Mio figlio mi ha chiesto come mai non avevo scritto niente a commento di queste giornate storiche che ci hanno coinvolto emotivamente, lo psicodramma della fiducia al governo Letta e la strage degli innocenti che cercavano di sbarcare nella terra promessa.
Questo blog vorrebbe raccogliere racconti e riflessioni; bisogna far passare qualche ora e qualche notte insonne per maturare qualche riflessione che non sia una reazione e basta. E questa mattina mi sono svegliato con un’idea in testa che mi va di condividere: mercoledì scorso si è consumato un passaggio generazionale.
I 40- 50 enni che finora hanno fatto i vice ubbidienti hanno lentamente tessuto una trama di rapporti e di collaborazione che si è consolidata nel governo che doveva essere solo un governo di servizio. Hanno trovato in Henry un tipo tosto, un tipo preparato con la schiena diritta, si sono messi al lavoro e hanno fatto quel che hanno potuto. Quando sono stati colpiti dal fuoco amico
- dei Brunetta che faceva lo spiritoso volendo comandare a bacchetta come se il governo fosse una badante a mezzo servizio,
- dei Renzi che cinguettava sparando ricettine risolutive su ogni possibile palcoscenico,
- degli estremisti di ogni tipo che sognavano lira, rivoluzione, decrescita, internet, democrazia diretta,
- della supponente critica sistematica degli organi di informazione,
quando si sono sentiti accerchiati hanno consolidato la loro solidarietà e si sono riconosciuti vicendevolmente come capaci di muoversi autonomamente senza attendere le prescrizioni del padre. Hanno così ritrovato il nonno, il vecchio saggio e dalla tempra forte come una roccia che non avendo anche lui nulla da perdere li ha incoraggiati e coperti facendo capire che poteva destinare direttamente l’eredità ai nipoti scavalcando i figli. Forse il nostro nonno, re Giorgio I, si ispira alla sua amica la regina Elisabetta.
Quando Silvius ha deciso di ribaltare il tavolo e di bloccare governo e parlamento senza riguardo per Henry che rappresentava l’Italia a Borgo Nuovo delegittimandolo, la reazione di Henry, generalmente riservato e controllato, quasi timido, è stata ferma quasi aristocratica, da cavaliere senza macchia. La sua reazione ha dato coraggio ai suoi e contro ogni previsione ha innescato quella reazione dentro la fazione di Silvius che ha ridato la fiducia al governo che voleva abbattere.
Il risultato è che ora i 50 enni hanno preso il potere e che si è compiuta la rottamazione della generazione precedente. La generazione dei baby boomer è fuori dal parlamento e progressivamente esce dalle stanze in cui il potere economico e politico viene gestito. Berlusconi forse più degli altri paga questo passaggio perché, oltre a tutte le responsabilità che ha e che conosciamo, ha la colpa di aver voluto nascondere anche fisicamente la sua senescenza e il suo declino, ha preteso di controllare come lui fosse un giovane dei giovani ambiziosi e determinati che lo seguivano. Pensava di comandarli a bacchetta scegliendo nei posti chiave dei giovani privi del quid perché non potessero essere capaci di pugnalare il padre. Ma i giovani diventano adulti e conquistano il quid quando si rendono conto che il padre non è più all’altezza di reggere e si mette in disparte.
Questo Bersani lo aveva capito e ha molto investito per tirar su una generazione nuova di giovani. Ora continua a scarpinare tra una manifestazione e l’altra e il popolo PD gli è affezionato e lo rispetta ma non conta più nulla e mi sembra che sia sereno. L’ho visto a quella manifestazione a cui accennavo qualche giorno fa e si vedeva plasticamente che era in pace con il mondo.
Quindi mercoledì non è stato fatto fuori Berlusconi ma tutta una generazione.
La Repubblica riportava il giorno seguente a commento della giornata della fiducia le foto da giovani dei protagonisti vincenti della giornata, Letta, Alfano, Lupi, … quando erano degli outsider della politica nelle file della DC. In effetti la matrice profonda di tutti i protagonisti è quella cattolica anche se le strade politiche da essi percorse sono molto differenziate. Forse un altro nonno li ha incoraggiati e illuminati, è stato quel papa Francesco che sta, lui sì, ribaltando il tavolo delle nostre abitudini richiamando ciascuno alla responsabilità di fare ciò che la nostra coscienza ci dice di fare al di là della convenienza. Si badi, non sto dicendo che riparte la DC o il blocco moderato, dico che vi è un rimescolamento di carte tra generazioni che forse sarà la vera chiave per uscire dalla crisi.
Se siete arrivati a leggere sin qui vi consiglio di leggere altri due post che ho dedicato alla questione del ricambio generazionale.
Giovani impauriti e vecchi biliosi
Generazioni e primarie
Categorie:Riflessioni personali
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