Lo scoop di ieri è uno scossone, un’ondata anomala imprevista che fa vacillare la barca del prode Mattia prima ancora che possa salpare dal porto sicuro per acque tempestose. Sì, perché dopo la resa di Henry e l’investitura da parte di re Giorgio, Mattia il gradasso, detto l’ambizioso, intende affrontare i nemici per mare ed arrivare a prendere possesso delle terre del nord aggirandole dai porti artici, un po’ ventosi e tempestosi ma con un equipaggio eccezionale fatto di ufficiali coraggiosi ed intrepidi l’impresa avrà successo. Alcuni di questi valenti ufficiali tanto entusiasti prima dell’inizio della spedizione ora indietreggiano prudentemente dicendo che sono occupati a difendere in patria, le loro famiglie e i loro averi.
Sveglia Raimondo, che confusione! Barca è quel personaggio che è stato spiato, al quale hanno estorto delle dichiarazioni imbarazzanti che lo hanno bruciato politicamente e reso quindi inoffensivo. Sì, Barca lo conosco bene, è una persona nella quale avevo sperato e di cui avevo parlato in numerosi post nel mio blog.
La telefonata che è stata diffusa è di estremo interesse, un autentico scoop che non riguarda tanto la persona di Barca quanto il sistema mediatico e informativo.
La grande casta dei giornalisti, inquadrata in truppe disciplinate al soldo del proprio editore, gestisce la partita sia per confezionare il prodotto da rivendere al volgo che dovrà votare, sia per dar gli strumenti operativi utili a realizzare ciò che un potere superiore ha deciso o quantomeno auspicato. Non sei nessuno se la Gruber o l’Annunziata o Mentana o … non decidono di darti spazio facendoti pubblicare un libro, intervistandoti da Fazio, dandoti poltrona fissa nei talk show. Friedman, con la scusa che deve promuovere un libro che non dice nulla che non si sapesse, ce lo dobbiamo sorbire in tutte le salse dopo cena come oracolo che conosce gli arcani del potere globale. Insomma i giornalisti possono scegliere il ministro dell’economia.
Mi sono trovato il profonda sintonia con l’accoramento di Barca che traspare dalle parole carpite nella telefonata ingannevole. E’ preoccupato per ciò che sta per succedere e per ciò che è già successo, è quasi angosciato dal dilemma se accettare le lusinghe fortissime del potere e del successo o continuare a servire lo Stato come un dirigente competente e colto. Sa che anche la carriera di civil servant potrebbero essere spezzata dai nuovi giovani ambiziosi che stanno avanzando con passo spavaldo, sa che il dovere di essere un figlio degno di cotanto padre gli imporrebbe di rischiare la faccia per il successo di una sortita forse disperata e incosciente ma forse anche generosa ed avventurosa. Capisco la sua amarezza e mi auguro che sappia superare anche questa prova durissima.
Ho scritto di lui più volte su questo blog.
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Categorie:Politica, Social e massmedia
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