Incidenti in autobus

Ieri poco prima di cena tornavo a casa in autobus ed ho assistito ad una scena piuttosto frequente. Due ragazzotti stravaccati sui sedili ad alta voce commentavano le telefonate che ricevevano e alle quali rispondevano con voce ancora più alta. Il tutto condito con frequenti espressioni gergali (parolacce). I passeggeri erano quelli tipici del tardo pomeriggio, persone che tornano dal lavoro, turisti alla fine del loro giro, insomma gente stanca, desiderosa di quiete. A un certo punto una signora sbotta chiedendo di smetterla perché con le loro chiacchiere non riusciva nemmeno a leggere un libro. Questi per nulla intimiditi rispondono: Anvedi questa ma che cazzo vole. Se vòi legge prendi il taxi, questo è un servizio pubblico e questo te tocca. Scatta una reazione quasi minacciosa la stessa che avrebbero usato con loro coetanei. Ricordando di aver fatto il preside sono ovviamente intervenuto modulando attentamente la voce autorevole e ben impostata e controllando la mia istintiva aggressività per non peggiorare la situazione. Tra le altre cose ho detto: ragazzi non potete fare così  proprio perché siete su un servizio pubblico. Uno dei due, forse il più giovane: ho più di 18 anni e sono libero di fare quello che voglio. Certamente purché tu ti assuma la responsabilità di quello che fai. Una signora accanto a me mi da man forte dicendo: insomma smettetela e chiedete scusa. Mi dice di non intromettermi e di lasciar stare. Cosa che faccio prontamente. Torna la calma e una signora rivolta con atteggiamento conciliante ai ragazzi come per chiudere l’incidente: ragazzi dovete capilli questi, la gente è nervosa. Così i pupi proseguono, stravaccati annoiati e in continuazione appesi al cordone ombelicale del telefonino per pianificare la serata e dire che domani a scuola ci devono andare perché oggi erano stati assenti e la scuola avverte i genitori.

A bassa voce la signora vicino a me mi dice, sa, sono molto preoccupata, come andremo a finire. Nasce una conversazione. Come si spiega tutto ciò? Io dico: ma in fondo che  differenza c’è tra il ragazzetto che avendo raggiunto la maggiore età si sente padrone del mondo da un signore che avendo la maggioranza degli elettori si sente svincolato dai vincoli e dai rigori delle leggi?

Poche battute e la signora mi chiede: era al cinema? era all’incontro di Bersani e Cuperlo? Sì. Anch’io. Così siamo passati a parlare del PD.



Categorie:Cultura e scuola, Riflessioni personali

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