Ho passato la giornata di ieri di fronte alla TV per seguire lo svolgimento del dibattito parlamentare che avrebbe portato alla fine del governo Draghi. In realtà la maratona Mentana e le altre trasmissioni disponibili sovrapponevano sistematicamente commenti politici a note di cronaca, a dichiarazioni, a discorsi improvvisati in piazza, proclami.
Un vero misero ‘spettacolo’ che ha plasticamente rappresentato il modesto livello dei personaggi che ci rappresentano in parlamento. Ciò che più mi ha colpito è il complicato intreccio di prese di posizione che avrebbero poi portato in un crescendo di pathos a decisioni che in mattinata non sembravano possibili. Il giochetto piuttosto infantile è stato quello di addossare la colpa della decisione di interrompere il lavoro del governo Draghi agli avversari o a Draghi stesso. I 5 stelle per molto tempo hanno sostenuto che fosse stato proprio Draghi a generare la crisi perché stanco di lavorare e per paura dei momenti difficili che avrebbe dovuto affrontare il governo in futuro, la Lega che imputava ai 5Stelle la responsabilità della crisi perché loro avrebbero volentieri appoggiato un nuovo governo Draghi senza i 5 Stelle, Speranza e Lamorgese. Berlusconi che per buona parte della giornata sembrava assicurare la continuazione dell’esperienza di governo a certe condizioni ma che trovava l’ostacolo di Letta che non voleva appoggiare un governo senza i 5 Stelle. Sì perché un governo senza i 5 Stelle sarebbe stato ricattabile perché ogni partito, anche piccolo, diventava determinante per la sua sopravvivenza.
Questi rimpalli di responsabilità erano conditi con vere e proprie bugie o mezze verità in cui le frittate erano rigirate a proprio piacimento avendo sott’occhio lo spettatore medio che da lì a poche settimane avrebbe espresso un voto. Spettacolo deprimente di senatori educati all’irresponsabilità del politico attruppato dietro il proprio segretario poco abituato a pagare per le scelte da fare, Adolescenti viziati e narcisi che come studentelli a fine giornata, dopo il macello combinato, se ne vanno dal palazzo felici e contenti a mangiare in una delle tante trattorie e ristoranti di lusso riservate ai rappresentanti gaudenti.
Draghi ha fatto ciò che mi attendevo, ha detto chiaro e tondo quali erano i comportamenti incompatibili con la prosecuzione di un governo di unità nazionale: partecipare alle scelte a la carte decidendo se e quando approvare le leggi, giocare sul fronte istituzionale e contemporaneamente nelle piazze inseguendo le rivendicazione corporative che proprio gli accordi del PNRR dovevano ridurre o addirittura estirpare.
E’ stato esplicito e diretto parlando del termovalorizzatore, del reddito di cittadinanza, dell’ecobonus, dei tassisti, del catasto, delle concessioni balneari … non ha proposto una sua agenda, nulla di nuovo rispetto agli accordi sottoscritti quando il parlamento andò a chiedergli di presiedere un governo di unità nazionale. Devo dire che mi sono emozionato soprattuto durante la replica in cui in modo elegante ha sostanzialmente espresso un sonoro VAFFA a quella massa vociante di politicanti.
I protagonisti della farsa erano molto impegnati a rivoltare le frittate mentre i commentatori e i giornalisti ne confezionavano altre che rivoltavano in continuazione dando proprie versioni ed interpretazioni ad uso dei propri lettori.
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