Un amico dall’estero mi ha scritto chiedendomi se era tutto ok visti i lunghi silenzi e che da tempo evitavo di parlare di politica. Ho risposto che ero invecchiato e che l’esperienza dell’epidemia mi aveva intristito e non volevo ammorbare gli altri, preferisco condividere pensieri positivi e condividere luce, se mi capita di intravvederla.

Più esplicitamente un altro amico mi ha chiesto la mia posizione sul prossimo referendum confermativo del taglio del numero dei parlamentari. Credo allora di dover esternare la mia scelta.
Le ragioni del mio NO.
Già la sola motivazione del risparmio della indennità dei parlamentari è sufficiente per capire la natura di questa modifica della Costituzione: ridurre la rappresentanza perché sulla democrazia si può risparmiare. Volete mettere quanto sua più efficiente la democrazia diretta dei click sulla piattaforma Rousseau? Questa considerazione fu la stessa che mi indusse a diffidare della riforma Renzi che propagandava la chiusura del Senato con la necessità di risparmiare sulle spese.
Si tratta di un taglio che non prospetta altri vantaggi funzionali: tutto resta identico, le lungaggini della doppia lettura rimangono immutate. Su questo nella riforma Renzi c’era una proposta più articolata.
La qualità degli eletti non cambia se se ne eleggono di meno, anzi possiamo pensare che i poteri forti staranno più attenti a selezionare persone più obbedienti visto che questi saranno di meno e il loro voto peserà di più. Non ci sono garanzie che la nuova legge elettorale necessaria se passa la riforma sarà migliore di quella attuale.
Voto NO perché questa è la battaglia dei 5 stelle, il peggiore esperimento politico realizzato con tecnologie moderne per occupare il potere. Questi sono già nella fase calante e con il NO si può accelerare un processo di disfacimento di una forza politica che squilibra la democrazia. I 5 Stelle, avendo raccolto un elettorato tradizionalmente e potenzialmente progressista a scapito dei partiti di sinistra regala un vantaggio alla destra. Basta pensare alla disinvoltura con cui hanno formato il governo Conte 1 alleandosi con l’estrema destra e l’indisponibilità a concordare strategie unitarie nelle elezioni regionali coerenti con l’attuale alleanza di centro sinistra.
Voto NO perché non mi fido degli impegni di una forza politica che ha portato in parlamento rappresentanti incompetenti e velleitari privi di una comune ispirazione se non quella di mantenere la rendita delle poltrone che dice di voler tagliare, che rinuncia senza alcuna vergogna alla regola della limitazione dei mandati, che propone il vincolo di mandato e il referendum propositivo. Da questa forza non mi aspetto che questo taglio degli eletti sia un primo passo riformatore delle istituzioni che porti ad un miglioramento della qualità della rappresentanza politica e dell’efficienza degli apparati.
Voto NO perché vivo a Roma e tocco con mano quanto possa essere disastroso il connubio tra incompetenza e moralismo privo di riferimenti valoriali. Le istituzioni democratiche non sono sovrastrutture inutili, orpelli dispendiosi, perdite di tempo; possono diffondere linfa vitale per la qualità della vita dei cittadini ma possono essere anche la causa di disastri catastrofici se non funzionano a dovere; è ciò che è accaduto a Roma in pochissimi anni soprattutto con la sindaca Raggi.
Categorie:Politica, Referendum costituzionale
Voto NO anch’io, perché è giusto così e perché vivo a Roma anch’io, speriamo bene!
"Mi piace""Mi piace"