Se non si è soli

Inutile nasconderlo, molti di noi sono preoccupati, sembra che questa campagna elettorale stia peggiorando la comprensione dei fatti che ci riguardano e che stia deteriorando quel po’ di concordia che la gravità della crisi aveva imposto tra le grandi forze politiche.

Preoccupazione che diventa angoscia se incontri una collega che stimi e che sotto voce, come carbonari, ti dice di votare Grillo. Mi preoccupa che le grillate stiano invadendo i luoghi comuni che si sentono su internet, al mercato, alla posta, al bar, sul tram, nei salotti dei tuoi amici. Sono io l’unico stupido? 20 anni di promesse non mantenute, di palingenesi inesistenti, di stagnazione economica, di finanza a credito, di buon tenore di vita consentito  dai prezzi bassi delle merci importate dalla Cina e da paesi in cui i lavoratori si accontentano di un tozzo di pane ci hanno reso una popolazione infantile, viziata e scontenta, arrabbiata perché il papà non mantiene le promesse e non è il grado di assicurarci il futuro radioso che ci aveva fatto intravvedere. E allora andiamo dietro fideisticamente a nuovi profeti, del tutto simili a quelli che ci hanno ingannato in passato … ma nuovi, illibati, puri, disinteressati, eroici, stoici, generosi, quasi santi da toccare e avvicinare, con cui farsi fotografare per poter esibire la contiguità con simili profeti … chissà se profumano anche di rose ……

Forse sono uno stupido conservatore, un anziano d’apparato, ma questa angoscia si è dissolta al comizio di Zingaretti. Due pomeriggi fa, ho partecipato all’incontro sulla scuola, eravamo tanti, con tanti bei giovani. Come preside ho conosciuto direttamente Zingaretti presidente della provincia e la sua struttura che gestisce la manutenzione delle scuole. Spero che vinca e il clima che si respirava fa ben sperare. I giovani presenti, liberamente e casualmente mischiati agli adulti, ai professori, ai presidi, ai genitori davano al consesso una tonalità lieta, serena e forte. Nessun tifo ma attenzione educata e matura.  E Zingaretti, che non fa promesse, sottolinea la difficoltà del compito se erediterà la regione Lazio, piena di debiti e sommersa da una miriade di norme e leggi di chi ha fatto promesse a tutti e ha preso impegni senza onorarli. Il punto di massima attenzione della sala è quando afferma con una voce che tradisce una punta di emozione che il futuro ci fa paura perché ci sentiamo soli e pensiamo di affrontarlo da soli.

Poi ieri sera vedo Bersani intervistato per 5 minuti da Mentana sulla 7. Mi chiedo, ma come fa a reggere? Miracoli della medicina o visione chiara delle strategie ed esperienza, cinismo del politico navigato? In particolare, come farà con Vendola e Monti, e Casini? Sì, penso che non sia il prodotto degli ansiolitici ma dalla forza che proviene dal fatto di non sentirsi soli: ha un partito dietro le spalle, che ha mobilitato milioni di cittadini che hanno alzato il culo per scegliere i loro candidati, ha dietro la competenza di anziani che da decenni lavorano nella politica, l’entusiasmo di quarantenni che sono già sindaci o amministratori, di giovani che vogliono partecipare. Ha messo insieme una coalizione che  non si è unita su un programma ma su un’idea, che ci sia gente che vuole difendere l’Italia come un bene comune.

Ma Bersani è un politico navigato, di grande esperienza, e quindi sufficientemente cinico. Se lo provocano sull’incompatibilità tra Vendola e Monti e su possibili inciuci ha certamente una strategia che lo tranquillizza. Ieri sera l’ho capita e ho capito perché non ha improvvise sudorazioni o la secchezza della bocca.

Ecco gli scenari che Bersani ha davanti.

  1. Maggioranza assoluta del PD
  2. Maggioranza assoluta della coalizione del centro sinistra
  3. Maggioranza alla camera ma non al Senato
  4. Perde e vince Berlusconi

In ogni caso la strategia del dialogo sui problemi concreti e l’apertura a tutti i competitori senza offendere nessuno è vincente e migliorerebbe la sua situazione di candidato presidente del consiglio nei primi tre casi.

Nel caso 1 non ha problemi e detta le condizioni a tutti anche a Vendola.

Se si verifica il caso 2 Monti non può dettare le condizioni contro Vendola e Bersani medierà per non umiliare Monti per averlo come alleato nelle scelte difficili e rischiose magari candidandolo alla presidenza della Commissione Europea come successore a Barroso. Prodi diventa presidente della Repubblica.

Nel caso 3, che si verifica se Ingroia ha la meglio e riesce a risucchiare i voti che attualmente sono di Vendola, dalla coalizione di centrosinistra sparisce Vendola che non potrà dettare condizioni avendo pochissimi parlamentari e Bersani avrà le mani libere per trattare da leader forte con Monti. Alla presidenza della Repubblica va un liberale, ad esempio Zagrebesky e Monti alla commissione europea.

Nel caso 4, Bersani si dimette al prossimo congresso del PD e si ritira a coltivar patate, che non è una magra prospettiva. Il caso 4 è un problema per tutti noi perché Berlusconi partirà azzoppato da Grillo, da un centro insidioso e incattivito. La politica del tanto peggio tanto meglio avrà prevalso e gli arrabbiati saranno accontentati.

Non sentirsi soli è come il tè che dà la forza dei nervi distesi.



Categorie:CinqueStelle, Politica

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  1. Occhi aperti | Raimondo Bolletta

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