Piazza pulita, città sporca

Non seguo i dibattiti televisivi tranne a volte 8,30 sulla 7, se ho già cenato. E’ una questione di igiene mentale. Ma ieri sera c’era l’intervista a Marino e abbiamo seguito con grande attenzione la trasmissione.

L’oggetto del mio interesse non è tanto il mio sindaco, che ho votato, quanto il linciaggio giornalistico e mediatico cui è sottoposto.

Il potere mediatico giornalistico, dopo aver elevato agli onori degli altari il gradasso, ora si cura di consolidarne il potere tosando alla radice tutti coloro che potrebbero far ombra, in primo luogo i sindaci che devono starsene buoni ad amministrare con cura ed efficienza, non andare in giro per il mondo con un addetto diplomatico al seguito.

Quello stesso potere che esclude dalle scene i dissidenti, i Civati, i Fassina, i D’Attorre (l’avete mai visto o sentito in televisione?) che oscura tutto ciò che potrebbe incrinare la costituzione di un premieriato assoluto ritagliato sul gradasso o su altri leader improponibili, incompetenti ma fotogenici.

In tempo reale, durante la trasmissione, ho scritto ieri sera un commento sulla mia bacheca FB ed immediatamente ne è nata una piccola discussione.

Formigli ha incalzato Marino sulla questione dei costi della sua trasferta, sapendo che in mattinata un consigliere comunale aveva accertato che due dirigenti lo avevano accompagnato a Philadelphia a spese del Comune. Una schermaglia durata parecchio in cui il volto di Marino è stato indagato impietosamente dalla telecamera quasi assistessimo a un terzo grado.

Marino si è lasciato intimidire  perché  non era vero che la sua trasferta non era costata nulla alle casse del comune, sono stati pagati i due dirigenti al seguito. Marino, rispondendo ad un precisa domanda di Formigli, ‘perché lei è sotto attacco della stampa’, ha cercato di spiegare il perché tutti ce l’abbiano con lui,  sostenendo  che aveva toccato poteri forti e malavitosi.  Ha cominciato ad elencare puntigliosamente le sue iniziative in questi due anni di governo. A questo punto però  non ha avuto il coraggio di replicare a Formigli che lo interrompeva e che in modo minaccioso gli diceva: ‘allora vuol dire che noi giornalisti siamo al soldo di quegli interessi’. No, non dico questo! A questo punto, parte la pubblicità con un Marino dimezzato sotto scacco del conduttore. Altri autorevoli giornalisti  nella parte successiva si sono disposti sul tavolo di fronte a lui come una commissione esaminatrice.  Con un po’ più di coraggio avrebbe dovuto rispondere che nessuno è immune dalle infiltrazioni, nemmeno la stampa al soldo di  interessi costituiti piuttosto forti.

La seconda parte dell’intervista è stata un autentico calvario con le giaculatorie di tutte le lamentazioni del cittadino arrabbiato e deluso, con immagini sconcertanti del lerciume e dell’abbandono di una città allo sbando.

Se avrete modo di rivedere la trasmissione, osservate con attenzione la funzione dei giornalisti: una raccolta di ‘dati’ eclatanti, di problemi e storture attribuite ‘virtualmente’ al cireneo di turno che assume su di sé tutte le croci lasciate in giro dai suoi predecessori.

Nessun approfondimento, nessuna analisi, posizioni preconcette, tesi ovvie di buon senso condivise dalla maggior parte degli spettatori. Rizzo, noto ed autorevole protagonista della lotta contro la casta, ripeteva fino alla noia che avrebbe dovuto far fallire l’Atac. Marino, che da buon chirurgo cresciuto in America non è provvisto di molta ironia o di sarcasmo,  avrebbe dovuto rispondere: ‘vero, ha ragione avrei dovuto farlo subito, magari posso ancora farlo, chiederò ai miei uffici. Certo che qualche disagio in città ci potrebbe essere, ma che vuole che sia se il Corriere e la grande stampa è d’accordo’.

Finalmente a un certo punto, un po’ stanco della faziosità di questi attacchi concentrici, con signorilità e garbo chiede agli astanti dove erano quando certe scelte o non scelte erano state fatte in passato. Lesto Formigli taglia con: Pubblicità!

Si è così arrivati alla battuta del Papa che è riportata in video quasi integralmente, in cui effettivamente si vede un papa accigliato e scocciato che tratta il sindaco Marino da imbucato non gradito. Peccato che la notizia sia data a metà, senza la domanda del giornalista che si basava su un assunto falso e che cioè Marino avesse affermato di essere stato invitato dal Papa. Un trappolone teso allo stesso Papa (non sembra sia stato l’unico in questo viaggio)  che reagisce senza riflettere ma anche senza rispetto per la persona di Marino.

