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  1. Riporto la mail scambiata con il docente dal quale ho tratto il titolo del volumetto

    Caro Preside, mi fa molto piacere che abbia cosi’ tanto apprezzato la mia “prospettiva” , mi corre l’obbligo pero’ di ricordare che mi sono limitato ad una rilettura di un bellissimo articolo degli anni 90 di Luigi Pintor che suggeriva questa prospettiva alla Sinistra italiana.

    A scuola il povero Sisifo ha la necessita’ spesso di trovare cunei ovvero qualche cosa che rallenti il macigno, magari lo blocchi. Da un altro punto di vista questi piccoli strumenti possono essere interpretati come sassolini che, a volte, riescono ad inceppare il sistema…con i tempi che corrono una bella discussione sulla dimostrazione di un teorema o sulle evidenze sperimentali di una qualche legge fisica puo’ indurre gli studenti verso l'”eversione”….ossia porsi domande….
    Quando in classe scopro atteggiamenti antisemiti, razzisti – e purtroppo sono in aumento – allora li provoco con un brano di Levi. (Per comodita’ lo allego piu’ sotto). Le confesso che quando lo leggo spesso mi commuovo….ma anche questa aperta e sincera espressione di sentimenti, a volte, inceppa la macchina che riproduce l’ovvieta’.
    Un caro saluto
    Luca

    %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%

    Da “Ferro”, Il Sistema Periodico, P. Levi
    Incominciammo a studiare Fisica insieme , e Sandro fu stupito quando cercai di spiegargli alcune delle idee che a quel tempo confusamente coltivavo. Che la nobilta` dell’Uomo, acquistata in cento secoli di prove ed errori, era consistita nel farsi signore della materia, e che io mi ero iscritto a Chimica perche` a questa nobilta` mi volevo mantenere fedele. Che vincere la materia e` necessario per comprendere l’universo e noi stessi: e che quindi il Sistema Periodico di Mendeleev, che proprio in quelle settimane imparavamo laboriosamente a dipanare, era una poesia piu` alta e piu` solenne di tutte le poesie digerite al liceo: a pensarci bene aveva perfino le rime! Che, se cercava il ponte, l’anello mancante, fra il mondo delle carte e il mondo delle cose, non lo doveva cercare lontano: era li`, nell’Autenrieth, in quei laboratori fumosi, e nel nostro futuro mestiere.
    E infine, e fondamentalmente: lui ragazzo onesto ed aperto non sentiva il puzzo delle verita` fasciste che ammorbava il cielo, non percepiva come un’ignominia che ad un uomo pensante venisse richiesto di credere senza pensare?
    Non provava ribrezzo per tutti quei dogmi, per tutte le affermazioni non dimostrate, per tutti quegli imperativi? Lo provava: ed allora, come poteva non sentire nel nostro studio una dignita` e una maesta` nuove, come poteva ignorare che la chimica e la fisica di cui ci nutrivamo, oltre che alimenti di per se` vitali, erano l’antidoto al fascismo che lui ed io cercavamo, perche` erano chiare e distinte ed ad ogni passo verificabili, e non tessuti di menzogne e di vilta`, come la radio ed i giornali?

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