Via la tassa di registro

Ieri sera ho seguito l’intervista di Renzi dalla Gruber, attendo quella di Bersani prevista per questa sera. Per ora la sensazione è che sotto la valanga di parole e la brillantezza dell’eloquio ci sia molto poco e che non ci sia la consapevolezza della gravità della situazione e della complessità del compito a cui si sta candidando. Qualsiasi persona prudente non avrebbe fatto appello agli anziani solo per avere voti ma avrebbe chiesto che l’esperienza dei vecchi (quelli del suo partito che vuol rottamare) fosse messa al servizio della immane impresa di governare questo difficile e disastrato paese.

Ciascuno di noi in realtà si sta chiedendo cosa si potrebbe fare, cosa potremmo fare, cosa faremmo se avessimo il potere. A mo’ di chiacchiera tra amici al bar è quello che ho cominciato a fare parlando di come farei la patrimoniale. Nei prossimi post vorrei delineare un mini programma di governo come se io fossi candidato alle primarie. Tanto per rimanere con i piedi per terra.

Quindi la prima proposta è di aumentare la tassa di successione e tassare tutte le forme di proprietà finanziarie che sfuggono al varco del passaggio in  successione. Cerco ora di raffinare la proposta inserendo un altro punto che a mio parere potrebbe avere un forte impatto sulla economia generale.

Come sappiamo la casa e le proprietà immobiliari sono tartassate poiché non possono sfuggire, sono le più disponibili, come accade anche al reddito dei dipendenti. Parallelamente all’appesantimento della tassa di successione, e a parziale compensazione, dovrebbe scomparire di fatto la tassa di registro sulle case. In questo momento di stasi e depressione dei prezzi delle case una facilitazione dei passaggi di proprietà non dovrebbe avere un effetto inflattivo e anche se lo avesse ridarebbe un po’ di vivacità al mercato.

Perché togliere la tassa di registro? Il paese invecchia, il paese si ristruttura, il paese deve diventare dinamico. La casa di proprietà è diventata una palla al piede, un elemento di rigidità che impedisce di spostarsi facilmente sul territorio dietro a un nuovo lavoro, che ti obbliga a stare in una casa piccola quando hai i figli e a ciabattare in una casa grandissima quando sei vecchio. La casa ti impedisce di ristrutturare la tua famiglia e impedisce le convivenze funzionali a stagioni particolari della tua vita. Se vendere e comprare non fosse penalizzato da una tassa salata a cui si aggiungono ingiustificate spese notarili e burocratiche, i passaggi sarebbero molto più frequenti con effetti positivi sul traffico delle città (tanto tempo fa avevo un collega che abitava all’EUR e aveva il ruolo al Trionfale, ogni giorno un’ora di traffico ma aveva fatto il conto che era conveniente rispetto al costo del passaggio di proprietà), sulla qualità della vita dei singoli, sull’organizzazione della vita dei pensionati anziani. Ci sarebbero più lavori di manutenzione e ristrutturazione degli appartamenti, si venderebbero più mobili, ci sarebbe una visione più dinamica e positiva della vita, quantomeno si venderebbero più vernici per le pareti.

Se sparisse la tassa di registro dovrei precisare meglio la mia proposta sulla tasse di successione per la parte che riguarda le donazioni. Ovviamente in caso di annullamento della tassa di registro gli anziani sarebbero portati a far figurare i passaggi in vita agli eredi sotto forma di compravendita, molto più conveniente fiscalmente. Occorre allora prevedere che quanto incassato da una vendita di un bene immobile, come risulterà dagli atti, faccia parte del cespite su cui grava la tassa di successione per almeno 10 anni e che la donazione abbia un’aliquota ridotta almeno della metà. In questo modo la donazione, pur tassata, sarebbe l’unica forma praticata per passare i propri averi in vita agli eredi.



Categorie:Che fare, Economia e finanza, Politica

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