Case di riposo e lungo degenze

Terza proposta per rianimare l’economia: piano straordinario di costruzione di case di riposo e di lungodegenza.

Ovviamente i miei lettori diranno che qui c’è un conflitto di interesse; ebbene sì il problema mi riguarda e tocca sensibilmente tutti coloro che sono in pensione e coloro che hanno a che fare con super anziani.

Le badanti sono una soluzione temporanea

Uno degli effetti catastrofici della legge Bossi Fini è stata l’introduzione della figura della badante. (Appresi questa nuova parola proprio durante il dibattito per l’approvazione della legge). Non ho nulla contro le badanti, ne abbiamo avute parecchie per seguire i nostri anziani e sono state tutte meravigliose ma nessuno dei nostri candidati al governo pensa alle prospettive di medio termine: abbiamo lucrato il vantaggio della crisi economica dei paesi dell’est e ci siamo permessi dei servizi a poco prezzo di persone a volte molto qualificate ma, poiché in economia vale il principio dei vasi comunicanti, questo squilibrio tra paesi così vicini è destinato a compensarsi e allora i costi delle badanti straniere saranno più alti e noi avremo meno risorse per potercele permettere.

La Bossi Fini ha annullato i vantaggi dell’immigrazione

Vorrei insistere sugli effetti negativi della legge Bossi Fini: la mentalità xenofobica leghista unita all’autoritario nazionalismo della destra condito con il familismo pietista dei cattolici ha portato a scegliere un atteggiamento che non ha integrato nel nostro tessuto sociale persone e famiglie immigrate che sarebbero una risorsa fortissima per dare dinamicità all’economia, come accadde negli USA durante la presidenza Clinton con l’immigrazione dall’est europeo. Quella legge ha lasciato le famiglie italiane sole a risolvere il problema della cura degli anziani la cui vita è prolungata da una efficiente sistema sanitario gratuito, non si è investito in strutture dove i lavoratori italiani fossero attratti a lavorare, l’ostilità verso gli immigrati ha creato flussi di denaro liquido che hanno alimentato le economie della Romania, dell’Ucraina, delle Filippine etc….

Pensare al futuro e liberare risorse

Per motivi non ancora chiari, ma probabilmente per l’allungarsi della vita, la fase finale si è allungata con l’insorgere di parkinson, alzaimer, inabilità varie che richiedono molte cure sistematiche. Questa situazione assorbe ora notevoli risorse finanziare, che, come ho detto, si trasformano in rimesse all’estero, e in prospettiva congela le disponibilità economiche di chi pensa che questi problemi li vivrà in prima persona tra quindici o vent’anni. Finanziariamente equivale in un immobilizzo in conti correnti improduttivi di masse enormi di liquidità. In molti casi vengono erosi patrimoni immobiliari che non si rendono disponibili per gli eredi.

Superare l’individualismo familista

Evidentemente non si tratta di fare una semplice nuova legge o di decidere un piano economico ma anche di un cambiamento di mentalità che dovrebbe progressivamente essere maturato dagli elettori. Dovremo abituarci all’idea che noi anziani siamo diventati un peso insopportabile per i nostri cari e sarebbe molto meglio sopravvivere persa l’autosufficienza in ambienti pensati ad hoc con adeguata assistenza medica, dignitosa custodia con la possibilità di avere un nuovo tessuto di relazioni che in una casa deserta non si può avere. Occorre arrivare al momento in cui siano proprio i medici a dire ai figli degli anziani: lasciate stare, non vi ostinate, è meglio un ricovero. Peraltro nel prossimo futuro con l’aumento esponenziale delle famiglie monocellulari l’idea che siano le famiglie a farsi carico dei propri vecchi non sta proprio in piedi.

Un nuovo bene pubblico che non grava sul debito

Questo potrebbe essere un intervento che non richiede un aumento del debito pubblico. Quando furono fatte le autostrade lo stato non sborsò una lira. In realtà nei comuni più ricchi e meglio amministrati il problema è già stato affrontato e spesso risolto egregiamente ma i tagli sistematici della risorse, l’ostilità ideologica della destra verso tutto ciò che è pubblico, gli interessi di faccendieri spesso con la tonaca stanno mettendo a repentaglio anche il poco che esiste. Forse già la semplice ideazione di una forma giuridica solida (fondazioni, onlus, società per azioni) che garantisca il funzionamento di strutture per l’assistenza degli anziani potrebbe innescare un circolo virtuoso che raccoglie capitali privati, valorizza edifici sottoutilizzati, recupera beni storici in deperimento (basti pensare a quante ville o ex hotel stanno marcendo nell’abbandono), costruisce ex novo strutture idonee, fa lavorare italiani e immigrati con turni dignitosi e appetibili. Non entro nel dettaglio tecnico ma ad esempio oltre alle iniziative di molte amministrazione dell’Italia centrale si potrebbero importare molte idee originali dalla Francia. Ciò che conta è ideare qualcosa di strutturalmente nuovo, non nel senso di un allargamento dell’assistenza ai bisognosi, ma nel senso di un intervento che coinvolga con le loro risorse anche coloro che ora ritengono di non aver bisogno della solidarietà pubblica.

Un nuovo diritto di famiglia per nuove aggregazione comunitarie

La questione ha moltissime altre implicazioni politiche. Affrontare il problema degli anziani tenendo conto della disgregazione delle famiglie tradizionali vuol dire che nel nuovo diritto di famiglia oltre a contemplare il caso delle coppie omosessuali occorrerebbe regolare e proteggere tutte quelle convivenze anche plurime che affrontano la condivisione del problema della salute e dell’invecchiamento. Immagino che in un mondo più frugale, con meno risorse individuali, la possibilità di andare a convivere in una nuova casa o in un borgo antico da parte di amici che hanno perso la moglie o il marito o che sono sempre stati single, la possibilità di ristrutturare fondendo appartamenti o condividendo servizi comuni sarà la soluzione del problema di un’assistenza di cui avremo bisogno anche se non saremo ammalati cronici. L’abolizione della tassa di registro servirebbe anche a questo.



Categorie:Che fare, Economia e finanza, Politica

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