Scrive il mio amico Andrea Turchi su FaceBook.
Dice Salvini «Riaprire subito se lo dicono i dati» e su questo attacca il ministro Speranza il quale dice «Quando i dati lo consentiranno si potrà riaprire». La cosa divertente che le due frasi dicono esattamente la stessa cosa: c’è una proposizione causale (quella che contiene i dati) e una conseguente (le riaperture). Tuttavia è interessante come sono posizionate le proposizioni nei due discorsi. La proposizione causale, nella frase di Speranza è a premessa del ragionamento (come si addice a una causa), nel caso di Salvini è messa in coda quasi costituisse un commento della prima (le riaperture). L’espediente è quasi ovvio: come in musica le frasi in levare sono quelle nelle quali l’accento cade all’inizio della frase musicale (in battere cade alla fine) così Salvini prepone la parte sulle aperture perché sa che l’attenzione si concentrerà all’inizio della frase e non alla fine. In questo modo si sottrae a un’eventuale critica di voler riaprire senza sicurezza e nello stesso tempo si vuol fare paladino delle riaperture. Se si ragionasse un pò di più su come si dicono le cose più che su quello che dice, verrebbe fuori molta meschineria. Ma naturalmente i giornalisti italiani si guardano bene dall’incalzare Salvini e compagni sulle loro sparate e si limitano a registrarle.

Questa mattina la Stampa lancia sempre su FaceBook un suo articolo con questa mirabile sintesi.
Il report dell’Agenzia Italiana del Farmaco: su 9 milioni di dosi inoculate, sono stati segnalati oltre 46 mila effetti collaterali. E tra questi solo il 7,1% ha avuto reazioni gravi
Chi leggiucchia Facebook per avere una idea sommaria della situazione procede oltre ma in modo subliminale si fissa l’idea che che le reazioni gravi alle vaccinazioni anticovid siano il 7% …. Immediatamente mi è parsa una stima esagerata e preoccupante, ho riletto il testo con maggiore attenzione e il 7% si riferisce ai 46.000 casi che hanno presentato effetti collaterali. Qui mi sono fermato, non ho letto l’articolo perché non sono abbonato alla Stampa ma sono passato oltre con un certo disagio sia per la forma in cui veniva titolata la notizia sia per l’allarme che questi numeri hanno provocato in me.
Allora il 7,1% di 46.000 casi sono 3.266 casi … non pochi … che se rapportati ai 9 milioni di inoculazioni equivalgono all’1 per mille. Un valore molto alto se i casi gravi fossero mortali accettabile se i casi gravi fossero disturbi sopportabili e governabili con la medicina ordinaria. Ma tutto ciò in un quadro sistematicamente allarmistico rinforza i pregiudizi contro i vaccini, pregiudizi sempre più rinforzati anche dalla stampa che pretenderebbe di diffondere approcci razionali e documentati.
Questa mattina dal salumaio mentre attendevo alla cassa ho ascoltato questo racconto: ieri abbiamo portato mia madre per la seconda dose, per la prima è andato tutto liscio nessun disturbo, è la seconda che è più pericolosa. Il salumiere, un giovane quarantenne che sognerebbe di potersi vaccinare subito, ascoltava con interesse e chiede: cosa è successo. La figlia della novantenne, anche lei non giovanissima, risponde: pensi che subito dopo la puntura non voleva andare a casa ha voluto a tutti i costi fare una passeggiata fuori, sono preoccupata speriamo che questo vaccino non la faccia uscire di senno! Quando si dice il pregiudizio! Chissà se tra i disturbi gravi segnalati nella precedente statistica non ci sia anche la voglia di vita appena ci si sente più leggeri.
Categorie:Coronavirus, Vaccini
È vero, il vaccino da una leggera, ma bella, euforia! ☺️
Per me è stata una giornata di sole splendido in tutti i sensi. Tornata a casa ho scritto anche una poesia! … Forse sto per uscire di senno anch’io ☺️…
Auguro alla sconosciuta signora novantenne ogni bene e ancora tanto sole. A lei e a tutti!
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