Poco fa ho visto sulla rete lo spezzone dei fischi che una piccola folla di contestatori ha riservato al povero Fassina che usciva dal Parlamento alla fine della seduta di ieri in cui è stato confermato Napolitano presidente della Repubblica.
In altri tempi quest’evento sarebbe stato descritto come una minaccia squadristica e fascista ad un onorevole. Infatti è tale anche se questi signori si fregiano dell’etichetta di fan di Rodotà.
Anche oggi sono andato in giro per scuole e sono stato quasi due ore in macchina con la radio accesa: tutte le analisi, tutte le chiacchiere di giornalisti, politici, opinionisti unanimemente linciavano la vecchia dirigenza del PD e accreditavano le più turpi intenzioni in chi ci ha condotto sin qui.
Sono amareggiato ed arrabbiato anch’io ma devo resistere per non cedere a questa deriva populista in cui un parlamento che liberamente elegge un capo dello stato con una forte maggioranza venga presentato come un golpettino, una deriva in cui delle persone per bene che forse hanno peccato di eccesso di zelo e troppa generosità siano cotte a fuoco lento sulla graticola delle recriminazioni, una deriva che si basa sulla creazione di fantasmi, di false notizie, di paure, di risentimenti che mettono in moto solo la pancia e mai la testa.
Fassina è l’emblema di questo PD incerto e debole, certamente poco furbo.
Trionfa però il giovane virgulto che ora detta da La Repubblica le regole del gioco come se fosse lui il nuovo Presidente, ordinando perentoriamente di mettere la mordacchia a Grillo e di fare in pochi mesi quello che altri cretini non sono riusciti a fare in anni di militanza all’opposizione. Anche questo è populismo della peggior specie.
Ed ora mi metto all’ascolto del discorso di Napolitano.
Categorie:CinqueStelle, Politica
L’ha ribloggato su Raimondo Bollettae ha commentato:
Esattamente 5 anni fa
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