che ha in questi mesi, in tempo di guerra, firmato un contratto separato di acquisto del gas russo. Da qui i tempi lunghi della decisione di un tetto al prezzo del gas che giocano a favore della Russia.

La posizione italiana si è ovviamente indebolita con la caduta del governo Draghi che ormai non è più un interlocutore ascoltato. La prospettiva di nuove forze politiche al governo che attualmente antepongono la disponibilità del gas per quest’inverno alla coesione nell’alleanza anti russa fa sperare a Putin di poter stipulare nuovo contratti di favore all’Italia se sarà più accomodante. Il pensiero torna al lavorio degli anni scorsi da parte di emissari leghisti per avere delle provvigioni sui contratti dell’ENI.

Autolesionismo

E’ ovvio che le sanzioni come forma di guerra economica sono dannose sia per il nemico sia per chi le attua. Solo gli stupidi potevano immaginare che con ci sarebbero state controindicazioni ma, una volta innescato il processo, diminuire la stretta significa subire danni ancora maggiori.

Per diminuire il danno occorre spegnere le tensioni inflazionistiche riducendo gli effetti delle speculazioni finanziarie, investendo su fonti alternative che riducano il potere di ricatto dei russi. Intanto l’innalzamento del tasso di sconto da parte della BCE serve a raffreddare la tensione inflazionistica diminuendo la moneta circolante e rendendola più costosa per poter effettuare nuovi investimenti. Ma una frenata troppo brusca dei tassi può innescare una recessione altrettanto dannosa rispetto all’inflazione. Tra le conseguenze di questa fase ci sarà sicuramente una politica di contenimento dei consumi che, stando ai dati che ci sono stati comunicati, potrebbe voler dire per le famiglie una riduzione del 15% dei consumi energetici. Vuol dire che ciascuno di noi dovrà pianificare una riorganizzazione della propria vita che tagli linearmente ovunque è possibile: si salta una doccia ogni 10, si percorre il 10% in meno di chilometri in auto, si riduce il tempo di accensione dei termosifoni, e via dicendo. Dovremo renderci conto che per avere l’acqua corrente al nostro rubinetto si usa l’energia per le pompe …. e quindi la useremo con parsimonia anche se non ci fosse la siccità.

I governi hanno gli strumenti per imporre una riduzione dei consumi imponendo sovrapprezzi ai consumi individuali che eccedono lo standard considerato compatibile con le disponibilità. Altro che bonus per azzerare gli aumenti!

I politici che si sbracciano in Italia e all’estero per finanziare con fondi pubblici i consumi energetici in questi momenti di prezzi esagerati sono da considerare degli incoscienti privi di senno: la penuria dell’energia non è un fatto congiunturale che finisce con la pace in Ucraina, se mai ci sarà, ma una realtà che nei prossimi decenni condizionerà la nostra vita imponendo delle modifiche profonde delle abitudini sia dei ricchi sia dei poveri.

Siamo noi a non volerlo il gas di Putin e nello stesso momento piangiamo perché Putin non ce lo dà?

Torno alla domanda iniziale. Il tetto al prezzo del gas è necessario per trattare con tutti i fornitori non solo con Putin, sarà probabilmente irrealizzabile perché l’Europa non ha la coesione né la forza militare per imporre le proprie condizioni ai venditori di energia a meno di non fare nuove guerre coloniali come quella del tè in Asia da parte degli inglesi. Ma la coesione dei compratori, la disponibilità di canali per il trasporto dell’energia da nuovi siti, un mercato mondiale più ragionevole regolato da contratti che si onorano potrebbe spegnere la fiammata inflazionistica che è un danno per tutti. Ad esempio leggo che la Turchia ha ora una inflazione dell’80%, è certamente un buon motivo per Erdogan per lavorare per forme di alleggerimento della tensione Ucraina, vedi frumento e fertilizzanti.

Caro Luigi non ho forse risposto alla tua domanda che poteva essere così riformulata: è possibile avere la botte piena e la moglie ubriaca? C’è qualcuno in giro che lo sostiene … ma è meglio non fidarsi.

PS del 11 settembre. Leggo stamane il seguente articolo che spiega in modo esauriente e chiaro la questione. Grosso modo conferma quanto scritto da me in modo forse confuso è impreciso. Buona lettura.



Categorie:Economia e finanza, Politica, Ucraina

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1 reply

  1. Ti trovo sempre puntuale anche se tante domande non hanno una chiara risposta alle mie scarse facolta di intendere, giusto un appunto sul proverbio al quale accennavi circa ” la botte piena e la moglie ubriaca” che avrei preferito quello di quel tale che ” per far dispetto alla moglie si taglia l’uccello” Mi sembra piu appropriato. Per il resto gli eventi ti daranno senz’altro ragione, Un cordiale saluto, Luigi

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