Le mie preferenze

Da due settimane non scrivo nulla su questo blog. Ma domani si vota alle europee e sento il dovere di dichiarare le mie preferenze. Spero di essere stato chiaro nei post precedenti, in questo periodo avrei potuto o dovuto pubblicare pagine e pagine di riflessioni su una cronaca giornaliera che ha visto crescere la tensione e avvicinarsi un evento che potrebbe diventare un passaggio storico. Proprio perché gli eventi hanno preso la forza di una marea oscura e minacciosa, di una temporale devastante, di una aggressione furiosa mi è sembrato che il chiacchiericcio di noi blogger fosse un rumore inutile e inascoltato.

Questa mattina due fatti mi hanno incoraggiato a prendere la testiera e scrivere. Alcuni articoli sulla triste fine dell’epoca May e la telefonata di una cara amica per discutere del prossimo voto.

La tragedia della Brexit, perché di una stupida tragedia si tratterà per gli inglesi e forse anche per noi occidentali, è segnata, forse provocata, dalla mediocrità dei protagonisti che hanno avuto la presunzione di giocare con la storia e con il popolo quasi fossero apprendisti stregoni capaci di imbrigliare il magico mondo degli umori più nascosti e indicibile di un popolino insoddisfatto e potenzialmente violento.

La May, come Cameron, come Di Maio, come Salvini, è una persona limitata sia sul piano delle competenze necessarie ad un leader politico sia su quello dei valori che dovrebbero essere alla base di processi positivi di crescita degli esseri umani, dei popoli disposti a seguirli. Il nostro problema in questo tempo è la rarefazione dei tessuti connettivi che ci uniscono e l’emersione di forze che tendono a disgregare e dividere.

E’ ormai chiaro che la disgregazione dei singoli Stati, delle comunità, dei partiti, delle organizzazioni sovranazionali, è parte di una strategia globale per ricostruire nuovi poteri e nuovi equilibri coerenti con una nevrosi collettiva generata proprio dal progresso tecnologico. Ogni riferimento alle strategie della Russia imperiale e del trumpismo decadente è puramente voluto come anche ogni riferimento alle strategie occulte della finanza capitalistica che cerca nuovi territori in cui brucare nuovi profitti e nuove occasioni di arricchimento.

Scusate, ho divagato ma succede così quando si sviluppa una riflessione liberamente senza un filo logico. Torno allora al racconto e allo scopo di questo post.

Come accennavo, dopo la lettura di articoli sulla triste fine della May è arrivata la telefonata sul voto di domani. Due erano le domande, ormai qualcuno pensa che io sia un esperto di leggi elettorali.

Che succede se un partito non supera il quorum? chi si avvantaggia? E’ vero che se la Bonino non ce la fa il voto che vorrei darle va a vantaggio di Salvini?

Immediatamente non capisco la domanda della mia amica e mi limito a spiegare che l’assegnazione dei seggi avviene sulla base dei risultati nazionali come se l’Italia fosse un’unica circoscrizione elettorale. I voti delle liste che non superano la soglia è come se non fossero stati espressi e quindi i seggi sono assegnati alle sole liste che hanno superato la soglia.

Per farmi capire meglio le faccio un esempio numerico. Supponiamo che le liste che si presentano fossero 12, ma 10 di loro raccolgono solo il 3% ciascuna e quindi non passano mentre le altre due prendono rispettivamente il 40 e il 30 % dei voti. I seggi assegnabili, che nel caso dell’Italia sono 73, sarebbero ripartiti solo tra le due liste che hanno il 40% e il 30%. In pratica il 30% dei seggi che sarebbero dovuti andare al 30% disperso in 10 piccoli rivoli se li ripartiscono in proporzione le due liste quindi in maggior misura va a favore alla lista più forte. Insomma, se diamo per buono che la Lega sia la lista più forte, seppur per frazioni millesimali il tuo voto disperso va a favore di chi supera la soglia ma in maggiore misura di Salvini.

A questo punto la mia amica mi chiede come avrei votato io, visto che alle politiche avevo votato il partito della Bonino.

Le confermo quanto avevo anticipato nel post del 9 maggio: intendo votare con convinzione la lista unitaria proposta dal PD.

In questi giorni avevo cercato di conoscere meglio i candidati e mi ero convinto che occorre utilizzare le preferenze per scegliere persone di valore. Il Parlamento Europeo non ha grandi poteri per ora, è una specie di Senato senza il potere di sfiduciare il governo cioè la commissione che sta a Bruxelles. Il governo effettivo dell’Unione è ancora appannaggio del Consiglio dei capi di stato e di governo delle nazioni che la compongono. Non ci sarà quindi nessun terremoto politico immediato come accade nei singoli stati se il nuovo parlamento non è in grado di esprimere una maggioranza per dar la fiducia ad un governo ma il parlamento europeo potrà essere centrale e determinante per dare una direzione a processi futuri che potrebbero essere disastrosi o virtuosi e quindi è determinante la qualità dei rappresentanti eletti quasi quanto le ideologie di appartenenza che rappresentano. In ogni caso l’approvazione del budget dell’Unione passa per il Parlamento.

Con questo criterio di qualità confermo la mia preferenza per Roberto Gualtieri per le ragioni che ho esposto nel post precedente,

per Alessia Centioni, una giovane che, da quanto ho capito, lavora come dipendente nelle istituzioni europee come professionista e che quindi è molto esperta del complesso funzionamento delle istituzioni europee,

Pietro Bartolo che è il medico di Pantelleria che rappresenta meglio di ogni altro cosa voglia dire essere umano in un mondo così atroce e privo i scrupoli.

Non sono i soli che meriterebbero le mie preferenza ma una scelta va fatta.

Grazie amica mia per avermi sollecitato a manifestare ad altri le mie intenzioni. E che vinca l’Europa unita, che prevalgano il desiderio di vita e di futuro per tutti non solo per chi già vive nei privilegi.



Categorie:Elezioni europee 2019, Politica

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2 replies

  1. Considerazioni interessanti, anche io questa volta voterò con convinzione PD per il progetto di unità che Zingaretti porta avanti e voterò Bartolo,per gli stessi motivi che hai detto, smeriglio e poi una donna che ancora non ho deciso.

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  1. Persone per bene | Raimondo Bolletta

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