La domanda del giornalista non viene riportata mentre viene fatto ascoltare l’altra trappola mediatica fatta con il telefono in cui un falso Renzi commenta con monsignor Paglia la posizione di Marino, rinforzando il concetto che il Papa fosse non solo seccato ma quasi adirato per questo viaggio di Marino.

Oggi ho riflettuto a lungo su questa parte del giallo, ci sono dei particolari che mi lasciano interdetto.  Con tutta franchezza confesso una certa delusione circa la posizione del Papa: perché esporsi così a domande imbarazzanti di basso livello, da cronaca rosa? La regina Elisabetta rilascia simili interviste quando viaggia in aereo? Vero, il papa non è un re ma un minimo di aura di sacralità e autorevolezza dovrebbe essere preservata e protetta dai suoi collaboratori.

Siamo certi che i giornalisti accreditati non abbiano preventivamente concordato le domande con l’addetto stampa? E’ il minimo che un sistema di comunicazione affidabile dovrebbe prevedere. Quindi è probabile che la domanda fosse prevista e che la risposta fosse consapevole e il tono fosse quello voluto. Allora Francesco mi delude ancora più: spesso ricorda  di essere il vescovo di Roma, come tale deve rispetto e considerazione per la massima autorità civile eletta dal popolo sovrano.

Se c’erano motivi per escludere Marino dal viaggio negli Stati Uniti avrebbe dovuto avvertirlo con garbo per i canali giusti, magari telefonandogli, dicendo che preferiva che rimanesse a Roma a lavorare in vista del giubileo. Se questi motivi non c’erano avrebbe dovuto trovare il modo di incontrarlo a Philadelphia ringraziandolo per il riguardo che gli aveva usato. Così vuole la buona educazione. C’è chi dice che gli ambienti della curia non amino Marino sia per la laicità con cui tratta tematiche mediche sia per aver scoperchiato un malaffare in cui pretoni e fratoni sguazzavano con una carità a volte un po’ pelosa. Consiglio di leggere un post sull’argomento in cui il Vaticano viene elencato tra coloro che ‘non sostengono’ Marino.

Ripensavo anche alla telefonata a mons. Paglia del finto Renzi. Sono propenso a pensare che sia tutta una bufala, o meglio, spero che sia una bufala perché altrimenti c’è poco da stare allegri: monsignor Paglia personaggio eminente sia nell’ambito della comunità di Sant’Egidio sia come presidente del pontificio Consiglio per la Famiglia non si accorge che all’altro capo del telefono la voce assomiglia vagamente a quella di Renzi, mostra una familiarità con il presidente del Consiglio a dir poco imbarazzante e si diffonde a spettegolare come se parlasse di suo cugino dell’atteggiamento del Papa nei riguardi di Marino. Nessun rispetto per il Papa del quale non si può parlare così rivelandone atteggiamenti che dovrebbero rimanere riservati. Naturalmente anche in questo caso non è stato riportato tutta la telefonata, chissà forse per risultare più verosimile il finto Renzi si sarà congratulato per il proscioglimento avvenuto il 21 settembre dall’accusa di turbativa d’asta per l’acquisto di una castello a Terni con i soldi della diocesi di cui il monsignor Paglia è stato vescovo.

Ma evidentemente sono un uomo del passato.

Insomma una intervista torbida da cui emerge un affresco di una Roma disperata e di un cavaliere senza macchia che vorrebbe far qualcosa ma che è rimasto terribilmente solo e senza armatura. Naturalmente Formigli si è guardato bene dal rimarcare che da mesi è stata disposta la scorta di Marino perché più di una minaccia di morte è pervenuta nei luoghi giusti.  Allora le vacanze in America in un luogo rimasto segreto era forse un modo per concedere un po’ di ferie  ai poliziotti che ora lo difendono.

Finita la prima parte della trasmissione e congedato Marino entra l’on. Romano eletto in parlamento nelle liste di Scelta Civica ed ora confluito nel partito Democratico dopo il lancio da parte di Renzi del partito della Nazione. Il tema di cui si discute concerne i giri di valzer di numerosi deputati che cambiando casacca stanno consentendo a Renzi di governare e soprattutto di far approvare nei tempi stabiliti la riforma costituzionale. La pietra dello scandalo è il ruolo di Verdini che ha assunto la funzione di taxista per trasportare nuovi deputati da Arcore al Nazareno.

Non so dire se la scelta è stata intenzionale, forse sì, perché dopo l’amarezza e le contraddizioni di una realtà quasi irrecuperabile di Roma Capitale, le chiacchiere della politica alta, dei signori deputati che fanno le leggi e scrivono le costituzioni a braccetto con personaggi a dir poco discutibili sono apparsi a me ancora più inaccettabile e nauseabonda.

L’obbiettivo della trasmissione è così raggiunto.

 



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