Attivismo renzista

Tra le caratteristiche del renzismo c’è certamente l’attivismo, la velocità, il movimento. Ormai Renzi sembra Fregoli ed ora che si è lanciato con l’Inglese e ha superato ogni residua timidezza lo vedremo spesso sulla piazza di Londra o sulle reti televisive internazionali a pronunciare discorsi che hanno la solennità di annunci quasi storici. Ogni giorni c’è un tema nuovo e non si fa a tempo a capire bene una proposta di legge che subito c’è un’altra riforma che avanza.

Questa mattina ho letto un bel commento di Boeri e Bordignon sulla monovrina del governo presentata in questi giorni e che dovrà essere approvata a Bruxelles. Consiglio di leggerla con attenzione.

C’è una cosa che mi ha fatto pensare e su cui vorrei riflettere ora.

Se ho capito bene le tabelle, verrebbe fuori che a legislazione invariata, cioè se non si fa niente, il debito pubblico, lo stock che ogni anno aumenta per effetto dei deficit annuali del bilancio dello Stato sarebbe inferiore a quello che si avrà se fosse effettuata la manovra proposta.

In effetti il governo sta cercando di rianimare l’economia e quindi indirettamente aumentare l’occupazione aumentando la spesa pubblica arrivando così al 2018 con un debito più alto. Ovviamente la manovra assume l’ipotesi che la maggiore spesa possa aumentare il PIL e quindi il rapporto debito/PIL ne trarrebbe vantaggio seppur di pochissimo.

E’ quello che sta facendo la Francia impostando un bilancio con un deficit del 4% cercando anche lei di rivitalizzare la propria economia stagnante con una iniezione di investimenti o di spese pubbliche. Renzi si è immediatamente accodato alla posizione francese annunciandolo a Londra con un chiaro accento aggressivo nei confronti della Germania che continua a predicare il rigore di bilancio.

Tutti in Italia sono ormai diventati Keynesiani e il rigore europeo e i vincoli imposti da una moneta forte qual è l’Euro sono visti come l’orticaria. Facile per Renzi cavalcare questo sentimento molto diffuso. Salda è in lui la fede nel valore delle immagini e degli slogan, la certezza che l’economia sia una sovrastruttura culturale, una finzione collettiva determinata dal sentimento e dell’entusiasmo. Dimostrato ampiamente il ruolo della paura per attivare nei gonzi comportamenti irrazionali che li portano a svendere ciò che hanno di più prezioso. Renzi è convinto che riaccendere una scintilla possa riattizzare il fuoco ma non vede che la legna o è umida o somiglia alla paglia. Forse quando faceva il boy scout non gli è capitato di accendere il fuoco intorno a cui cantare la sera, forse lo lasciava fare ai suoi compagni meno svegli e meno chiacchieroni.

E’ vero, può capitare che ci sia un innesco capace di riaccendere il fuoco, potrebbe essere l’abolizione dell’art. 18, potrebbe essere il TFR anticipato, possono essere gli sgravi fiscali, potrebbe essere la restituzione dei debiti della PA , ma …. questo iper attivismo spasmodico e frettolosamente superficiale per cui si discute e ci si accapiglia su testi generici di poche righe e non su corpose disamine dei pro e dei contro di testi legislativi chiaramente definiti, questo attivismo renzista (da non confondere con quello renziano) assomiglia alla frequente situazione di un fuoco che non parte in cui quattro o cinque persone, che si piccano di sapere come fare, intervengono, chi con la carta di giornale, chi con l’alcol, chi con della paglia, chi sventolando, chi aggiungendo legna, chi togliendo quella che c’è … con il risultato che non ci si riscalda né si cuociono le salcicce.

L’articolo di Boeri mi ha suggerito un’idea un po’ bislacca: ma allora conviene non far niente! niente manovra, niente nuove leggi per 1000 giorni e vediamo cosa succede!

Le aziende telefonerebbero ai consulenti del lavoro per dire di sbrigarsi ad assumere quei tre che servono perché tanto nei prossimi 6 mesi non ci sarà quel nuovo fatidico contratto più favorevole all’azienda di cui si discute, chi deve ristrutturare una casa saprà che il beneficio del 50% finisce il 31 dicembre e bisogna sbrigarsi. Il giovanotto di belle speranze smette di sognare strani sussidi di disoccupazione, quelli in cassa integrazione speciale sanno che alla scadenza non ci saranno rinnovi, tutti smetteremmo di coltivare strane attese sollecitati da miracolose promesse ma … saremmo rassicurati che non ci sono nuove sorprese fiscali, non ci sarebbero ansie e timori di strani espropri proletari sulle pensioni.

L’annuncio di un riforma può avere un effetto positivo se si traduce realmente in una azione visibile e verificabile se la persona che effettua l’annuncio ci appare affidabile onesto e realista, l’annuncio diventa fonte di frustrazione  e di aggressività se viene sostituito il giorno dopo da promesse ancora più mirabolanti in un rilancio continuo contrabbandato come iper attivismo.

Caro Renzi lasciaci tranquilli per un po’, amministra bene la cosa pubblica, spendi celermente i soldi che hai, fai due o tre leggi serie sul falso in bilancio e sulla economia illegale e in nero, combatti l’evasione fiscale, fai una nuova legge elettorale decente e ridai voce ai cittadini nelle urne. E riposati!



Categorie:Economia e finanza, Politica

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