Nelle pantomime i gesti e le immagini hanno un ruolo decisivo molto più delle parole. Ha iniziato il barone di Arcore con una pantomima che ha occupato e divertito i social e ha generato infinite situazioni buffe e divertenti associando ai gesti delle battute appropriate.
Ma la pantomima, o meglio la sceneggiata, continua con le due marionette che se le danno di santa ragione dopo che si sono abbuffati con la spartizione dell’antipasto e che ora non riescono a mettersi d’accordo su quale posto avere a tavola per la portata principale. Una marionetta, quella più corpulenta con il volto segnato da una barbetta che a volte lo fa sembrare il feroce saladino, che manganella con maggior violenza, comincia ad essere stanco e l’altra sera mentre manganellava a destra e manca ha avuto una improvvisa sudorazione da stress e la sua camiciola azzurra si è vistosamente macchiata. L’altra marionetta, quella del giovane napoletano impettito dal bianco sorriso rasserenante, da quando il barone di Arcore ha fatto il giullare ed ha gridato il re è nudo sembra meno sicuro di sé e comincia a minacciare il feroce saladino che se non gli cede il posto a capotavola imbandirà la tavola con altri commensali poveri in canna che si acconteteranno anche delle briciole.
Senza voler dare troppe spiegazioni dei fatti perché le pantomime e le marionette non hanno delle spiegazioni, la scena è cambiata, un ricco rococò di sfondo in cui i protagonisti parlano con le loro posture.

Maria Elisabetta Casellati con i capigruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini e il leader del partito SIlvio Berlusconi, durante le consultazioni di oggi. (ANSA/TWITTER)
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